Il reportage di una camminata fotografica lungo l’abbandonato Valencia Street Circuit, sede del GP d’Europa di F1 tra 2008 e 2012
Durante la mia trasferta a Valencia, in occasione del finale di stagione del TCR Europe al Circuito Ricardo Tormo, mi sono concesso una “gita turistica” anche nei pressi del secondo, meno conosciuto ai giovani e ormai abbandonato, tracciato cittadino che ha ospitato il GP d’Europa di F1 tra il 2008 e il 2012. Da tifoso di Fernando Alonso, non potevo di certo esimermi dal “pellegrinaggio” nei luoghi in cui il bicampione spagnolo ha ottenuto quella che è forse una delle sue migliori vittorie in oltre vent’anni di Formula 1.
Noi di P300 avevamo già visitato il Valencia Street Circuit ormai otto anni fa, con il breve reportage di quello che era diventato il tracciato valenciano a quattro anni dall’addio della F1. Ora di tempo ne è passato il triplo: sono infatti trascorse dodici stagioni dall’ultima volta in cui la massima serie dell’automobilismo mondiale ha solcato le strade del porto di Valencia. E la situazione non è chissà quanto migliorata.
Se nel 2016, Andrea Ettori era andato in esplorazione del terzo settore e della zona dei box, nella mia visita – oltre a visitare il punto in cui Fernando Alonso andò a raccogliere la bandiera spagnola dai commissari – ho percorso il circuito dall’ultima curva fino al famoso ponte girevole realizzato dall’architetto Calatrava.
ULTIMA CURVA / ENTRATA AI BOX

Come si può vedere sin da questa prima immagine, le linee di demarcazione della pista sono ancora ben visibili. Nello specifico l’area in cui ho scattato questa foto è esclusivamente pedonale, quindi solo il Sole e le intemperie possono andare a logorare quanto rimasto. Qui si nota ancora la divisione tra l’ultima curva e l’entrata dei box, con i colori tipici della bandiera della Comunità Valenciana ancora impressi sull’asfalto, così come la linea verde che delimitava il perimetro esterno della pista.

Sempre in quest’area pedonale è ancora ben impressa sul nastro d’asfalto una piazzola di partenza dell’ultima fila dello schieramento. Come se l’ultima corsa si fosse disputata pochi mesi fa. E sulla sinistra si scorge ancora la linea bianca di demarcazione dei limiti del tracciato.
PIT LANE

Questa è praticamente l’entrata della pit lane e si può notare anche in questo contesto come tanto sia rimasto invariato. Usata esclusivamente come zona pedonale e pista ciclabile, anche qui le linee che differenziano la fast lane dalla slow lane – dove erano situate le piazzole di sosta – sono ancora ben impresse sull’asfalto.
Sul lato destro della foto si può notare come la struttura sia diventata solo uno scheletro, con qualche vetro ormai caduto, segno di un luogo rimasto abbandonato per oltre un decennio. Dal versante opposto – quello che una volta era la pista vera è propria – è stato adibito un parcheggio.

Da questo dettaglio della struttura, si può invece notare come sia stato tutto smantellato – comprese le tribune che si trovavano sopra i box -, per quanto riguarda la parte interna e la facciata principale. Il motivo, in questo caso, non è riconducibile all’abbandono quanto a un’opera di riqualificazione dello stabile iniziato a dicembre del 2023 e per il quale il comune di Valencia sta investendo oltre un milione di euro.

Quel che mi ha impressionato maggiormente è la presenza – a distanza appunto di dodici anni e un mese dall’ultimo Gran Premio disputato – del nastro che veniva apposto dai team per marcare il punto esatto in cui la vettura si doveva fermare durante i pit stop. Usurato, ma comunque ancora ben presente: simbolo di come il Circuito, una volta abbandonato, sembra rimasto quasi congelato per oltre un decennio. Inoltre in lontananza si può scorgere ancora lo sponsor “Allianz” nella linea blu di divisione delle due sezioni della pit lane.
GRIGLIA DI PARTENZA

Adesso passiamo alla pista, dove si nota ancora la scritta “Valencia” in quel nastro blu di asfalto che separava il rettilineo principale dal muretto dei box. Qui è stato ricavato un parcheggio che interessa appunto il tratto appena descritto, oltre al lato destro della griglia di partenza, cioè quello in cui erano situate le caselle dispari.

Questo è invece il marciapiede che spacca a metà quella che una volta è stato il rettilineo principale. La foto è stata scattata all’altezza della sesta fila, quella da cui Fernando Alonso è partito per andare a vincere il Gran Premio d’Europa del 2012. Tutto il lato sinistro – quello delle posizioni pari – è ora situato su una strada aperta al traffico. Oltre la linea bianca invece è stato creato uno spartitraffico alberato a sostituzione del punto in cui venivano installate le tribune principali.

Questo è invece quanto è rimasto della linea del traguardo in cui si può scorgere come nella zona del parcheggio sia nettamente più visibile rispetto alla strada che, invece, l’ha fatta invecchiare precocemente.
PRIMO SETTORE

Abbandonata la zona della partenza e della pit lane, usciamo da quest’ultima e anche qui si può notare che le linee di divisione tra le due zone sono ancora visibili dopo una dozzina di anni. Se la pista è aperta al traffico tra strada e parcheggi, la vecchia uscita dei box è diventata una zona pedonale, con elementi che comunque sono rimuovibili nel caso di un pazzo ritorno del motorsport su questa pista.

Accelerando si arriva in Curva 2 e 3, che nel lungo giro che ho fatto risulta essere quella più consumata nel corso di questi anni. Si può infatti vedere appena la fascia blu in cui erano situati gli sponsor poco fuori dalla pista.

Pochi metri più avanti si torna a trovare tanto colore. Qui ci troviamo sul breve allungo tra curva 3 e curva 4, dove è ancora ben visibile il cordolo in uscita dalla piega verso sinistra. Questa zona si affaccia sul porto di Valencia ed è completamente pedonale.

In curva 4 invece si tornano a notare gli sponsor, in questo caso “UBS” ancora ben marcato fuori dalla linea bianca, in quella che una volta era la run-off area che poi portava al tratto di pista che conduceva verso il ponte. Sulla sinistra è stato invece esteso l’edificio che si trovava poco dietro il cordolo interno. Si può infatti vedere come la geometria della curva sia stata intralciata dal muretto di protezione della Marina de Valencia.

Curva 5 ha invece cambiato totalmente volto. Se in approccio di curva si possono osservare ancora le linee bianche, queste si interrompono in un lungo marciapiede che di fatto taglia a metà la percorrenza di curva, con un’aiuola fissa che di fatto crea una barriera al percorso della pista per come l’abbiamo conosciuta.

Se tra curva 5 e curva 7 la pista mantiene il suo disegno originale, con una strada a percorrenza pubblica, che ora ha preso il sopravvento, quest’ultima piega è ora interessata dalla presenza di un campo da basket provvisorio piazzato proprio in mezzo al tracciato. Proprio in direzione di curva 7, il tracciato torna ad essere una zona pedonale.

Arriviamo quindi al punto più caratteristico del tracciato: le curve 8-9 e il Ponte di Calatrava. Qui il tempo non sembra mai essere passato, con la linea bianca e lo sponsor “UBS” ancora ben impressi sull’asfalto. In questo caso i cordoli non sono presenti in quanto messi e rimossi solo in occasione dell’evento di F1.
TERZO SETTORE

Lungo balzo in avanti, ora ci troviamo nel terzo settore e nello specifico in curva 20, quella in cui Fernando Alonso scese dalla sua F2012 per festeggiare davanti al pubblico di casa, dopo un’impresa inaspettata con una vettura decisamente meno performante rispetto alla Red Bull di Sebastian Vettel.
Qui la situazione è nettamente più tragica. La zona è stata abbandonata e soprattutto recintata. Quel che salta subito all’occhio è la nascita di erbacce in tutto il lato interno oltre la linea bianca. Il cordolo nel lato esterno della pista è invece rimasto lì, dopo dodici anni, come se si dovesse tornare ancora una volta a percorrere le curve del tracciato cittadino.
Nella zona appena al di fuori della pista, nella via di fuga, c’è un grande parcheggio a cielo aperto non custodito. Mentre in lontananza si possono scorgere invece delle baracche, sintomo di quanto questo settore del circuito non sia più stato curato.

Nella via di accesso a quest’aree sono ancora presenti i muretti storici, con tanto di presenza dello sponsor “Santander” ormai vandalizzato nel corso degli anni. La decadenza del terzo settore e il completo stato di abbandono sono anche qui rappresentati da alte erbacce e soprattutto dalla sopravvivenza di solo due recinzioni metalliche per la protezione degli spettatori.

Questa è invece una veduta da lontano di curva 20, nello specifico la zona dove venivano piazzate le tribune.

Per chiudere in bruttezza, queste sono le curve 23 e 24, il rapido e difficile sinistra-destra che poi immetteva sulla piega finale che riportava sul rettilineo del traguardo. La zona in questione è ora recintata – come si può notare dall’ombra – e anche in questo caso le condizioni sono tutt’altro che spettacolari. Tempo, usura e vandalismo hanno mangiato il tratto conclusivo del giro.
Immagini di copertina e dell’articolo: P300.it
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