Il quattro volte iridato ha parlato della sua stagione, delle possibilità iridate e del prossimo futuro
In un’intervista la canale Youtube della F1, condotta da Chris Medland, Max Verstappen ha parlato delle sue chance iridate, dell’andamento della stagione 2025 e del prossimo futuro. Un’intervista approfondita che mostra la maturità del quattro volte iridato e che vi proponiamo in trascrizione completa.
Max, due gare rimaste, sei a una sola vittoria dalla testa del campionato. Ti saresti mai immaginato in questa posizione a metà stagione?
“No, assolutamente no. Dopo Zandvoort il distacco era più di 100 punti. Onestamente pensavo che a quel punto fosse praticamente finita, ma poi abbiamo avuto una buona reazione: abbiamo capito molto meglio la macchina e, allo stesso tempo, abbiamo massimizzato alcuni weekend, mentre McLaren no. Probabilmente sono entrati in gioco alcuni errori da parte loro. Siamo ancora qui, con una possibilità, ma bisogna anche essere realistici: 24 punti sono ancora tanti: anche se tutto andasse alla perfezione da qui alla fine, servirebbe un po’ di fortuna e che loro facciano un risultato negativo. Sono molto realista su questo, e questo rende anche tutto più semplice da gestire. Non ho niente da perdere, quindi andiamo all-in. Se va bene, bene. Se non funziona, amen.”
24 punti sono tanti, ma meno dei 42 che sembravano dopo Las Vegas. Qual è stata la tua reazione quando hai saputo che improvvisamente ne avevi guadagnati 18?
“È meglio che 42, ma avrei preferito essere io in testa, ad essere sincero. Puoi sempre recuperare così, ma capita raramente. In quel momento ho pensato ‘ok, me li prendo’. Ma, allo stesso tempo, ero contento del weekend che avevamo appena fatto. Ora abbiamo qualche chance in più.”
Hai vinto a Las Vegas, e in Brasile hai fatto una grande rimonta dopo una partenza difficile. Red Bull ha dovuto combattere molto quest’anno. Qual è stato secondo te il segreto del cambiamento?
“Abbiamo semplicemente capito un po’ meglio la macchina e il modo di settarla. Ma non è che avessimo la garanzia di andare bene ovunque. Abbiamo ancora faticato in alcune piste più di quanto avremmo voluto, sicuramente. Nella prima metà della stagione, ma anche nella seconda, abbiamo avuto risultati molto buoni, ma anche weekend in cui non eravamo abbastanza veloci: in alcuni abbiamo comunque massimizzato, in altri non abbiamo ottenuto il miglior risultato possibile.”
Il miglior risultato è la vittoria, e ne hai sei quest’anno. Ma ci sono state gare in cui hai comunque ottenuto il massimo possibile anche senza vincere. Ci sono prestazioni di cui sei particolarmente orgoglioso?
“La maggior parte delle gare. Credo che abbiamo sempre fatto un buon lavoro con il pacchetto che avevamo. Sfortunatamente, nella prima metà non c’erano molte possibilità di lottare davanti, ma almeno ora la situazione è più costante, diciamo così.”
Ci sono invece gare in cui pensi di non aver massimizzato tutto e di cui non sei così orgoglioso?
“A parte Barcellona, il resto penso lo abbiamo praticamente massimizzato. Certo, riguardando poi a posteriori, si poteva gestire in modo diverso, ma al momento, con ciò che avevamo, abbiamo tirato fuori il massimo.”
Hai citato Barcellona. È una gara che ora un po’ rimpiangi e che vorresti poter rifare?
“Mi pento di come l’ho gestita in quel momento, ma bisogna anche capire come sono arrivato a quella situazione. Abbiamo fatto molte cose sbagliate nella decisione prima ancora di arrivare a… come la vogliamo chiamare… A quel momento in cui mi sono arrabbiato o qualunque cosa fosse. Ma è anche perché ci tengo molto. Avrei potuto anche semplicemente dire ‘vabbè, tanto la gara è andata’, ma non sono fatto così.
Certo, è un momento che riguardi e pensi che non sia stato ok, ma non è un episodio che, se perdo il campionato, dirò che è stato decisivo per farmelo perdere. Lo avremmo perso per la nostra prestazione generale. Siamo ancora qui anche grazie alla nostra performance, perché in altri posti abbiamo massimizzato o over-performato, o semplicemente eseguito meglio.”
Sebastian Vettel, nel podcast Beyond the Grid, ha detto che una delle tue doti principali è la capacità di rendere sotto pressione, che raramente fai errori quando la pressione è alta. È qualcosa che senti di aver sviluppato crescendo nel tuo percorso, o l’hai sempre avuto?
“Credo di averlo sempre avuto. Ovviamente con l’esperienza migliori, ma ti serve anche la macchina o l’ambiente attorno per poter rendere davvero e lottare per le vittorie. Credo di aver dimostrato, nel mio primo anno in cui ho lottato per un titolo, che ero pronto: era il 2021. Fino a quel momento non avevo mai avuto l’opportunità di lottare per un mondiale, quindi a volte è difficile sapere se sei pronto o no se non hai mai l’opportunità. Dal 2021 ce l’ho avuta.”
Pensi che questa esperienza possa essere un vantaggio contro due piloti che stanno lottando per il loro primo titolo?
“Se si tratta di rendere sotto pressione, sì. Ma, come ho detto, 24 punti sono comunque tanti e servirebbe della sfortuna pesante o un errore da parte loro perché io sia pienamente in lotta.”
Quest’anno ha avuto alti e bassi: cambio di team principal, la macchina non sempre all’altezza. Cosa hai imparato su Red Bull dal modo in cui ha reagito per essere comunque in questa posizione?
“Siamo un team forte. Abbiamo avuto momenti difficili, ma ciò che mi piace è che nessuno si è arreso al fatto che non fossimo in lotta. Abbiamo sempre cercato soluzioni, sempre provato a migliorare, e questo è esattamente ciò che abbiamo fatto. Questo dà molta fiducia guardando avanti.”
Hai sentito anche la responsabilità di guidare la squadra, vista la tua posizione nel team?
“Sì, certo. Non è che quest’anno sia stato diverso dagli altri. Devi sempre essere la miglior versione di te stesso, dare la direzione migliore possibile, esserci. Non puoi dire: ‘Quest’anno è stato terribile, lasciamo perdere’. Non sono così. Sono sempre impegnato a trovare soluzioni, lavorare al simulatore, cercare di risolvere i problemi. È forse ancora più importante negli anni difficili.”
Il prossimo anno sarà importante per il team: per la prima volta sarete fornitori di power unit. Il modo in cui Red Bull ha reagito quest’anno ti dà fiducia per questa nuova sfida?
“Nessuna garanzia. Con un nuovo motore e tutto il resto, il prossimo anno sarà importante e molto difficile, credo. Io ho fiducia nel team. Dobbiamo concentrarci su macchina e motore, e abbiamo molte persone intelligenti che se ne occupano. Il tempo ci dirà come andrà. È semplice.”
Che significherebbe per te arrivare al 2026 da cinque volte campione del mondo, con il numero 1 ancora sulla vettura? Sarebbe il tuo più grande traguardo? Ti capita di pensarci?
“Anche se non succede, non cambierà la mia vita. Va bene, sarà fantastico se ne vinco un altro, ma dobbiamo essere realistici. Siamo in questa lotta grazie ai problemi degli altri, non per quello che abbiamo fatto noi nell’arco dell’intera stagione. Sì, abbiamo fatto molto bene, abbiamo massimizzato praticamente tutte le gare tranne quelle che ho citato, ma se noi avessimo avuto una macchina dominante come la loro, per dire, il mondiale sarebbe finito da un pezzo.”
Quanto sei eccitato di essere in questa posizione con due gare da disputare, sapendo che puoi dare tutto e andare all’attacco?
“Io do sempre tutto. Non importa se sono in lotta per il titolo o no.”
Quindi per te è lo stesso, che tu stia lottando per il mondiale o no?
“Lo è. Non cerco di esagerare o lasciare perdere. La lotta mondiale è bellissima, ma io do sempre tutto quello che ho, anche se sto guidando in 12a posizione – anche se lo odio – ma quando sono in macchina non posso dirmi: oggi non darò il 100%. Non esiste. A quel punto è meglio smettere.”
Immagine di copertina: Media Red Bull
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