La FIA sostiene di non avere indicazioni o prove di un utilizzo improprio del sistema sulle vetture di Milton Keynes
Dopo il video mostrato ieri da Sky UK sul funzionamento del sistema di regolazione sulla T-Tray Red Bull, sempre sulla TV britannica è stato il delegato tecnico della FIA, Nikolas Tombazis, a spegnere gran parte delle polemiche scoppiate in questi giorni sul caso del fine settimana.
“Da qui in poi non sarà più una cosa di cui parlare, credo che abbiamo fatto tutto il necessario per spegnere le accuse sul nascere. Ovviamente il campionato è tirato e c’è chi pone molta attenzione sulle monoposto altrui per obbligarci a verificare anche retroattivamente. Ma, al momento, credo che si tratti di una non-storia”.
Tombazis ha specificato che le riprese in regime di Parco Chiuso potrebbero non essere sufficienti a capire se il sistema è stato usato o meno, ma la FIA non ha ragioni per credere che modifiche di questo tipo siano mai state effettuate. “Stiamo parlando di qualcosa come un paio di millimetri, numeri davvero piccoli. E non abbiamo alcuna indicazione o prova che in passato sia stato fatto qualcosa di simile”.
A parlare a Sky UK è stato anche il Team Principal di Red Bull, Christian Horner, sottolineando come il sistema sia montato sulle monoposto di Milton Keynes da oltre tre anni. “L’investigazione è partita dalle lamentele di uno dei nostri rivali, ne abbiamo parlato a Singapore con la FIA che non ha avuto niente da dire. Ci sono 600 parti sulla monoposto che possono essere regolate ma non possono essere toccate in Parco Chiuso. Sarebbe più facile regolare un tirante sul fondo o la lunghezza di un pushrod che tirare via i pedali”.
Horner ha poi concluso: “Ci sono telecamere che controllano le macchine, ci sono testimoni e commissari che verificano. Le nostre macchine sono state controllate più di tutti negli ultimi tre anni, quindi siamo assolutamente tranquilli sulla questione”.
Immagine di copertina: Media Ansa
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