Hermann Tilke tira le somme del weekend del Messico, tornato in F1 dopo 23 anni di assenza. Da quel 1992 sono cambiate tante cose: le strutture e la pista in primis, rivista praticamente in ogni curva e anche nei rettilinei.
L’architetto tedesco, protagonista dei nuovi circuiti della F1 e dei restyling di quelli già esistenti, si dice impressionato dalla risposta del pubblico per questo weekend di ritorno, e poi passa ad analizzare nello specifico l’andamento del weekend. Il vero problema è stato l’asfalto, scivoloso oltre i limiti anche per la scelta conservativa di Pirelli di portare gomme soft e medie.
“Il tempo è stato limitato verso la fine. L’asfalto è stato posato solo tre settimane prima del GP, con alcuni tratti rifatti una settimana dopo per il rischio di buchi e rotture. Il fatto che sia scivoloso è normale per un tracciato nuovo, ci vuole un po’ di tempo come abbiamo visto in qualsiasi nuovo circuito. Tutto il weekend è stato comunque fantastico per la Formula 1. L’idea di passare in mezzo allo stadio non è stata nostra ma della FOM. Alla fine abbiamo visto che i sorpassi sono possibili, ma anche per l’asfalto e le gomme conservative non abbiamo visto una gara divertente, come successo in Russia nel 2014. Aspettiamo un paio d’anni e vedremo miglioramenti anche in Messico”.
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