Follia australiana

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Tempo di lettura: 2 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
12 Marzo 2020 - 02:14
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Questa è la situazione in pitlane a Melbourne pochi minuti fa (sto scrivendo alle 2 di notte), come pubblicato dal profilo ufficiale Twitter del Gran Premio d’Australia. Una calca che somiglia molto a quella di Monza in orario di sessione autografi. Sono sconcertato.

Dall’altra parte del mondo, da dove cioè a fatica uomini e mezzi che correranno (?) domenica sono potuti partire per la prima gara del mondiale, la nazione è prossima ad essere completamente e finalmente ferma, fino a quanto l’incubo del Coronavirus non sarà debellato. Il nostro blocco opposto alla loro ignoranza (inteso come ignorare) della situazione che si sta creando.

Fatico a comprendere il senso di questa immagine. I membri dei team Haas e McLaren sottoposti ai controlli non sanno ancora se sono infetti dal Coronavirus o meno e, se solo uno risultasse positivo, sarebbe un problema enorme.

Ci si aspettano 300.000 presenze per questo evento: nel frattempo il Bahrain ha annunciato le porte chiuse, il Vietnam è prossimo ad essere posticipato e la Cina lo è già.

Siamo sicuri di voler rischiare così tanto? L’Italia è stata considerata paese di untori ma, giorno dopo giorno, la realtà sta cambiando. La consapevolezza e le azioni che abbiamo messo in atto nel nostro paese stridono clamorosamente con chi fa le rimpatriate dei puffi (i nostri vicini francesi), chi si ammassa fuori dagli stadi perché le partite sono a porte chiuse (sempre i francesi, ma anche gli spagnoli) e con chi si appresta a presenziare ad un evento da centinaia di migliaia di spettatori con un potenziale rischio contagio enorme, sottovalutato dal fatto che solo ora si sta iniziando a fare controlli e chiudere gli ingressi in modo deciso.

Per quanto non stia nella pelle nel vedere iniziare il mondiale, mi spiace ma credo che le condizioni non siano sicure. Posso capire il fatto che si voglia correre perché – tra le altre cose – l’Albert Park è un tracciato che necessita settimane di preparazione; non si tratta di una pista permanente che “apri e chiudi”, per essere molto conciso. Ma sono decisamente preoccupato per quello che potrà succedere nelle prossime ore.

Staremo a vedere.

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