Formula Regional Europe | Intervista a Marta Garcia: “Voglio abituarmi a correre con i ragazzi, dovrò sempre affrontarli in futuro”

Autore: Francesco Gritti
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Pubblicato il 30 Ottobre 2024 - 10:00
Tempo di lettura: 9 minuti
Formula Regional Europe | Intervista a Marta Garcia: “Voglio abituarmi a correre con i ragazzi, dovrò sempre affrontarli in futuro”
P300

P300.it ha intervistato Marta Garcia, pilota di Iron Dames in FRECA, durante il round al Paul Ricard. Ecco come ha risposto alle nostre domande

da Le Castellet

Marta Garcia si è fatta strada tra mille difficoltà fino a raggiungere il posto in cui si trova ora. La spagnola, difatti, ha dovuto affrontare moltissimi problemi, non solo di natura finanziaria, per poter continuare la sua carriera.

L’intervista, avvenuta in lingua inglese, è visibile anche in formato video su Parc Fermé.

Ciao Marta, siamo onorati della tua presenza. Come hai cominciato a correre?

“Ciao a tutti e grazie per avermi invitata qui! Ho cominciato a correre a 9 anni, perché il motorsport e l’andare al kartodromo con mio papà sono sempre state delle attività molto belle. Un giorno io e mia sorella abbiamo deciso di andare sul kart e mi è piaciuto molto. Mio padre, anche all’epoca, era un appassionato, visto che guardava la Formula 1 e non solo. Un giorno, quando siamo andati al circuito, c’era una competizione e ci siamo talmente interessati da chiedere le prestazioni, quanti campionati ci fossero e come funzionasse il motorsport. Dopo che ce l’hanno spiegato, ho visto la partenza della gara e mi sono detta che mi sarebbe piaciuto provare. Dopodiché ho guidato un kart da competizione. Visto che è stata una bella esperienza, mio padre me ne ha comprato uno e, da allora, ho cominciato ad allenarmi duramente in Spagna quasi tutte le settimane. Tutto è nato così! Mio padre era un appassionato, mentre io, allora, ero solamente curiosa e interessata a ciò che riguardava questo mondo.”

Hai cominciato a correre in auto nella F4 spagnola. Puoi dirci di più riguardo a quel periodo della tua carriera?

“Il karting ha preso molto tempo nella mia carriera, dato che ci ho corso dai 9 ai 16 anni. In quel mondo ho fatto abbastanza bene, perché penso di essere stata considerata una buona pilota in quegli anni. Dopodiché ho debuttato con le monoposto, più precisamente nel campionato spagnolo di F4. All’epoca ero in quella che oggi è l’Alpine Academy, dato che ero un membro del junior team di Renault. L’annata è stata positiva. Sai, il passaggio dal kart alla formula è abbastanza difficile, visto che ci sono molte dinamiche differenti a cui ti devi adattare. Il problema è che, se non c’è qualcuno che ti mostri come guidare e che ti spieghi il comportamento della macchina in modo da poterne capire il trasferimento di carico, è abbastanza difficile essere veloce fin da subito. Quell’anno ho fatto un po’ di fatica e sono tornata nel karting nel 2018. Poi ho corso in W Series per 3 anni, ed è stato un po’ un peccato, perché abbiamo perso una stagione per colpa del COVID e nelle ultime due non siamo riusciti a completare tutte le tappe in calendario. L’anno scorso sono passata in F1 Academy con Prema, ovviamente un team molto competitivo e professionale. Queste sono le tappe che mi hanno portato fino a dove sono ora!”

Hai già detto che nel 2018 sei tornata nel karting. Potresti spiegarci il motivo?

“Sono tornata nel karting per motivi di budget. Renault ha pagato circa il 20% delle spese nel 2017. Nel 2018, però, sono stata scartata e, visto che non avevo né soldi né il supporto di nessuno, mio padre mi ha detto che, se volevo continuare a correre, sarei dovuta tornare sui kart e dare il meglio di me nel campionato spagnolo. Ecco come è andata! Sono stata fortunata, perché l’anno dopo ho colto la più grande opportunità della mia carriera, ossia la partecipazione alla W Series. Senza quel campionato molto probabilmente non sarei qui.”

Parliamo a posteriori della W Series. Cosa ne pensi di quel campionato?

“Sarò sincera, non penso sia stato un progetto con una buona strategia. Per me è stato utile, perché mi ha permesso di entrare nella partita il primo anno e di guidare senza che dovessi pagare nulla. Correre senza dover pagare era una delle cose migliori che la W Series avesse da offrire. In ogni gara cambiavi l’ingegnere, perciò, a volte, era difficile lavorare. Inoltre, non era previsto molto track time, visto che siamo stati di supporto alla Formula 1 negli ultimi 3 anni. In pratica avevamo prove libere, qualifiche e una gara. Di sicuro è stata una grande opportunità per la mia carriera. Certo, ho guadagnato dell’esperienza, ma penso che la strategia seguita dalla W Series non sia stata quella giusta. Adesso la Formula 1 ha deciso di creare la F1 Academy, che ne ha acquisito l’eredità.”

Sei una delle poche pilote della W Series ad aver corso anche nella F1 Academy. Quali pensi che siano le principali differenze tra i due campionati?

“La differenza principale è il track time. In F1 Academy, difatti, avevamo la possibilità di passare molto più tempo in pista rispetto a quanto era permesso in W Series. Avevamo due sessioni di prove libere, due di qualifica e tre gare, di conseguenza avevamo maggior spazio di manovra per testare la macchina. Anche avere la possibilità di lavorare con un team specializzato nelle junior formula, nel mio caso Prema, è stato molto importante, visto che, come ho già detto in precedenza, in W Series era tutto gestito dall’organizzazione e cambiavamo ingegnere a tutte le gare. Elemento che, ad essere sincera, ritengo sia stato complesso da gestire. Penso che queste due siano le principali differenze fra i due campionati.”

Sei stata la prima campionessa della F1 Academy. Che emozioni si provano a vincere una serie direttamente patrocinata e supportata dalla Formula 1?

“Sono orgogliosa di essere la prima campionessa della F1 Academy. Sicuramente è un traguardo che resta nei libri! L’anno scorso non avevamo ancora il supporto dei team di Formula 1, cosa che credo sia davvero fantastica. Penso che Susie Wolff e tutta la sua squadra abbiano fatto un grandissimo lavoro nel coinvolgerli nel progetto e nel mantenere molto track time nonostante l’evento in sé avvenga durante i weekend della Formula 1. Pensavo che ciò fosse difficile, ma, nonostante tutto, se la sono cavata egregiamente. Ovviamente sono felice di poter assistere alle gare, visto che sono andata a Miami, e di essere un ambassador della F1 Academy. Sono contenta che continuino a tenermi in considerazione e che mi abbiano permesso di correre in Formula Regional grazie al premio che ho ricevuto al termine della scorsa stagione. La F1 Academy è una grande opportunità per le ragazze, che garantisce loro molta visibilità. Insomma, anche le ragazze guardano la Formula 1, che ha solo piloti maschi. Se vogliamo avere più donne nel motorsport è necessario mostrare che effettivamente ce ne sono già!”

Quest’anno corri per la prima volta dopo diverse stagioni in una categoria mista. Come ti trovi?

“Sarò sincera, mi è sembrato di tornare nel karting, nel quale di solito ero una delle poche ragazze in mezzo a circa 80 ragazzi. Non ho corso con i maschi fin dalla mia stagione in F4 spagnola. Molti di loro sono degli ottimi piloti e hanno tanta esperienza, quindi il livello è diverso. Quest’anno sto facendo un po’ fatica ad abituarmi, perciò lavoro il più possibile al simulatore e con la squadra. Oltretutto guardo molto i dati delle telemetria e tutto ciò che serve per migliorare, per capire perché stiamo continuando a fare fatica. Sapevo già che sarebbe successo perché questa è una sfida gigantesca per noi. Come ti ho già detto, questa è la prima volta che corro insieme ai ragazzi da molto tempo a questa parte. Ma questo è ciò a cui mi voglio abituare, perché sicuramente dovrò affrontarli sempre in futuro, sia che vada in GT, sia che vada altrove. Continuo a lavorare per cercare di ottenere i migliori risultati possibili.”

Sei anche riuscita a testare una vettura da Formula E. Come è stato guidare un mezzo così particolare?

“Mi ha sorpreso un po’ perché pensavo si comportasse diversamente. Difatti, quando l’ho provata per la prima volta, mi sono subito accorta di quanto la vettura sia potente e di quanto sia forte la spinta in accelerazione. Anche il comportamento da tenere in frenata è differente. Certo, il modo in cui freni è molto simile a quello delle altre auto, ma a volte non riesci istintivamente a capire di star bloccando perché il feeling è completamente diverso. A differenza di quanto avviene di solito, non hai un feedback visivo e le sensazioni sono diverse. Quando blocchi una delle ruote anteriori con una vettura tradizionale vedi il fumo, cosa che è un po’ diversa in FE. Inoltre, bisogna sottolineare quanto sia importante la gestione, visto che bisogna utilizzare i tanti pulsanti presenti sul volante. L’esperienza è stata positiva, devo essere sincera, perché ho potuto provare una vettura con 300 KW, che sono diventati 350 per alcuni giri. Notare questa differenza è stato interessante, perché c’era ancora più potenza. Devi abituarti a passare in corsa dai 300 ai 350KW, cosa che mi ha lasciata abbastanza di stucco! L’esperienza mi è piaciuta, penso che sia un buon campionato e mi piacerebbe tornare a provarla presto!”

Parliamo del presente. Quali sono i tuoi obiettivi per il 2024?

“L’obiettivo di quest’anno è di essere in top 15 a fine gara. Sarebbe fantastico arrivare a punti a Barcellona, che, oltre ad essere la mia pista di casa, è quella in cui ho svolto dei test in cui mi sono trovata bene. Penso sia il circuito in cui ho maggiori possibilità di farcela. Gli obiettivi principali sono continuare a migliorare, provare ad arrivare il più vicino possibile ai tempi migliori e diminuire il gap nel tempo.”

Ti farò una domanda che ti farà tornare indietro nel tempo. Qual è il momento migliore della tua carriera?

“Il momento migliore della mia carriera nel karting è la vittoria del Trofeo delle Industrie nel 2015 perché è stata la prima volta in cui mi sono imposta in un evento importante. Inoltre, ero una delle poche ragazze in pista, cosa che mi rende molto orgogliosa. Il livello era abbastanza alto, visto che alcuni dei ragazzi contro cui ho corso ora sono in IndyCar o F2. Il fiore all’occhiello della mia carriera nelle monoposto, però, è la vittoria della F1 Academy l’anno scorso, dove ho anche vinto la prima gara della storia del campionato, in Austria. Anche se il mio primo successo in formula l’ho ottenuto in W Series, il trionfo all’esordio in un nuovo campionato ha lasciato un segno dentro di me. Questi credo siano i momenti migliori della mia carriera.”

Ti faccio un’ultima domanda nella quale devi porgere il tuo sguardo verso il futuro. Hai già dei piani per le prossime stagioni?

“Sicuramente vorrei continuare a correre! Al momento sono in Formula Regional, ma non so cosa farò l’anno prossimo. Sono contenta di essere in Iron Dames, che credo sia un bel programma per le ragazze nel motorsport. Spero di poter fare qualcosa con loro con le GT. Sarebbe veramente positivo per me!”

Ringraziamo Marta per averci dedicato il suo tempo e Niki di Iron Dames per averci permesso lo svolgimento dell’intervista.

Media: Formula Regional Eu by Alpine

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