Il Team Principal McLaren si scaglia contro i rivali, chiedendo chiarezza alla FIA sulla questione del T-Tray
Zak Brown non ci sta. Il Team Principal McLaren non accetta la spiegazione offerta da Red Bull riguardo al dispositivo di modifica dell’altezza della T-Tray montato sulla RB20. Red Bull ha ammesso ieri di avere questo device, sostenendo però di non poter avere accesso una volta che la vettura è completamente montata e che è in atto un piano con la FIA per risolvere la questione. La domanda è se il Team di Milton Keynes è (o è stato) in grado di modificare l’altezza da terra della T-Tray tra qualifiche e gare, cosa illegale da regolamento.
Il CEO di McLaren ha quindi chiesto alla FIA di condurre un’indagine approfondita. Brown, intervistato da Sky UK, sostiene che Red Bull non avesse altra scelta che ammettere di avere montato il dispostivo: “Sappiamo che noi non abbiamo l’accesso perché il device non è progettato in questo modo. E da ciò che vediamo, le altre otto squadre non possono. Perché progettarlo per essere all’interno dell’auto, quando le altre squadre lo hanno progettato per essere all’esterno?
L’ingegno è parte della Formula 1, ma poi ci sono regole precise. Non si può toccare la macchina, a parte per cose come il comfort del pilota. Red Bull ha scelto con cura le parole, parlando di macchina assembrata che rende impossibile l’accesso al device. Però, in Parco Chiuso, è permesso non avere l’auto completamente assemblata se si lavora sul comfort del pilota. Inoltre, ciò che non torna è il perché la FIA senta il bisogno di porre dei sigilli ad un sistema se non accessibile dopo o durante il Parco Chiuso.
Brown ha poi spostato il punto del discorso sulla Federazione.
“Sono molto contento che la FIA sia sul pezzo. Deve indagare in modo approfondito perché, se si tocca la macchina tra qualifiche e gara, si tratta di una violazione chiara e sostanziale, che dovrebbe comportare conseguenze importanti. Ovviamente, ho un’opinione sul fatto che in Red Bull abbiano o meno utilizzato questo sistema. Ma la FIA deve essere molto diligente nel capire se lo hanno fatto o meno. La trasparenza è molto importante al giorno d’oggi. Io ho ancora domande e so che altri team principal ne hanno. Vorrei avere più risposte prima di poter dire: ‘ok, immagino che lo stessero usando o no’, ma penso che la FIA lo scoprirà”.
Insomma, il caso sembra tutto tranne che chiuso e, ovviamente, McLaren ha tutto l’interesse di chiedere chiarezza alla Federazione nel bel mezzo di una lotta iridata. Ne sapremo di più prossimamente.
Immagine di copertina: Media McLaren
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