Il 2015 ha visto una diminuzione dei sorpassi in pista rispetto al 2014. Con 19 gare in entrambe le stagioni per via del forfait della Germania, Pirelli ha tracciato i numeri finali dell’ultimo campionato.
Nonostante l’arrivo impetuoso di Max Verstappen nel Circus, che da solo ha collezionato 49 sorpassi nell’arco della stagione (quasi il 10% sul totale), le manovre di sorpasso in quest’anno sono state 509, con un picco di 60 nella sola gara di Sepang, in Malesia, dopo le sole 11 (record negativo) dell’evento inaugurale a Melbourne.
Da segnalare anche Carlos Sainz Jr, autore di 54 sorpassi. Segno che la Toro Rosso ha portato in pista due ottimi piloti d’attacco. Con 94 sorpassi di squadra, da soli i due Rookie hanno portato a casa quasi il 20% di tutti i sorpassi dell’anno. Non male.
Nonostante questo, c’è stata una diminuzione del 20% rispetto alla passata stagione: 509 sorpassi contro 636. E, se escludessimo quelli propiziati dal DRS, quelli ‘puri’ sarebbero molti meno.
E’ di Sebastian Vettel il recordo di sorpassi in una sola gara in Canada, con 13 manovre. Per contro, Nico Rosberg e Lewis Hamilton sono stati superati solamente tre volte ognuno nell’arco dell’intera stagione. Fa amaramente sorridere il dato relativo a Fernando Alonso, recordman di sorpassi nelle fasi di partenza: 28 posizioni guadagnate dallo spagnolo allo start.
Calo anche dei pitstop totali (e questo non piacerà ai cultori dello ‘spettacolo’): 706 contro 817 soste ai box. 14% in meno rispetto alla passata stagione, con una media di 37 a gara (1.88 per pilota in media) contro le 43 del 2014.
17.580 le gomme utilizzate nel 2015, 2.448 in meno rispetto alla passata stagione.
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Il dato sorpassi è emblematico. Anche su questo fronte c’è da lavorare. Se, appunto, escludessimo dal conteggio totale dei sorpassi quelli aiutati dal DRS, quel valore di 509 calerebbe drasticamente, anche del 60/70%. E aumenterebbe ancora il riconoscimento nei confronti di Verstappen e Sainz, autori di sorpassi in punti improbabili e non sempre aiutati dall’ala mobile.
Resta intatta, negli ultimi anni, la difficoltà di seguire in scia l’auto che precede, soprattutto in curva. E questo penalizza chiaramente le possibilità di sorpasso: Kers prima e DRS poi hanno solo tamponato un’emergenza ancora viva, così come le regole ‘a sfavore’ del pilota che subisce l’attacco, che ora deve lasciare spazio al minimo accenno di sorpasso da parte di chi segue.
Una considerazione: negli ultimi tempi il concetto di spettacolo è stato associato al numero di sorpassi. Non è automaticamente così. Siamo sempre stati sostenitori dei pochi sorpassi sudati rispetto ai troppi agevolati. Ma ci deve essere un equilibrio tra gli eventi. Il DRS, di suo, è un sistema ad handicap, nel quale chi sorpassa è avvantaggiato e chi viene sorpassato non può nemmeno difendersi. Niente a che vedere con il “push to pass” della Indy, che può essere utilizzato anche da chi si difende.
Il nodo principale è che le monoposto dovrebbero dar modo a chi segue di restare in scia più facilmente, rispetto ad ora, in percorrenza di curva. Senza perdere, quindi, quella percentuale di carico che attualmente impedisce di mantenere la distanza da chi è davanti. In questo modo il DRS non sarebbe più necessario e si potrebbe tornare a lotte più vere e sudate.
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