Giovinazzi 3° pilota Ferrari. C’è da gioire o da preoccuparsi?!

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
19 Dicembre 2016 - 17:55
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Non si tratta di puro spirito da Bastian Contrario ma di una legittima preoccupazione per il futuro del nostro Antonio Giovinazzi, il quale nel pomeriggio è stato ufficializzato come terzo pilota del Cavallino per la stagione 2017.

Ora, io sono contentissimo per Antonio: credo che ogni pilota nella sua vita sogni di entrare a far parte del mondo rosso e di vestirsi del colore più bello (per me) che ci sia. Il fatto è un altro, e non si tratta né di interpretazione, né di portar sfiga, né di voler vedere sempre e solo il marcio nelle cose.

Dal dicembre 2009, ovvero da quando la FDA ha avviato la sua attività con il compianto Jules, nessun pilota entrato a farne parte è poi diventato titolare della Scuderia Ferrari: nessuno, tra i giovani che si sono susseguiti nelle vesti di young drivers a Maranello, ha poi portato a termine la scalata verso la F1 vestito di rosso.

E dire che di nomi ne sono passati. Sette sono i piloti che hanno fatto parte del programma: di questi, gli unici due che hanno corso con costanza in F1, ma non a bordo della Rossa, sono Bianchi appunto e Sergio Perez. Su Jules non c’è bisogno di aggiungere molto, purtroppo. Perez, pilota FDA dal 2010 al 2012, ha concluso il suo reclutamento andando poi in Mclaren-Mercedes al fianco di Jenson Button nel 2013, per poi raggiungere la Force India con la quale corre attualmente.

Mirko Bortolotti, Daniel Zampieri, Brandon Maisano, Raffaele Marciello sono altri piloti passati dalla FDA senza poi avere una chance. Di questi, Lello è quello che si è spinto più avanti, con alcune sessioni di prove libere con la Sauber prima di uscire dal programma al termine del 2015. Dopo la stagione 2016 in GP2 si attendono news sul suo futuro, che non sarà sicuramente in F1 come da lui stesso dichiarato.

Non ho ancora nominato uno degli ex FDA. Lui sì che, dall’anno prossimo, sarà titolare in F1. Non in Ferrari, della quale è stato young driver dal 2010 al 2015, ma in Williams, grazie al cospicuo contributo di papà Lawrence.

Ed ora? Giovinazzi si aggiunge alla schiera degli attuali piloti che fanno parte del programma giovani. Antonio Fuoco e Charles Leclerc, nel 2017 in GP2 con Prema, Guanyu Zhou (F3) e Giuliano Alesi (GP3). 

L’auspicio è, ovviamente, quello di vederlo prima o poi un italiano in Ferrari. Anche se, dovendo tornare al passato, le ultime esperienze non sono purtroppo degne di nota. 2009: Luca Badoer corre a Valencia e a Spa senza esperienza di corse da ormai 10 anni, al posto di Massa. Tantissime difficoltà per lui con il tritacarne mediatico (formato da tantissimi geni) che lo massacra. A Monza, sulla Ferrari, ci sale tra squilli di trombe Giancarlo Fisichella, prelevato dalla Force India con la quale è appena giunto 2° in Belgio. Il romano dimostra che anche cambiare monoposto in piena corsa non è la sensazione più bella della vita, e riabilita il povero Badoer non conquistando nemmeno un punto nelle ultime cinque gare della stagione.

Da qui, si deve tornare indietro di ben 15 anni per trovare l’ultimo podio di un italiano al volante della Ferrari. Non c’è però niente da festeggiare, perché l’occasione è quella della tragica Imola 1994, con Larini (al posto di Alesi) 2° dietro Schumi nel giorno che ci toglie per sempre Ayrton dalla pista, ma non dalla testa. Andando ancora indietro abbiamo la deludente stagione 1992 di Ivan Capelli e l’unica apparizione da titolare di Gianni Morbidelli in Australia nel 1991. Bisogna andare a quasi 30 anni fa, tra il 1984 e il 1988 per trovare l’ultimo italiano che ha fatto davvero sognare la sua nazione: Michele Alboreto.

Dopo questo recap è abbastanza evidente che la notizia di un italiano nominato terzo pilota Ferrari soddisfa a metà. Perché all’entusiasmo, alle belle parole e ai test di poche ore non è poi, mai, seguito nulla. Sta quindi alla Ferrari ribaltare la storia e dimostrare che il progetto giovani serve a formare dei piloti anche per sé e non solo per gli altri, vedi Perez e Stroll. Nel 2018, probabilmente, il sedile di Kimi Raikkonen sarà vacante, ed è lì che si vedrà se sarà cambiato qualcosa o dovremo limitarci ad un laconico “history repeating”. E sarebbe grave.

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2 Commenti su “Giovinazzi 3° pilota Ferrari. C’è da gioire o da preoccuparsi?!”
Boscagoo dice:

Fare un team satellite puro per Ferrari farebbe fare le ossa ai piloti FDA. Poi i risultati si potrebbero anche vedere con una macchina competitiva.

Fausto Bura dice:

Sulla ragione di esistere della FDA m sono già espresso più volte affermando che io di risultati non ne ho visti. E non sono certo cieco. C’è qualcuno che ci ha visto risultati concreti per la Ferrari ? Non mi sembra, e non ho prospettiva alcuna che arrivi qualcuno a dirmi che mi stia sbagliando. Giovinazzi non ha fatto, mai, parte della FDA e mi verrebbe da dire Per Fortuna. Sembra quasi che la FDA venga affidata, sempre, a qualcuno che è caduto in disgrazia. Spero, sinceramente, che sia un segnale che le cose in Ferrari stiano già cambiando e che stiano prendendo esempio dalla Red Bull. Almeno per quanto riguarda i Piloti. L’ho detto decine di volte e qui lo ripeto che anziché spendere decine di Milioni di €. per un Raikkonen avrei preferito che la Ferrari prendesse una Speranza Concreta per la F1 e che il risparmio conseguente fosse stato investito in strutture all’avanguardia per la Scuderia. Se così avessero fatto per tutti gli anni addietro, almeno gli ultimi 5/6, la Ferrari avrebbe potuto investire in attrezzature all’avanguardia dagli 80 ai 100 Milioni di Euro. Auguri Giovinazzi e Auguri anche alla Ferrari.

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