F1 | Tecnica: Aston Martin AMR22 e McLaren MCL36. L’analisi al dettaglio

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Paolo Filisetti @paolofilisetech
15 Febbraio 2022 - 20:00
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Aston Martin: l’originalità mascherata da un aspetto convenzionale. McLaren: attenzione al dettaglio aerodinamico e originalità delle sospensioni.

La AMR22 è stata la prima vera F1 2022 presentata. La monoposto del team di Lawrence Stroll, a prima vista, sembra un concetto piuttosto convenzionale a livello di interpretazione delle nuove regole. Ciò nonostante, analizzandola dall’estremità anteriore è stato possibile notare come in quest’area l’interpretazione del regolamento permetta soluzioni diverse.

In dettaglio, l’estremità del muso non coincide con il bordo d’ingresso dell’ala, bensì con quello del secondo profilo, a valle di una prima soffiatura a tutta larghezza. Le semiali, tendono ad essere leggermente più alte al centro scendendo verso l’esterno con un profilo ad “ala di gabbiano” che in parte ricorda le prime Jordan. Questa scelta ha per obiettivo l’incremento del flusso inferiore verso i canali Venturi. Interessanti le piccole, alte e squadrate imboccature delle fiancate che inglobano le strutture deformabili laterali, e la presenza di un doppio divergente (splitter), tra le caratteristiche che più contraddistinguono questa vettura, oltre le lunghe fiancate dotate di feritoie per lo smaltimento del calore, un diffusore squadrato e un’ala posteriore con paratie particolari dotate di un’interessante soffiatura.

La McLaren ha presentato la MCL36 il giorno dopo, di fatto svelando una monoposto estremamente curata nei dettagli della veste aerodinamica ed una originalità a livello meccanico, con gli schemi delle sospensioni di fatto opposti rispetto alla concorrenza. Infatti all’avantreno è ricomparso lo schema pull rod a tirante, abbandonato da poco meno di un decennio dal team di Woking che lo aveva adottato per l’ultima volta sulla MP4/28 del 2013.

Al retrotreno, invece, interessante l’adozione dello schema push rod che implica la collocazione degli organi interni della sospensione sopra la scatola del cambio, liberando la zona interessata dallo sviluppo verticale dei canali del diffusore. Inoltre, praticamente certa la sostituzione del triangolo superiore con uno schema multi link, con due bracci separati.

L’ala anteriore della Aston Martin AMR22

Evidenziata, sulla AMR22, la posizione dell’estremità del musetto, a livello del bordo di ingresso del secondo elemento dell’ala. L’andamento delle semiali, ha un profilo ad ala di gabbiano che ricorda alcune monoposto tra cui la Jordan dei primi anni ’90. L’obiettivo quello di canalizzare un flusso il più ampio possibile verso i condotti Venturi sul fondo.

Le imboccature laterali sulle fiancate della AMR22

Imboccature ridotte

Colpiscono le imboccature delle fiancate ridotte nella loro sezione. Si nota però a lato un taglio verticale a “fetta di salame” del bordo di ingresso delle fiancate, coperto con un pannello in carbonio, che molto probabilmente cela una ulteriore canalizzazione interna, forse sfruttabile nei GP più caldi o con un’altra funzione aerodinamica.

Il confronto frontale tra la McLaren MCL35M (2021) e la MCL36 (2022)

Si nota da subito il diverso andamento dell’ala con la posizione bassa ed arretrata del musetto, posto a livello del secondo elemento come sulla Aston Martin. Il profilo dell’ala però in questo caso presenta un cucchiaio centrale, con le semiali sollevate rispetto alla sezione centrale. Spicca lo schema della sospensione anteriore pull rod rispetto al push rod dello scorso anno. Le imboccature delle fiancate sono orizzontali, oblunghe, piuttosto simili alla vettura precedente. Interessante notare come le prese d’aria dei freni siano delle semplici palpebre negli ampi schermi ricurvi all’interno delle ruote anteriori.

I microdettagli di aerodinamica sulla MCL36

Microaerodinamica McLaren

Interessante la presenza di piccoli deflettori verticali ai lati dell’abitacolo all’altezza dei supporti degli specchietti.

Si nota poi, alla base dell’halo, la presenza di un profilo orizzontale per lato, con la funzione di indirizzare verso la beam wing posteriore il flusso d’aria.

Dettaglio dello scalino per aumentare l’outwash sulla MCL36

Aumenta l’effetto outwash

Interessante la presenza, nella zona di collegamento tra i profili e le paratie dell’ala anteriore, di uno scalino con la funzione di generatore di vortici che incrementano l’effetto out wash in questa zona.

Lo schema push rod e lo schema multi link al retrotreno della MCL36

Push rod al posteriore

Molto interessante anche l’adozione dello schema push rod al posteriore, con gli elementi interni della sospensione posizionati in alto, per liberare in altezza l’area di sviluppo verticale del diffusore.

Altrettanto degna di nota l’adozione di un multi link (così pare) superiore al posto del tradizionale triangolo.

Illustrazioni © Paolo Filisetti

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