F1 | Tecnica: il recupero Ferrari sulla Red Bull nella corsa agli sviluppi. La RB18 da lepre ad inseguitrice?

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Paolo Filisetti @paolofilisetech
23 Luglio 2022 - 19:20
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I risultati delle ultime settimane, problemi di affidabilità esclusi, ci consegnano un quadro generale nel quale Red Bull sembra aver perso con la RB18 l’identità della sua monoposto e di un progetto considerato, all’inizio dell’anno, il più efficiente dal punto di vista aerodinamico.

Per contro la Ferrari, con la F1-75, ha avviato un processo di sviluppo della sua monoposto grazie al quale, soprattutto dal GP di Spagna a Barcellona in poi, il gap di inizio anno rispetto alla RB18 è stato progressivamente ridotto.

Le modifiche introdotte sulla monoposto di Leclerc e Sainz, oltre ad aver centrato l’obiettivo iniziale, non hanno variato il concetto di base della vettura stessa, caratterizzato da un carico generato dal fondo molto elevato soprattutto in corrispondenza delle curve veloci.

Al contrario le evoluzioni portate in pista dalla RB18 hanno causato una modifica del concetto base della vettura. In occasione del GP di Gran Bretagna il team austriaco ha introdotto un fondo rivisto in molte sue parti, tra cui i canali Venturi inferiori ed il bordo laterale, con l’obiettivo di aumentare il carico generato dal fondo concentrandolo nella parte posteriore. La soluzione, ispirata a quanto visto sulla Ferrari sin dal Bahrain (con aggiornamenti successivi), ha effettivamente funzionato in quel di Silverstone; dove la monoposto di Verstappen e Pérez si è distinta, dopo le prime prove simulate, per la sua reattività nella critica zona di Maggotts, Becketts e Chapel, oltre che per la precisione in inserimento di curva.

Proprio la precisione dell’inserimento in curva è l’elemento da tenere in considerazione, in quanto caratteristica rivelatosi poco costante a seguito degli sviluppi. Laddove il carico aerodinamico costituisce elemento fondamentale per la performance, come a Monaco, la RB18 si è dimostrata poco precisa e caratterizzata da un sottosterzo importante abbinato ad un sovrasterzo in uscita, con conseguente pattinamento al posteriore e perdita di un equilibro generale. Una perdita di bilanciamento vista anche in Austria e che caratterizzava in origine questa monoposto.

Da notare come il percorso di convergenza tra la RB18 e la F1-75 sia stato originato dall’attenzione dello stesso team di Milton Keynes nei confronti della rivale, soprattutto dal GP di Miami in avanti. Come se il team tecnico capitanato di Adrian Newey avesse tentato di integrare le peculiarità della F1-75 nel suo progetto per renderlo perfetto, incrementando il carico generato in curva senza perdere competitività altrove.

Considerato il risultato del GP d’Austria e le difficoltà riscontrate nelle prove libere di ieri e nelle qualifiche odierne, appare probabile la possibilità che sulla RB18 sia stato perso il bilanciamento ottimale per l’inversione dei fattori della sua equazione prestazionale. La conseguenza di ciò sono l’elevato degrado riportato al Red Bull Ring e le difficoltà emerse anche a Le Castellet.

Ad un punto della stagione cruciale per il suo prosieguo è da capire se e quanto sarebbe produttivo tornare alla configurazione tecnica precedente al GP di Silverstone. Questo potrebbe sì ristabilire l’equilibro generale della RB18, ma con il serio rischio – se non una certezza – di ritrovarsi alle spalle di una F1-75 sempre in aggiornamento, con poche sicurezze dal punto di vista di un possibile recupero. In pratica si tratterebbe di un rovesciamento dei ruoli, con la monoposto di Milton Keynes non più lepre ma inseguitrice.

Immagine: Media Red Bull

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