Ferrari, una resa troppo facile. Ora l’obiettivo è non “perdere” Leclerc

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
1 Agosto 2022 - 19:50
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Il mese di luglio spegne i sogni iridati della Ferrari. La prima necessità è mantenere motivato il monegasco

Dopo quanto successo a Budapest è onestamente difficile immaginare che l’inerzia del mondiale possa a questo punto cambiare. Il mese di luglio ha sciolto le speranze della Ferrari di lottare per il mondiale, con tre weekend su quattro intrisi di polemiche e accuse che manderebbero KO chiunque.

La perla austriaca, con una superiorità netta di Leclerc alla domenica a fronte dell’ennesimo problema di affidabilità sulla Rossa di Sainz, non basta per mantenere il bicchiere mezzo pieno. La gestione rivedibile di Silverstone, unita all’errore del monegasco in Francia e ad un’altra serie di scelte del muretto opinabili in quel di Budapest (le vedremo più avanti) hanno portato il distacco di Charles a 80 punti in classifica da Verstappen a 9 gare dal termine. Per capirci, l’olandese da qui a fine anno potrebbe anche non vincere più una gara ed arrivare sempre secondo dietro alla Ferrari #16 e sarebbe comunque campione.

Onestamente tutto mi aspettavo tranne che questo, perché ero (e sono) convinto che la Ferrari F1-75 resti la più forte macchina sulla griglia. Merita attenzione il perché ieri le cose non siano andate come dovevano – strategie a parte – anche in corrispondenza di temperature forse poco gradite; come successo ad Imola, d’altronde. E va ricordato come la Ferrari sia in una situazione peggiore rispetto a Red Bull dal punto di vista dell’affidabilità. Questo può giocare un ruolo chiave nella seconda parte di stagione.

ferrari

Però… c’è un però. I tifosi sono imbestialiti perché la sensazione netta, con una macchina così, è che si sia perso davvero troppo per strada. Con questo non si vuole e non si può dire che senza errori strategici la Ferrari sarebbe lì con la Red Bull, perché restano errori dei piloti e problemi tecnici da considerare. Eppure il distacco sarebbe ridotto e l’impressione sarebbe diversa.

Tra Montecarlo e Silverstone sono arrivati due quarti posti che potevano essere dei primi con Leclerc, per un totale di 26 punti in più in classifica ai quali ce ne sarebbero da sottrarre tre a Verstappen, arrivato davanti a Charles nel Principato. A Budapest gli 8 punti del monegasco ottenuti con il sesto posto potevano essere molti di più. Ipotizzando la vittoria – estremizzando un po’, s’intende – sarebbero potuti essere 17 in più, con altri 7 in meno per l’olandese.

Duole fare il conto totale ma, potenzialmente, gli 80 punti attuali di vantaggio in classifica di Verstappen sarebbero potuti essere 27, poco più di una gara di vantaggio invece che oltre tre.

Credo che oggi i tifosi della Ferrari, se la differenza fosse questa o anche solo dimezzata – diciamo di una quarantina di punti – sarebbero molto meno critici nei confronti della Rossa e della sua gestione, perché si sarebbe sfruttata ogni minima opportunità per raccogliere il massimo. Se non per eccezioni straordinarie, i mondiali della seconda parte degli anni ’90 venivano persi ugualmente ma con una consapevolezza diversa, ovvero che si era fatto il massimo per provarci.

Ora, tra un “pari opportunità” e decisioni quanto meno opinabili, questa consapevolezza non c’è, ed è un peccato quando si ha in mano un materiale da vittoria come la F1-75.

ferrari

Ora la seconda questione: l’importante, in questo momento, è non “perdere” Leclerc. È apprezzabile, oltre che un segno di maturità, il fatto che Charles si assuma le colpe dei suoi errori come successo in Francia, anche se forse ha esagerato un po’. Tutti ne commettono, ne commetteranno e, a volte, ci si mette anche un pizzico di fortuna, come abbiamo visto ieri con Verstappen. Curioso il fatto che i suoi due errori di stagione in gara, ieri e a Barcellona, non gli abbiano comunque impedito di portare a casa due vittorie, in Spagna con la complicità della PU Ferrari.

Dopo che, per la terza volta, Charles si è visto penalizzato dalla strategia contro il suo parere (non è un mistero che ieri volesse allungare i suoi stint) è normale pensare che il monegasco vada in vacanza con la consapevolezza di una stagione ormai compromessa. Qui deve essere fondamentale e senza esitazioni il lavoro del team per mantenerlo motivato, continuare a farlo spingere e rassicurarlo sul fatto che l’impegno per migliorare globalmente sarà costante.

D’altronde questa è la prima stagione dal 2018 in cui si è tornati davvero competitivi: anche forzando la mano, potremmo chiamare tutto quanto successo fino ad ora come “errori di gioventù” nel doversi confrontare ad altissimo livello con gente come Red Bull, ormai abituata a certe lotte.

Di certo, però, c’è questo: se il 2022 sarà archiviato così, nel 2023 non sarà più ammesso sbagliare. Perché errare è umano, perseverare è diabolico e allora, il rischio di “perdere” Leclerc, potrebbe diventare serio e non solo dal punto di vista della motivazione. Charles vuole vincere, ma non si può farlo aspettare all’infinito.

Immagine: Media Ferrari

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