F2 | La dinamica dell’incidente di Spa-Francorchamps

di Alessandro Secchi
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Pubblicato il 1 Settembre 2019 - 23:00
Tempo di lettura: 4 minuti
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F2 | La dinamica dell’incidente di Spa-Francorchamps

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L’incidente che ha portato alla tragica scomparsa di Anthoine Hubert durante la Feature Race di Formula 2 di sabato è stato il risultato di una concatenazione di eventi sfortunati, difficilmente prevedibili.

Abbiamo indagato sulla dinamica di quanto successo e, grazie alle nostre fonti, siamo risaliti alla sequenza degli eventi, che pubblichiamo per chiarezza di informazione. Per spiegare il tutto ci avvarremo di poche immagini, anche e soprattutto perché i momenti cruciali sono stati ripresi esclusivamente dalle telecamere di servizio del circuito di Spa-Francorchamps.

La prima istantanea che pubblichiamo è quella relativa all’inizio del dramma del giro 2.

In questa immagine si vede la Trident di Giuliano Alesi in testacoda quasi in cima al Raidillon. Il francese è seguito dal suo compagno Boschung e da Hubert. In fondo, la vettura che approccia il cordolo dell’Eau Rouge è quella di Correa.

La causa del testacoda di Alesi è stata confermata in una foratura alla ruota posteriore destra, che nello screenshot si nota essere in procinto di stallonare dal cerchio.

In seguito al testacoda, Alesi va a sbattere con la parte posteriore della sua monoposto contro le barriere, distruggendo l’ala con seguente spargimento di detriti in pista. Giova ricordare che in questo punto avviene lo scollinamento del Raidillon che porta all’ingresso del rettilineo del Kemmel. La visuale è quindi cieca. Questo è l’elemento che aumenta ancora di più la difficoltà per chi sopraggiunge alle spalle del francese.

Ora arriviamo a ciò che è visibile solo dalle telecamere di sicurezza. Boschung, immediatamente dietro ad Alesi, riesce ad evitare il compagno inchiodando e spostandosi verso destra. Hubert vede all’ultimo ciò che succede davanti a lui e si getta sulla destra. Inizialmente non era chiaro se la sua monoposto avesse toccato quella di Boschung, ma da un altro video è emerso che il contatto c’è stato, con l’ala anteriore di Hubert finita probabilmente sotto la sua Arden. Il francese, senza direzionalità, va a sbattere quindi contro le barriere rimbalzando all’interno della via di fuga esterna.

La monoposto di Hubert ruota posizionandosi perpendicolarmente rispetto alla traiettoria. È a questo punto che arriva la vettura di Correa. Il pilota statunitense sta viaggiando nella via di fuga esterna a causa di una foratura alla posteriore sinistra – dovuta ad uno dei detriti persi dalla Trident di Alesi – che non gli permette di avere il controllo della monoposto. Qualsiasi tentativo di evitare l’impatto con la Arden di Hubert è vano. 

In una delle immagini si nota anche la Prema di Gelael colpire un detrito di grosse dimensioni a metà altezza. Non escludiamo che Halo abbia fatto il suo lavoro in questo frangente.

Il resto è purtroppo noto, essendo stato mostrato dalle immagini in diretta: la Arden di Hubert, al momento dell’impatto, si divide in due tronconi che spinti dalla forza dell’urto sbattono ancora sulle protezioni. La parte posteriore, con il motore ed il cambio, si ferma sulla parte destra; ciò che resta della cellula di sopravvivenza, priva della protezione della testa – saltata via nell’urto – attraversa la pista fino a fermarsi dalla parte opposta. Hubert, nei pochi secondi mostrati, non accenna alcun movimento dall’interno dell’abitacolo.

La monoposto di Correa, invece, all’impatto si ribalta strisciando sull’asfalto con il rollbar e l’Halo. Le fratture alle gambe – visibili dopo l’impatto – riportate dal pilota statunitense potrebbero essere dovute, oltre che alla forza dello scontro, anche al fatto che il telaio si è spezzato ben sopra l’attacco del muso, con una porzione comprendente sospensioni e ruote anteriori rimasta vicina alle protezioni esterne.

Come si vede dall’immagine una piccola sezione di muso (parte destra) è rimasta ancora attaccata al telaio, mentre questo si è letteralmente spezzato qualche decina di centimetri più indietro, all’altezza dei due vani di ispezione superiori che, insieme al terzo più in basso, servono a regolare pedaliera/sospensioni.

In quel punto, vista la presenza dei due vani, la resistenza del telaio potrebbe essere minore. Con questo non si intende – lo chiariamo – sottolineare alcuna mancanza del telaio Dallara, che in questi anni ha salvato miracolosamente numerose vite in pista, ma solamente evidenziare quale sia stata la forza dello scontro, che ha portato addirittura alla sua rottura.

Il tutto passa ora all’indagine della FIA, iniziata su comunicazione del direttore di corsa Michael Masi in serata. Ciò che, però, emerge dalla ricostruzione è che l’incidente sia stato caratterizzato da una serie di eventi sfortunati che, combinati tra loro, hanno portato a tragiche conseguenze. Il tutto a ricordare che il rischio nel motorsport, purtroppo, sarà sempre presente.

Ancora condoglianze alla famiglia di Anthoine Hubert e l’augurio di un pronto recupero a Juan Manuel Correa.

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