Nonostante la minaccia ambientalista sia ancora incombente e tutt’altro che scongiurata, a Zandvoort sono assolutamente fiduciosi nel tornare ad ospitare dopo 35 anni il Circus della Formula 1 e, di conseguenza, i lavori di ammodernamento e di modifica del layout del circuito continuano e, stando agli organizzatori, tutto procede come da previsioni.
Inaugurato nel 1939, il circuito di Zandvoort è stato tra le sedi protagoniste degli ‘anni ruggenti’ della Formula 1, presenza pressoché fissa dagli anni ’50 fino a metà anni ’80, con l’ultima edizione disputata nel 1985. Tipico tracciato old style, sebbene ben diverso e più lento rispetto alla prima versione, da subito sono emerse perplessità, riguardanti in particolare la sede stradale ristretta e un rischio serio di trenini, con un unico punto serio di sorpasso alla staccata della celebre Tarzanbocht.
Senza parlare delle vie d’accesso, della capienza delle tribune data l’enorme mole di domande già pervenute, e in generale delle strutture della pista. Dei lavori, com’è noto, è stata incaricata la Dromo di Jarno Zaffelli, la quale ha progettato, oltre all’ampliamento della larghezza della sede stradale (da 10 a 12 metri sul rettilineo dei box) e una pit-lane che riporterà in pista i piloti dopo la prima curva, anche l’introduzione del banking in tre curve.
Parliamo della già menzionata Tarzanbocht, della Hugenholtzbocht (curva 3) e soprattutto della Arie Luyendykbocht (curva 13). Quest’ultima vedrà un banking di 17° nel punto massimo (32%), superiore a quello di tutti gli ovali della IndyCar (Texas escluso), Indianapolis compresa, con l’utilizzo delle barriere SAFER all’esterno, già presenti in Formula 1 a Montreal e Baku. Una modifica, questa, pensata per lanciare i piloti sul rettilineo dei box, offrendo circa 1.200 metri con la farfalla al 100% e favorire i sorpassi.
Ma non è tutto. Sono previsti interventi anche alla Chicane Audi (curva 10), che verrà ristretta in ingresso ed allargata in uscita; per quel che riguarda le vie di fuga, verrà dato poco spazio all’asfalto, piazzato in misura limitata solo all’esterno della Tarzanbocht, della Scheivlak e proprio della Chicane Audi. Jan Lammers, Sporting Director del Gran Premio d’Olanda, si è espresso in questi termini a Motorsport.com.
“Zandvoort sarà certamente un circuito unico, poiché nessun impianto moderno ha una curva con del banking, quindi a maggio dell’anno prossimo non ci sarà solo il ritorno del GP d’Olanda, ma anche dei banking in Formula 1” – spiega l’ex pilota olandese, 23 GP dal 1979 al 1993 – “I piloti hanno sicuramente familiarità con i circuiti tradizionali, ma di certo no con un circuito che presenta delle curve con il banking. Dovranno giocoforza adattarsi e ciò renderà le cose interessanti“.
“Non mi aspetto nessun problema con gli pneumatici” – aggiunge Lammers, a proposito dei dubbi circolati sulla tenuta delle Pirelli sulle curve sopraelevate – “Dico questo per due motivi. Innanzitutto le curve ad Indianapolis sono molto più lunghe e con carichi molto più pesanti. Secondo punto, ad Indianapolis le curve hanno banking lineare, mentre qui sarà progressivo, come se fossimo su una pista di bob“.
Conclude il 63enne, nativo proprio di Zandvoort: “Abbiamo già discusso con Pirelli della questione, sin dal primo momento nel quale abbiamo avuto con la Dromo l’idea delle curve con il banking. Parliamo con loro tutti i giorni e condividiamo ogni aggiornamento ed informazione che abbiamo“.
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