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F4 Italia | Intervista a Kean Nakamura-Berta: “Essere in un Academy ti dà un boost di confidenza”

di Francesco Gritti
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Pubblicato il 22 Luglio 2024 - 09:00
Tempo di lettura: 5 minuti
F4 Italia | Intervista a Kean Nakamura-Berta: “Essere in un Academy ti dà un boost di confidenza”
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P300.it si è recata nell’hospitality Prema nel corso del round di F4 italiana a Imola per intervistare Kean Nakamura-Berta. Ecco come ha risposto alle nostre domande

da Imola

Kean: talento e voglia di fare. Possiamo soprannominare così, citando il teatro di Dumas, Kean Nakamura-Berta, pilota sedicenne nato nel Regno Unito in forza a Prema Racing e membro della Alpine Academy. Di seguito le risposte alle nostre domande.

L’intervista sarà disponibile anche sul canale YouTube Parc Fermé TV.

Ciao Kean, grazie per essere qui con noi. Da dove è nata la tua passione per i motori?

“Quando ero piccolo mi piaceva vedere Motor TV, un canale gratuito che trasmetteva principalmente motorsport inglese, dai kart alle formula, passando per il BTCC, che è abbastanza popolare nel paese. Non provengo da una famiglia legata ai motori. I miei genitori si sono accorti che mi piaceva molto vedere le gare e, così, dopo essersi guardati un po’ attorno, mi hanno regalato un kart a 7 anni. Ho amato guidare fin da subito, e, di conseguenza, ho continuato a farlo, prima cominciando a fare pochi giri per volta e poi progredendo tra i vari campionati.”

Rappresenti il Regno Unito ma i tuoi genitori sono nati in Slovacchia e Giappone. Puoi dirci di più riguardo la tua famiglia?

“Sono nato in Inghilterra da mamma giapponese e papà slovacco. Ho vissuto in Giappone per i primi 5 o 6 anni della mia vita, non ricordo benissimo, per poi tornare in Inghilterra, dove ho abitato da allora. Ogni tanto vado in Slovacchia e in Giappone, visto che ho familiari in entrambi i paesi.”

Hai debuttato in F4 al termine della scorsa stagione. Puoi dirci quali sono le principali differenze tra un kart e una formula?

“Nel karting è fondamentale avere la componentistica migliore per rendere il mezzo veloce. In F4 serve di più la tecnica, soprattutto per quanto riguarda lo spostamento di carico e il bilanciamento della vettura, cosa che non avviene sul kart, che è completamente piatto. Il karting europeo è ad alti livelli, ma andare in F4 rappresenta un salto di qualità, soprattutto per quanto riguarda la tecnica e lo stile di guida.”

Passiamo all’attualità. Qual è il tuo obiettivo principale in questo 2024?

“L’obiettivo iniziale, visti i risultati della F4 UAE, era quello di lottare per il titolo in Italia, ma le cose non stanno andando come previsto. Ora voglio tornare davanti e trovare la velocità che un po’ mi manca. Sono fiducioso: grazie al lavoro e ai progressi che sto compiendo assieme al mio ingegnere e a tutte le persone che ho intorno penso di poter progredire nella giusta direzione.”

Quest’anno corri con Prema Racing. Come ti trovi in questa squadra?

“Il team ha un’atmosfera familiare, qualcosa di completamente diverso rispetto a tutte le altre squadre. Dopo la F4 UAE ho fatto i Media Day e mi sono divertito molto! Da quando sono in Prema ho conosciuto piloti con cui ho non ho avuto grandi rapporti nei kart, anche perché all’epoca eravamo in squadre diverse. Ero nello stesso team di Alex (Powell), ma anche lì ognuno lavorava principalmente in solitaria. Prema ha messo insieme diversi piloti con cui è possibile stringere un legame di amicizia.”

Sei membro della Alpine Academy. Quando ha cominciato a interessarsi a te?

“Mi sono unito alla Alpine Academy dopo la vittoria dell’OK Junior Championship a Campillos. Questa è la mia terza stagione con loro. Li ringrazio per avermi preso e per avermi aiutato molto in vari modi.”

Restiamo sempre in ambito formazione. Quali pensi siano i vantaggi più importanti che ti dà essere membro di una academy?

“Innanzitutto ti dà un boost di confidenza, visto che un team di F1 è a conoscenza della tua esistenza in questo sport. Inoltre, nelle formula, l’academy mette a tua disposizione un driver coach per migliorare a livello di prestazioni, mantenere stabile il tuo livello mentale e per farti concentrare unicamente sulla tua parte, spronandoti a dare il massimo.”

Hai corso in tre campionati diversi di F4, l’Italiano, il UAE e il SEA. Quali sono le principali differenze che hai notato?

“Il cambiamento principale riguarda le gomme. Qui usiamo le Pirelli, mentre in UAE e SEA ho utilizzato le Giti. Il livello, inoltre, è un po’ più alto in Italia. La qualità dei piloti cambia molto tra i campionati invernali, mentre qui, rispetto agli Emirati, ci sono dei team in più che possono competere con noi. Credo che un’altra grande differenza siano proprio i piloti! Certo, anche i tracciati sono diversi, però la fanno da padrone la differenza di livello e, soprattutto, la quantità di macchine in pista.”

Parliamo di sogni. Nel futuro vorresti raggiungere qualche obiettivo in particolare?

“Penso che il sogno di molti piloti sia arrivare in Formula 1, cosa che è abbastanza un cliché. Personalmente amo il motorsport, non solo la F1. Certo, arrivare in Formula 1 è un traguardo enorme ed estremamente difficile da raggiungere, visto che è riservato solo ai piloti più forti della storia. Al termine della mia avventura mi piacerebbe correre in IndyCar, WEC e, magari, Formula E. L’obiettivo, in caso, sarebbe quello di esplorare stili e, soprattutto, tipologie di guida diverse. Ad esempio, nell’endurance devi apprendere delle abilità nuove, e credo che imparare qualcosa sia sempre positivo. L’obiettivo principale è la F1, ma dopo credo che sarò aperto a muovermi verso altri tipi di gare.”

Ti faccio un’ultima domanda. Hai già idee su cosa fare nel 2025 o sei completamente concentrato sulla stagione 2024?

“Sto considerando diverse idee assieme al mio manager, ma per il momento non ci sono conferme. Sono concentrato sul fare il meglio possibile quest’anno. Insomma, più fai bene e maggiori sono le possibilità a tua disposizione.”

Grazie mille per la tua disponibilità.

“Grazie a voi.”

Ringraziamo Kean per la disponibilità e Martina di Prema e Alpine per aver permesso lo svolgimento dell’intervista.

Media: Paolo Pellegrini

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