F3 | Anteprima 2019: Prema contro ART, ma non solo

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Tempo di lettura: 10 minuti
di Federico Benedusi @federicob95
7 Maggio 2019 - 11:44
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Con la F3 2019, la Federazione Internazionale è riuscita finalmente a riunire sotto lo stesso tetto le due “terze formule” più importanti da essa gestite. In un colpo solo, la GP3 Series ha concluso la sua quasi decennale storia e il glorioso campionato europeo di F3 ha cessato di esistere per dare vita ad una categoria che si pone su un livello leggermente superiore. La nuova F3 si propone come serie internazionale e per la prima volta seguirà di pari passo il calendario della F1, cosa che in passato è accaduta solo di rado (Gran Premio di Monaco 2005 l’ultima occasione, che peraltro coinvolgeva la F3 Euroseries non gestita dalla FIA).

Questa decisione ha avuto diversi risvolti significativi e il più importante lo si osserva nel calendario: a differenza della F2, infatti, la F3 non chiuderà la stagione ad Abu Dhabi poiché in quel weekend si disputa anche il Gran Premio di Macao. Ancora non è noto quali vetture correranno sul Circuito da Guia, ma in qualche modo si ritiene che molti piloti impegnati nella F3 2019 possano essere coinvolti nella storica gara dell’ex colonia portoghese. Questa la ragione per cui la F3 seguirà tutte le gare europee della F1 da Barcellona a Sochi, eccezion fatta per Hockenheim, chiudendo la sua stagione a fine settembre.

Nuova categoria, nuova vettura. Questo almeno in apparenza, perché la Dallara F3 2019 non presenta troppe differenze rispetto alla GP3/16 che l’ha preceduta. Le diversità riguardano prettamente l'”esterno”, poiché il motore sarà lo stesso Mecachrome 3.4 V6 già utilizzato dal 2016, ma non si può nemmeno dire che la nuova creatura di Varano de’ Melegari abbia particolari affinità con le vetture di F3 “classiche”. La direzione presa dalla FIA è quella di una GP3 a cui è stato attribuito un nome molto più glorioso e storico e, purtroppo, pare che non si sia destinati a tornare indietro. Dal punto di vista prestazionale, la nuova F3 si è posta come vettura al passo con la vecchia GP3: nei test di Le Castellet e Barcellona i migliori tempi sono stati del tutto analoghi alle pole position dell’anno scorso e solo all’Hungaroring si è notato un miglioramento, ma in condizioni meteorologiche molto più “agevoli” rispetto a quelle del Gran Premio.

La griglia di partenza del campionato è quanto di più competitivo ci si potesse aspettare da una serie il cui compito è quello di lanciare i giovani più interessanti. Da quanto si è potuto osservare nelle tre tornate di test pre-stagione i due pilastri saranno i team che hanno dominato rispettivamente F3 e GP3 negli ultimi anni, ossia Prema e ART, ma alle loro spalle c’è una pattuglia di team e piloti molto ampia e variegata. Andiamo a ricapitolare i volti di questo campionato 2019.

PREMA vs ART | Il tema fondante della stagione, inutile nascondersi, è questo. Da una parte la scuderia italiana vincitrice di sei titoli piloti e altrettanti a squadre in sette stagioni della F3 europea, dall’altra il gigante transalpino che ha dominato la GP3 con sei titoli piloti e otto a squadre in nove campionati. Proponendo anche una chiave ironica a questa sfida, in F3 potremo finalmente vedere due Renault andare all’attacco di due Ferrari, poiché ART schiera un paio di giovani piloti della Casa francese e Prema fa altrettanto con Maranello. Max Fewtrell e Christian Lundgaard si sono giocati fino all’ultima gara il titolo europeo di Formula Renault nel 2018, vinto dal britannico, e ora sono sotto lo stesso tetto a lottare per un titolo ancora più importante; dall’altra parte ci sono Marcus Armstrong e Robert Shwartzman, provenienti dalla F3 continentale di cui sono stati grandi protagonisti nel 2018, pur dovendo assistere solo da lontano alla sfida titolata tra Mick Schumacher e Daniel Ticktum. ART ha poi calato un terzo asso con David Beckmann, esploso nella seconda metà della passata stagione in GP3 dopo il passaggio da Jenzer a Trident, mentre Prema si è affidata all’indiano Jehan Daruvala, anch’egli proveniente dalla F3 europea. Sei piloti di altissimo livello, tutti quanti papabili per il titolo. Sono stati in particolare i due “terzi” a restare nell’ombra durante i test, ma c’è da scommettere che da questo fine settimana saranno a battagliare per pole e vittorie.

OUTSIDERS | Dando uno sguardo agli avversari più quotati dei due giganti delle formule propedeutiche, l’occhio cade innanzitutto su due piloti del team Hitech, scuderia britannica che si è sempre ben comportata nonostante possibilità economiche ben inferiori rispetto ad altre realtà. Leonardo Pulcini ha dimostrato un adattamento pressoché immediato alla nuova vettura, risultando velocissimo in tutte le sessioni di test disputate, mentre per quanto riguarda il 18enne estone Jüri Vips non si possono ignorare i numeri mostrati nelle ultime due stagioni, nonostante nei test sia restato più nelle retrovie rispetto al compagno di squadra italiano. Il pilota di Roma ha costituito l’unica vera alternativa allo squadrone ART l’anno scorso, vincendo due gare e chiudendo il campionato GP3 al quarto posto, mentre Vips ha concluso nella stessa posizione la F3 europea con quattro successi nella sua stagione di debutto. La terza guida del team Hitech sarà Ye Yifei, pilota cinese appartenente all’Academy Renault, già campione francese di F4 e terzo classificato nella Formula Renault continentale del 2018.

Un altro pilota capace di cogliere grandi risultati con pochi mezzi è l’olandese Richard Verschoor, di nuovo in forza al team MP Motorsport. Già pilota Red Bull ai tempi della F4, 18 anni compiuti lo scorso dicembre, Verschoor si è messo in mostra in GP3 nella seconda metà del 2018 ottenendo anche un podio a Sochi; è presumibile che, con un gruppo di piloti e team in condizioni analoghe vista la novità della categoria, anche il giovane ragazzo di Benschop possa rimettersi in luce. Ma la squadra di Sander Dorsman ha deciso di puntare anche su Liam Lawson, pilota neozelandese che ha compiuto 17 anni solo a febbraio e ha già seminato il panico sia nelle corse di casa che in quelle europee: al suo debutto nel nostro continente, l’anno scorso, è stato battuto solo dal più esperto Lirim Zendeli nella F4 tedesca e nel 2019 si è già confermato vincendo al debutto nell’Euroformula Open; gli occhi di Red Bull si sono già posati su di lui e quest’anno cercherà di convincere il mondo intero delle sue qualità.

Alla lista degli outsiders bisogna aggiungere anche Jake Hughes, se non altro per questione di esperienza. Come tanti piloti di F2 anche il britannico, che compirà 25 anni a fine mese, vivrà una stagione decisiva per la sua carriera, che pur contando buoni risultati ovunque vede solo un titolo britannico di F4 e tante occasioni sprecate. L’ottavo posto nella GP3 2018, pur potendo contare sul supporto del team ART, è stata una tegola molto grossa sul suo capo e quest’anno dovrà dare la prova definitiva di essere materiale da categoria superiore. La stagione non è cominciata sotto i migliori auspici, poiché il team HWA ha accusato parecchi problemi durante i test e lo stesso Hughes ha faticato ad emergere nelle prime posizioni con costanza. La prima prova del fuoco sarà già questo weekend a Barcellona.

Un altro pilota di provata esperienza è Niko Kari, a sua volta ex-Red Bull. Dopo avere concluso la stagione 2018 in F2 con il team MP, il finlandese ha deciso di scendere nuovamente per chiudere il conto in sospeso con la terza formula. Nonostante i 20 anni ancora da compiere il finlandese si trova in una posizione differente rispetto a molti coetanei, avendo già corso stagioni complete sia in F3 che in GP3 e avendo vinto una gara in entrambe. Anche per lui sarà un’annata molto importante in chiave futura. Trident, squadra di riferimento in GP3, è parsa piuttosto ridimensionata nei test delle scorse settimane ma potrà contare sia su Kari che su Pedro Piquet, anch’egli già protagonista in GP3 nelle stagioni recenti.

IN CERCA DI VISIBILITÀ | Come spesso accade, la categoria che mette in risalto i piloti per la prima volta è proprio la F3. I piloti si confrontano con un palcoscenico internazionale, a maggior ragione da quest’anno, e anche con coperture televisive più importanti che ai livelli inferiori della “scala” non sono sempre presenti. Molti giovani al via di questo campionato sono perlopiù sconosciuti al grande pubblico, andiamo a conoscere quelli che potrebbero maggiormente mettersi in evidenza.

Il brasiliano Felipe Drugovich è reduce da una stagione di Euroformula Open letteralmente dominata, con 14 vittorie in 16 gare, e nel 2018 si è aggiudicato anche la MRF Challenge, serie che si disputa nel sud-est asiatico nella stagione invernale. Cresciuto nel team italiano RP Motorsport, quest’anno gareggia con Carlin, un altro nome storico delle categorie propedeutiche che nelle ultime stagioni ha perso qualche colpo, soprattutto per la decisione di lanciarsi nel mondo della IndyCar. Al suo fianco ci sono il vice-campione giapponese di F4, Teppei Natori, e l’americano Logan Sargeant, già protagonista nella F4 britannica e nella Formula Renault europea.

Già nominato in precedenza, Lirim Zendeli è il campione tedesco della F4 e anche in questo caso parliamo di un campionato vinto nettamente. Alla terza stagione nella categoria, Zendeli ha conquistato dieci vittorie in 21 gare staccando Lawson di un centinaio di punti. Per il ragazzo di Bochum la sfida sarà importante perché è stato ingaggiato dal team Charouz, da quest’anno scuderia junior di Sauber e quindi di Alfa Romeo. Con lui l’esperto Raoul Hyman, campione in carica di una F3 asiatica dominata però da Hughes (che non ha disputato tutte le gare), e Fabio Scherer, svizzero con esperienze sia in F4 che in F3.

Dopo tre secondi posti in altrettanti campionati di monoposto disputati, Bent Viscaal si propone come nuovo talento della scuola olandese, anche se paradossalmente ha solo due anni in meno del suo maggior rappresentante. Sarà al fianco di Hughes all’interno del team HWA, legato come noto a Mercedes, e pertanto avrà occasione di mettersi in mostra anche di fronte alla Casa che ha monopolizzato gli ultimi anni di F1.

Un altro prospetto Red Bull è Yuki Tsunoda, campione nipponico di F4 e a sua volta protagonista dell’Euroformula Open in questa stagione. Nel debutto a Le Castellet ha conquistato un secondo posto e ha avuto occasione di mettersi in luce anche nei test della F3, soprattutto in Ungheria. Con lui cerca un rilancio anche il team Jenzer, che tanti piloti ha lanciato e tante difficoltà ha attraversato negli ultimi capitoli di storia della GP3. La scuderia svizzera si affida anche ad Artem Petrov, già conosciuto in Italia avendo corso due stagioni della nostra F4, e ad Andreas Estner, ufficializzato solo dopo la conclusione dei test pre-stagionali.

Il secondo, e purtroppo ultimo, nome italiano al via è quello di Alessio Deledda, pilota proveniente addirittura dalle due ruote e ancora in difetto di esperienza in monoposto. Dopo una stagione nella F4 italiana ha già optato per un palcoscenico molto importante, l’imperativo per lui sarà quello di fare esperienza e il team Campos è sicuramente una delle scuderie più adatte in questo senso. La scuderia spagnola mette in campo anche Alexander Peroni, italo-australiano che ha ben figurato nei test, e Sebastián Fernández, venezuelano con passaporto spagnolo cresciuto sportivamente tra Italia e Germania.

Con questi presupposti, la stagione 2019 della F3 si preannuncia alquanto appassionante e combattuta. Il format riprenderà quello della F2 e della vecchia GP3, con l’inversione della griglia di gara-2 a dare ulteriore incertezza all’andamento dei weekend di gara.

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