Che fine ha fatto Sebastian Vettel?!

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
29 Agosto 2016 - 12:00
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Onestà intellettuale vuole che si sappia e si abbia il coraggio di criticare o elogiare chiunque indipendentemente da quello che è il pensiero sulla persona.

Sono stato criticato, ai tempi, quando difendevo il Vettel della Red Bull che vinceva i mondiali contro la Ferrari di Alonso, quando veniva preso per i fondelli per il ditino, quando veniva accusato di vincere i mondiali grazie alla monoposto più veloce del lotto. Cosa che non sento, sinceramente, nei riguardi di Hamilton dal 2014 ad oggi. Hamilton, oggi, “è un fenomeno”: Vettel, ieri, era un “portatore di culo galattico”. Mi sembra intellettualmente poco onesto. Anche questa Mercedes è sideralmente la miglior monoposto del lotto. Quindi o anche Hamilton ha un culo spropositato, oppure anche Vettel meritava i mondiali in Red Bull. Su questo, non vedo altre opzioni.

Detto questo, comunque, probabilmente sarò criticato ora, che Vettel non lotta più contro la Ferrari ma con essa ci corre e, in questa stagione, mi sta lasciando interdetto. La classifica piloti parla chiaro fino ad un certo punto: perché è vero che 128 punti dopo 13 gare contro i 203 del 2015 sono un dato con un Kimi che, da bollito perenne secondo molti, di punti ne ha 124 contro i 107 dell’anno scorso, ma sul punteggio pesano anche le noie della stagione: il motore in fumo in Bahrain, la mitragliata di Kvyat in Russia, il cambio sostituito venti volte in due settimane, la gomma esplosa in Austria, una Red Bull più in palla della Ferrari (alla faccia dei proclami Marchionici di inizio anno). Non è questo il punto.

I conti di un pilota si fanno sempre alla fine di una stagione ma, soprattutto, sempre alla fine della carriera. Però spesso, e forse troppo spesso, durante questo 2016 mi sono chiesto che fine abbia fatto il Vettel dell’anno scorso, quello che alla prima stagione in rosso faceva un podio dietro l’altro e che, a fine campionato, ha fatto sfigurare un Raikkonen comunque più in palla rispetto all’innominabile 2014.

Non è nemmeno semplice districarsi tra la miriade di opinioni che rimbalzano per farsene una propria, tra chi dice che Vettel è questo (della Ferrari 2016) e non quello (della Red Bull 2013), tra chi sostiene che bisognerebbe revisionare tutta la sua carriera e chi crede che quest’anno si tratti solo di sfortuna e via dicendo. Ma che Sebastian sia, al netto di ritiri a lui non imputabili, prestazionalmente ed abbondantemente sotto la sua abituale asticella (ovvero quella del 2015) credo l’abbiano capito tutti, anche lui. Soprattutto, quello che mi colpisce particolarmente, è il nervosismo che lo pervade in macchina e fuori. In abitacolo non l’ho mai visto gesticolare come in questa stagione, alla radio non l’ho mai sentito scoraggiato e rassegnato come in alcuni messaggi con i box e nelle interviste si intuisce un certo irrigidimento preventivo rispetto all’anno scorso. Ieri, l’errore in partenza è stato tutto suo. È stato lui a stringere troppo alla Source, innescando la carambola con Kimi che, a sua volta, è finito contro Verstappen.

Scoprire il perché di tutto questo non è oggettivamente facile, soprattutto stando al di qua della barricata. Un pilota è un mondo a sé così come un team di F1. Se due anni fa, nella sua ultima stagione in Red Bull, si diceva che Sebastian soffrisse particolarmente l’esuberanza della new entry Ricciardo beh, i tifosi di Raikkonen mi perdoneranno ma Kimi di esuberante (ed esagerato) ha solo la bellezza della nuova moglie. Inoltre siamo alla seconda stagione di convivenza con lui, con una prima andata benissimo per Sebastian. Si diceva anche con Vettel, vincitore dei suoi titoli nell’era degli scarichi soffianti, non riuscisse ad adattarsi alla nuova F1 ibrida, che richiedeva un nuovo stile di guida. In questo caso, però, il 2015 sarebbe un’eccezione.

Cosa succede, quindi? Potrebbe essere, Sebastian, psicologicamente più debole di quanto si pensi? Potrebbe esser caduto in depressione per un inizio di stagione non all’altezza delle aspettative iniziali, disattese dai risultati della pista nelle prime gare? Potrebbe non trovarsi a suo agio con la SF16-H, monoposto curata da Allison come, ai tempi della Lotus, quelle che Kimi gradiva particolarmente? O, forse, per Sebastian le prime gare della stagione sono fondamentali e se non parte bene poi si perde? Potrebbe essere un mix di tutte queste ipotesi? Difficile da dire, ma credo sia lecito porsi delle domande per una situazione insolita.

La stagione della Ferrari è nata sotto gli squilli di tromba del presidente che, sulla scia dell’ingresso in borsa della Rossa, ha caricato la squadra, spalleggiato dai media nostrani, di tonnellate di pressione facendo intendere di essere di fronte all’anno dello scontro con la Mercedes. Sono bastate pochissime gare per capire che la situazione era in realtà ben diversa. Anche l’ambiente Ferrari, in tal senso, potrebbe aver risentito di questa sveglia a suon di vittorie di Rosberg nella prima parte di stagione.

Questa, però, non deve diventare una giustificazione. Vettel è un pilota della Ferrari e in quanto tale è naturale che da lui, come dagli altri vestiti di rosso, ci si aspetti il massimo, sempre. Soprattutto, dall’alto della sua esperienza, giunta ormai ad una decina d’anni, non dovrebbe dar peso all’ambiente esterno ma, anzi, tramutare gli umori negativi in forza per dimostrare di essere il campione che si presume essere. Se non ne sarà capace, avremo scoperto il suo punto debole.

Sia chiaro: non sto voltando le spalle ad un pilota che ho seguito dagli inizi e che, per quanto mi riguarda, rimane tra i migliori. E non torno al discorso dei mondiali Red Bull, altrimenti dobbiamo riscrivere la storia di 65 anni di Formula 1, ultimi due compresi. Semplicemente, con il tempo, di tutti i piloti impariamo a conoscere pregi e difetti. Se di Vettel, negli anni d’oro, abbiamo conosciuto forse solo i pregi, adesso stiamo scoprendo anche i lati negativi, quelli che aiutano a farsi un’idea completa di un pilota e andranno a definire, a fine carriera, un giudizio finale.

È tutto di Sebastian l’onere, in questo caso, di diradare i dubbi. Non possiamo fare altro che aspettare.

 

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7 Commenti su “Che fine ha fatto Sebastian Vettel?!”
Griforosso dice:

Alessandro chissà se di Vettel se ne parlerebbe come se ne
sta parlando se non ci fossero state tutte le peripezie di cui è stato vittima
in questo 2016 !!??. Veniva da un 2015 di impegno forte e di cuore con promesse
che, poi, sono andate deluse. Come si fa a mantenere la stessa motivazione se
vedi che di chiacchiere è piena Maranello ma di fatti poca traccia se ne trova.
In un altro mio post della seconda metà del 2015 dicevo che avevo rivalutato
Vettel perché da quando era in Ferrari avevo notato un certo recupero di quella
organizzazione e complicità in Scuderia che mi ricordava l’epopea Schumacher
(un abbraccio affettuoso campione). Poi Allison si è beccato la batosta che
tutti sappiamo per poi andarsene (giustamente) e Vettel che sperava di veder
risolti i problemi di crescita della sua vettura 2016 ora nota, anzi vede, che
la Scuderia Ferrari va alla ricerca di pezze per tappare il buco. Perché se
pezze non sono allora, forse, non valeva nemmeno la pena di ingaggiare un
Allison provocando, oltretutto una demoralizzazione dello staff tecnico che si
sente così considerato solo un supporto e non una vera risorsa. Forse Vettel
non ha tutta la forza caratteriale che aveva Schumacher, supportato in questo
anche da Ross Brown, Todt e Byrne e nemmeno le qualità sopraffine di
collaudatore di Michael. Io non so,poi, se Vettel sia o no a conoscenza fino in
fondo di quello che sarà il futuro dello staff di progettazione della Ferrari
per i prossimi anni. Sempre, poi, che ci siano in giro Ingegneri Validi
contattabili. Perché prendere un “semplice” ingegnere non è sufficiente, ci
vuole uno Veramente Bravo per fare la differenza. Altro aspetto che credo
importante per l’umore di Vettel rendersi conto che, magari, la struttura
tecnica della Ferrari (non solo ingegneri ma anche strumentazioni) più di tanto
non possono permettere. Certo i risultati farebbero pensare alle cose che tu
illustri nel tuo articolo ma FORSE potrebbero essercene dell’altre ancora. Un
caro saluto a tutti gli Appassionati e sempre VIVA FERRARI e ALFA

Simone Viganò dice:

Io punto tutto sul poco feeling con la SF16H. Il pilota è quasi indiscutibile. Poi la sfortuna lo ha perseguitato. Se ci pensate bene senza l’incidente di Alonso in Australia avrebbe aperto con una vittoria. Dopo li quasi solo problemi

FranciPalmix dice:

l’avrebbero mandato via ugualmente subito dopo montezemolo

Federico Varano dice:

Se non gli dai una macchina con 3 secondi di margine, un pilota poco sopra la norma.

Damiano Belliotti dice:

Alla fine tanto stanno rimpiangendo Alonso, magari non cantava via radio.. Peró era un pelo più concreto

Ossurdel Crist Del Russo dice:

L’errore di sostituire Alonso è stata una gran …….!

Manuel Manca dice:

io penso che la situazione drammatica in cui versa il reparto tecnico della Ferrari abbia i suoi effetti dal punto di vista psicologico, che con l’aggiunta di tutti i problemi avuti fin’ora e un futuro non proprio roseo (chi farà la macchina? chi non sta riuscendo oggi a mettere una pezza a tutte le magagne a livello di telaio e aerodinamica di quest’anno?)

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