F2 | Intervista ad Andrea Kimi Antonelli: “Quando entri in un’Academy sei sotto gli occhi di tutti”

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Tempo di lettura: 10 minuti
di Francesco Gritti @franz_house_vg
29 Gennaio 2024 - 09:00
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Abbiamo avuto la possibilità di intervistare Andrea Kimi Antonelli, pilota Prema in Formula 2 e membro del Mercedes Junior Team

P300.it ha avuto la possibilità di intervistare Andrea Kimi Antonelli, pilota Prema in Formula 2 e campione in carica di Formula Regional europea e mediorientale, oltre che prospetto del Mercedes Junior Team.

L’intervista, svolta assieme ad Alfredo Cirelli, è già visibile sul canale Youtube Parc Fermé TV.

Ciao Kimi, grazie mille per aver trovato il tempo di svolgere questa intervista. Sappiamo che sei un personaggio a tutto tondo nell’ambito del motorsport. A quando si può far risalire la tua passione per il mondo dei motori?

“Sono nato respirando l’aria dei motori! Mio padre, che è stato un pilota, nel 1994 ha aperto il team ‘di famiglia’, tuttora attivo. All’età di 5 anni e mezzo sono salito per la prima volta su un kart. Quello è stato il mio primo ricordo su un mezzo a quattro ruote. Visto che mi è piaciuto, ho cominciato a girare sempre di più prima di iniziare a fare le gare. Da lì in poi è stato tutto un susseguirsi di eventi che mi hanno portato al punto in cui mi trovo ora.”

Hai debuttato in Formula 4 nel corso del 2021. Come è cambiato l’approccio ai weekend nel passaggio dal kart alla monoposto?

“La formula è un mezzo molto diverso dal kart. La macchina è più grande, più potente, più pesante e garantisce meno visibilità rispetto al kart, con il quale hai un campo visivo molto più ampio. Anche il format del weekend cambia. Nel karting sei abituato a svolgere diverse ‘gare di qualificazione’, dette manche, prima di arrivare alla finale. In macchina, invece, fai qualifica e gara.

Quando avevo appena cominciato a correre in macchina facevo fatica, soprattutto nel prendere le misure e, per questo, dovevo stare molto attento. Mano a mano che ho preso confidenza con il mezzo sono tornato ad utilizzare l’approccio alla corsa che avevo nel karting. All’inizio sono stato un po’ più cauto anche perché non volevo fare casini!”

Il nome “Andrea Kimi Antonelli” è molto conosciuto anche fuori dall’ambiente direttamente collegato al motorsport e, per questo, hai molti occhi addosso. Come gestisci la pressione prima e durante il weekend di gara?

“Quando entri in un academy sei sotto gli occhi di tutti. Mi ritengo fortunato ad essere entrato nel Mercedes Junior Team, ma posso dire che non è stato molto facile restarci perché molta gente si aspetta tanto da te in quanto pilota di un academy, e questo ti mette addosso molta pressione. All’inizio ho avuto difficoltà a gestire proprio la pressione.

Sapere che tante persone si aspettavano molto da me ha generato molta paura di sbagliare o deludere tutti loro. Con il tempo, però, sono riuscito a gestire il tutto molto meglio, visto che ora penso sempre a me stesso e a come ottenere il miglior risultato possibile in ogni occasione.”

Hai guidato diversi modelli di F4 e Regional. Puoi dirci quali sono le principali differenze tra le diverse vetture?

“C’è stato un bel cambiamento tra la vecchia generazione di F4 e quella ‘nuova’, a partire dall’introduzione dell’HALO, che ha reso la macchina più pesante. Inoltre, il passo della versione attuale è leggermente più lungo, così come la vettura in sé. Le due auto erano leggermente diverse da guidare, visto che il peso in più si sentiva molto. Le poche gare negli Emirati hanno permesso di abituarmi all’auto e Prema ha trovato un buon setup che ha funzionato anche in Europa.

Il lavoro del team ha permesso di avvicinarsi subito al limite prestazionale della macchina e ad estrarre tutto il potenziale. Le differenze tra la Formula Regional Middle East ed europea sono minime: cambiano solo motore e gomme. Le Giti, usate in Medio Oriente, hanno molto meno grip rispetto alle Pirelli e si degradano più lentamente. Una volta arrivato in Europa ho subito notato questa differenza di aderenza e, per questo, ho dovuto modificare un po’ il mio stile di guida. Il motore Alfa Romeo e quello Alpine, invece, sono molto simili.

La differenza sostanziale tra FRMEC e FRECA riguarda quindi le gomme. La posizione di guida della F4 è diversa da quella della Regional, che, su quest’ultima, non è molto naturale. Lo sterzo è molto vicino, e, per questo, si usano muscoli diversi. All’inizio facevo fisicamente fatica ed è servito un po’ di tempo per adattarmi alla macchina e al suo peso. La T-318 è un’auto che, rispetto alla F4, ha molto più carico aerodinamico, il quale si nota soprattutto nei curvoni veloci, e un po’ più di potenza. La differenza sostanziale riguarda il differenziale che, in Regional, è bloccato a differenza della categoria inferiore.

Questo permette una trazione migliore e una maggior spinta in accelerazione. Il peso è leggermente maggiore rispetto alla controparte, e ciò si sente soprattutto nelle curve lente. In definitiva, posso dire che la F4 è più agile, mentre nelle curve veloci è molto più rapida la Regional.”

Sei membro da diversi anni del Mercedes Junior Team. In che modo l’academy influisce sulle tue prestazioni?

“Essere membro di un academy ha vantaggi e svantaggi. L’unico vero problema che ti può causare è il fatto di avere molta pressione addosso, visto che tante persone si aspettano molto da te. I vantaggi, invece, sono molti. È dal 2018 che Mercedes continua ad aiutarmi, sia dentro che fuori dalla pista.

Per esempio, da quest’anno ho un personal trainer, che mi segue quasi tutti i giorni per sviluppare il fisico. In pista, invece, ho delle persone di Mercedes che mi seguono e mi supportano costantemente. Sono molto contento di essere con loro perché, oltre a fornirmi grandi possibilità, stanno utilizzando tutto il materiale necessario per permettermi di migliorare, sia come pilota che come persona.”

Hai ottenuto grandi successi nel 2023. Puoi darci un tuo bilancio personale della stagione?

“Sono molto contento del mio 2023! Ad essere sincero non mi aspettavo di riuscire a vincere entrambi i campionati, soprattutto perché l’anno non è iniziato nel migliore dei modi. Mi sono fatto male nei FIA Motorsport Games e, per questo motivo, ho saltato tutti i test invernali, visto che sono dovuto restare fermo fino a metà Dicembre. Sono volato negli Emirati con solo due giornate di test, di cui una fatta al Mugello prima di infortunarmi e, quindi, senza conoscere bene la macchina.

Fare tutta la Formula Regional Middle East mi ha aiutato molto, visto che mi ha permesso di imparare a comprendere la macchina nonostante le gomme fossero diverse. Quando sono arrivato in Europa ero già più preparato, ma, anche qui, il campionato non è iniziato nel migliore dei modi. Nei primi round ho avuto diversi problemi tecnici e ho commesso svariati errori. A Barcellona, per esempio, c’era il potenziale per vincere entrambe le gare, ma ho sbagliato una qualifica e la partenza della prima corsa. Nonostante un inizio lento, la costanza di risultati mi ha permesso di portare a casa il maggior numero di punti possibili anche nei weekend più difficili grazie ai miglioramenti continui.

Nel momento in cui ho preso la testa del campionato, al Paul Ricard, ho avuto uno sblocco mentale, che mi ha aiutato a crescere ancora di più in vista dei round successivi. Nonostante la partenza in salita sono riuscito a migliorare e a portarmi a casa entrambi i titoli.”

Quale pensi siano state, dal tuo punto di vista, la gara migliore e quella peggiore del 2023?

“Il weekend peggiore è stato il primo di FRECA, a Imola, dato che domenica non sono riuscito a fare né la qualifica, né la gara. Parlando di performance, invece, non mi sono trovato bene a Budapest. A livello mentale non ero al 100%, visto che non ero concentrato come al solito né ho guidato come faccio abitualmente.

Questo problema si è visto soprattutto in qualifica, in cui ho faticato molto. Si può dire che quello all’Hungaroring sia stato il weekend peggiore dell’anno dal punto di vista della velocità. La gara più bella è stata a Zandvoort, sul bagnato, non solo per il risultato, ma anche perché riuscivo a guidare in modo naturale. Mi veniva tutto in automatico! Questa è stata una delle sensazioni più belle che abbia mai provato in macchina.”

La tua popolarità è aumentata molto da quando sei in monoposto. Questo aumento di fan ti ha causato cambiamenti nella vita privata?

“Sinceramente, per ora no! La mia vita privata continua ad essere quella di sempre. Fortunatamente, i fan che mi seguono sono aumentati da quando corro in monoposto e spero che continuino a crescere.”

Ogni pilota ha un obiettivo principale che vuole raggiungere. Ci puoi svelare il tuo?

“Il mio sogno è quello di arrivare in Formula 1. In caso ci riuscissi, mi piacerebbe fare una bella carriera, una di quelle che lasciano il segno! Sto lavorando molto per raggiungere questo obiettivo.”

Fai parte di AKM, la squadra di famiglia. Ci puoi spiegare il tuo ruolo?

“Fare parte di AKM nel mio ruolo attuale è strano perché sono passato nell’arco di pochissimo tempo da correre a gestire il settore kart. Penso ci si debba fare l’abitudine. Io e mio padre abbiamo creato il team, sia perché siamo appassionati di karting, sia perché vogliamo dare la possibilità ai ragazzini bravi di passare in monoposto, visto che abbiamo anche una struttura in F4.

Al netto dei miei impegni in F2, quest’anno mi impegnerò a gestire la squadra e a seguirne i piloti. Nelle giornate di test faccio anche dei giri insieme agli altri piloti per capire insieme dove si può migliorare e dove, invece, sono veloci.

Parliamo di futuro. Dove ti vedi tra 5 anni?

“Una domanda non facile! Spero di essere già in F1, ma non credo sia così semplice. Anche se quest’anno correrò in Formula 2, penso ci sia ancora tanta strada da percorrere prima di effettuare il fare il salto di categoria. Il 2024 non sarà un anno facile, visto che dovrò confrontarmi con avversari di altissimo livello. Nonostante tutto, farò del mio meglio per arrivare nella massima formula!”

Siamo arrivati ai titoli di coda. Vorresti ringraziare qualcuno in particolare prima di terminare l’intervista?

“Devo nominare davvero tante persone! Parto dalla famiglia Minardi, perché senza di loro non avrei avuto l’aggancio con Mercedes e, quindi, mi hanno dato la possibilità di entrare in un’academy molto prestigiosa. Devo nominare di nuovo Mercedes, visto che, senza la loro presenza, non sarei nelle condizioni in cui sono ora e perché mi aiutano sia dentro che fuori dalla pista.

Ovviamente devo anche ringraziare Prema, il team con cui corro fin dal mio esordio in formula. Sono davvero contento di partecipare in F2 con questa squadra, soprattutto perché ho sviluppato un bel rapporto con tutto il team e penso sia importante, a livello mentale, restare in una struttura in cui ti trovi a tuo agio. Ringrazio anche Lucky Design, che mi disegna i caschi fin dai tempi del kart e la mia famiglia, che mi ha fatto crescere molto come persona grazie anche al supporto che ricevo in ogni momento.

È anche grazie a loro se sono diventato la persona che sono adesso. Ringrazio anche tutte le persone che mi supportano. Anche senza di loro non sarebbe la stessa cosa. Devo anche ringraziare Alpinestars, che mi ha fornito tuta e abbigliamento dai tempi dei kart fino al 2023.”

Ringraziamo Andrea Kimi Antonelli per averci permesso di chiacchierare con lui (nonostante fosse un momento di riposo). Un grazie va anche a Marco Cortesi, Prema Racing e Mercedes per aver permesso lo svolgimento dell’intervista.

Media: Riccardo Compierchio

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