F1 2010 resta, a 15 anni di distanza, un titolo ancora fruibile ed attuale. Il ricordo di quel periodo, con l’attesa a Monza a per l’uscita del gioco
Settembre 2010. Per molti era semplicemente il mese che chiudeva l’estate, ma per me, appassionato di Formula 1 e videogiocatore convinto, quel periodo significava molto di più. Quel settembre, mentre mi trovavo a Monza per vivere dal vivo l’atmosfera unica del Gran Premio d’Italia, il conto alla rovescia per l’uscita di F1 2010 su Xbox 360 era ormai agli sgoccioli. E l’emozione, in quei giorni, era palpabile.
Erano gli anni in cui la Formula 1 stava vivendo una nuova epoca, e Codemasters prometteva di portarla finalmente in tutta la sua complessità e spettacolarità anche sulle console. La promessa era chiara: F1 2010 non sarebbe stato un semplice gioco di corse, ma una vera e propria simulazione, capace di farci vivere le emozioni del paddock, la pressione dei team, la variabilità del meteo e l’importanza della strategia.
Ricordo bene quella giornata di sabato a Monza. Il rombo dei motori, la folla in delirio, i colori delle scuderie… ma soprattutto ricordo la consapevolezza che, di lì a poco, avrei potuto vivere tutto questo anche a casa mia. Controller alla mano, pronto a lanciarmi nella stagione 2010, con un solo obiettivo: essere Jenson Button.
Già, Button. Il mio pilota preferito. Campione del mondo nel 2009, uomo di grande classe e di guida pulita, con quell’eleganza naturale che lo distingueva in pista. In F1 2010, scegliere lui significava più di una semplice preferenza: era una dichiarazione d’identità. Indossare virtualmente la tuta della McLaren e affrontare ogni weekend di gara era il mio modo di sentirmi parte di quel mondo.
E ciò che stupisce, oggi, è che quell’esperienza non si è mai davvero interrotta.
A distanza di 15 anni, F1 2010 continua ad avere un posto speciale nella mia libreria, e nella mia routine da gamer. Nonostante le versioni più moderne della serie abbiano portato miglioramenti tecnici, grafici e regolamentari, F1 2010 conserva un fascino unico. Sarà per la colonna sonora, per l’atmosfera quasi cinematografica, o per il modo in cui riesce ancora a trasmettere l’adrenalina delle qualifiche sotto la pioggia o la tensione di un pit stop decisivo. Ogni tanto, accendere la vecchia Xbox 360 e rivivere una stagione con Button è come riaprire un album di ricordi che non sbiadiscono mai.
In un’epoca di giochi sempre più “usa e getta”, F1 2010 rappresenta per me una rarità: un titolo che ha saputo legarsi a un momento preciso della mia vita — Monza, settembre, passione pura — e che ancora oggi riesce a emozionarmi come allora.
E forse, in fondo, è proprio questo il segreto di certi videogiochi: non sono solo pixel o dati, ma contenitori di memoria, motori accesi che riportano indietro nel tempo ogni volta che premi “Start”.
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