Federazione Internazionale dell’Autogol

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
20 Marzo 2023 - 09:00
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La gara di Jeddah getta ancora dubbi sui processi all’interno della Direzione Gara

Dopo l’epurazione, l’esilio, insomma la cacciata a pedate di Michael Masi, ci era stato raccontato che i processi decisionali in F1 avrebbero vissuto una nuova primavera, un nuovo corso nel quale nessuno si sarebbe più potuto lamentare delle decisioni prese dai commissari gara dopo gara; anche grazie ad una review della struttura decisionale con, addirittura, una sorta di studio remoto per visionare e non perdersi neanche un episodio controverso.

A questo punto, dopo il Gran Premio dell’Arabia Saudita, che cosa dovrei pensare? Perché, con quello che è successo a Jeddah, i dubbi che già avevo l’anno scorso sul fatto che con l’uscita di Michael Masi le cose fossero peggiorate, adesso non fanno altro che aumentare.

La gara di ieri ha mostrato limiti e ci ha regalato decisioni incomprensibili, che non hanno nulla a che fare con una gestione coerente di questo sport. Anzi, a conti fatti, lo spettacolo offerto dai commissari durante e soprattutto dopo la gara è degno più di uno spettacolo comico che di un business mastodontico come quello che ci viene sempre più raccontato.

Effettivamente, avrei dovuto capire sin dall’introduzione della Safety Car per il ritiro di Lance Stroll che la giornata sarebbe stata lunga. Ora, qui nessuno vuole fare il sapientone, ma come è possibile per chi ha a disposizione decine di telecamere in contemporanea e comunicazioni costanti con le postazioni dei commissari non rendersi conto che il canadese aveva parcheggiato la sua Aston Martin nel punto più favorevole possibile per evitare proprio un’interruzione con la vettura di sicurezza?

Nella famosa chat della FIA, qualche minuto dopo l’uscita della vettura di sicurezza, è comparso un messaggio nel quale si è tentato di spiegare che la Safety è stata mandata in pista perché dalle prime immagini non si capiva bene in quale posizione fosse la monoposto di Stroll. A questo punto mi chiedo se, in Direzione Gara, vedono le stesse cose che vediamo noi: perché, dalle immagini della regia internazionale, era ampiamente chiaro che Stroll avesse parcheggiato oserei dire alla perfezione la sua monoposto per non creare intralcio ai suoi colleghi. Proprio per questo la decisione di fermare la gara ha fatto pensare ad uno scherzo.

Più che una neutralizzazione per motivi di sicurezza, ho quasi percepito che la Safety sia stata mandata in pista per movimentare un po’ di più una gara il cui destino era sostanzialmente già chiaro, anche se poi non è che le cose siano cambiate molto nonostante il suo intervento, eccezion fatta per la questione Alonso.

Quello che è successo dopo la gara, appunto, è veramente da Circo Togni. Torno al discorso di prima: in Direzione Gara hanno a disposizione tutto il materiale possibile e immaginabile del presente del passato per valutare ogni singola situazione di gara. Com’è possibile perdere quattro ore per una penalità che viene:

– data prima di tutto dopo la cerimonia del podio (e dopo aver atteso un’ora per infliggerla)
– che poi, sulla base di prove ed episodi che la stessa DG dovrebbe già conoscere, viene cancellata?

Com’è possibile che ai commissari debbano essere mostrate prove anche recenti di situazioni in cui le decisioni sono state opposte?

Alonso, dopo aver ricevuto la penalità, ha detto chiaro e tondo che la Federazione non ha fatto una bella figura. A me sembra, in realtà, che proprio dal 2022 la situazione sia peggiorata e che la promessa di assistere a decisioni migliori sia stata ampiamente disattesa, sia con l’introduzione di due diversi Direttori di Gara (soluzione su cui poi si è fatto un passo indietro) sia con questo inizio di stagione 2023.

Una F1 così attenta alla sua immagine come quella che sta portando avanti Liberty Media non può semplicemente permettersi di essere “non” gestita in questo modo dal punto di vista regolamentare e delle decisioni nel corso delle gare. È da anni che rimarchiamo il fatto che le stesse situazioni di gara vengono trattate in modo diverso in base ai commissari presenti oppure sulla base della fama dei piloti protagonisti delle singole azioni. A volte conta solo il nome per decidere come comportarsi.

Se si vuole mantenere un briciolo di credibilità sotto questo punto di vista è necessario cambiare e da subito il modo di gestire queste situazioni. Quanto successo a Jeddah è un vero e proprio autogol che non fa bene a nessuno. Chissà se un giorno qualcuno lo capirà.

Immagine: Media Aston Martin

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