F1 | Silverstone e il caso razzismo Piquet – Hamilton. Cronologia, reazioni, strumentalizzazioni. Cosa è successo e cosa succederà?

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Tempo di lettura: 8 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
29 Giugno 2022 - 08:00
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Hanno fatto scalpore le parole di Nelson Piquet su Lewis Hamilton riguardo i fatti di Silverstone 2021. Parole, però, risalenti al novembre scorso.

In un mondo ormai votato da anni al politically correct ed ultimamente ultrasensibile ai temi sociali ed antirazziali come l’attuale Formula 1 le espressioni fuori posto non vengono più ignorate e, anzi, vengono contrastate duramente da piloti, team, F1 stessa e Federazione Internazionale. Il caso più fresco di reazione è quello della rottura del contratto da parte di Red Bull Racing con Jüri Vips, estromesso dallo Junior Team austriaco per le polemiche scaturite a seguito di alcuni suoi commenti poco edificanti in una live su Twitch, che avevano in prima istanza portato ad una sospensione del pilota estone.

Un’altra bomba è scoppiata nella giornata di ieri e riguarda Nelson Piquet senior e Lewis Hamilton. L’argomento è il contatto alla curva Copse tra il sette volte campione del mondo e Max Verstappen di un anno fa a Silverstone, che ha portato al ritiro dell’olandese dopo neanche mezzo giro di gara.

Il tre volte campione brasiliano ha scatenato l’ira di gran parte degli addetti ai lavori del Circus per un’intervista al giornalista Ricardo Oliveira.

Questo stralcio contiene la parte incriminata dell’intervista nella quale, parlando dell’episodio della Copse e raffrontandolo con quello di Suzuka 1990 tra Senna e Prost, Piquet nomina l’inglese più volte con un termine dall’accezione dispregiativa, “neguinho”, senza mai chiamarlo per cognome. Al di là del parere del brasiliano sull’episodio in sé, quello che ha scatenato le fortissime reazioni che seguono è proprio la parola utilizzata.

Le reazioni

Come detto non sono mancate le reazioni, fortissime, alle parole del brasiliano soprattutto sui social network in difesa di Hamilton e contro ogni forma di discriminazione.

TEAM MERCEDES: “Condanniamo nel modo più fermo qualsiasi uso di linguaggio discriminatorio e razzista. Lewis ha diffuso gli sforzi del nostro sport nel combattere il razzismo ed è un vero campione nel promuovere la diversità in pista e fuori. Insieme, condividiamo la visione di un motorsport inclusivo e che riconosca le diversità, e questo episodio sottolinea l’importanza di continuare a lottare per un futuro migliore”.

F1: “Il linguaggio discriminatorio o razzista è inaccettabile in qualsiasi forma e non ha spazio nella società. Lewis è un ambasciatore incredibile per il nostro sport e merita rispetto. Il suo instancabile impegno per dare più spazio alle diversità e all’inclusione è una lezione per molti ed un qualcosa nel quale la stessa Formula 1 è a sua volta impegnata”.

FIA: “La FIA condanna fortemente qualsiasi comportamento o linguaggio razzista o discriminatorio, il quale non ha spazio nello sport e nella società in generale. Esprimiamo solidarietà a Lewis Hamilton e supportiamo pienamente il suo impegno per l’uguaglianza, la diversità e l’inclusione nel Motorsport”.

Lo stesso Hamilton ha contestato in modo diretto quanto successo, retwittando un post piuttosto chiaro e pubblicando successivamente un commento più ampio.

“È qualcosa che va al di là del linguaggio. Questa mentalità arcaica deve cambiare e non avere più spazio nel nostro sport. Sono stato attorniato e bersagliato da questi atteggiamenti per tutta la vita. C’è stato molto tempo per imparare, ora è il momento di agire”.

Oltre ai canali ufficiali e al diretto interessato, anche diversi piloti hanno commentato l’accaduto.

Charles Leclerc: “Conosco Lewis da quando sono arrivato in Formula 1 ed è stato sempre estremamente rispettoso verso di me e chiunque incontri. Questi valori dovrebbero essere lo standard verso qualsiasi persona nel mondo. I commenti fatti su di lui non possono essere tollerati e dobbiamo continuare a spingere per uno sport più inclusivo e con più diversità. Dobbiamo eliminare i comportamenti discriminatori ed il linguaggio razzista in ogni forma non solo dal nostro sport ma dall’intera società”.

Daniel Ricciardo: “Discriminazione e razzismo non hanno spazio in questo sport e nella società. Chi continua a diffondere odio e usa certe parole non può essere mio amico. Voglio appoggiare Lewis e tutto il lavoro che ha svolto in pista e fuori non solo per diffondere messaggi di uguaglianza ma anche per combattere questo odio. Io non ho mai avuto a che fare con azioni motivate dal razzismo ma lui sì, per tutta la vita. Ed ogni volta la sua risposta verso l’odio è motivata dalla maturità, positività e dall’educare il mondo sul come dovremmo agire. Sono al suo fianco e farò tutto quello che posso per seguirlo e supportarlo“.

Esteban Ocon: “Tutti i linguaggi razzisti o discriminatori non hanno assolutamente spazio nel nostro sport e nella nostra società. Quando è troppo è troppo. Ho lavorato e speso del tempo con Lewis nel corso degli anni e so che tipo di persona è. Sempre genuina e rispettosa di chiunque attorno a sé. Ha fatto così tanto per la Formula 1, fuori e dentro la pista, e siamo orgogliosi di averlo a capo della nostra lotta per le future diversità e l’inclusione nel Motorsport. Io sto con Lewis ed il suo impegno per fare dello sport che amiamo un posto migliore per tutti”.

George Russell: “Grande rispetto per Lewis. Per il nostro sport ha fatto più di tutti gli altri piloti nella storia, non solo in pista ma anche fuori. Il fatto che lui ed altre persone debbano ancora combattere con questi comportamenti è inaccettabile. Dobbiamo restare tutti uniti nella lotta alla discriminazione di ogni genere“.

Heinz-Harald Frentzen: “Qualsiasi forma di razzismo è inaccettabile. Anche se Lewis non avesse fatto abbastanza per guadagnare il nostro rispetto, non deve mai essere vittima di questi tipo di abusi, soprattutto da un collega. Chiunque sia collegato alla F1 dovrebbe essere di esempio“.

Strumentalizzazione o caso?

Curioso è il fatto che in nessuno dei commenti riportati venga menzionato esplicitamente il nome di Nelson Piquet. Solo Frentzen – ex pilota da anni – nomina un “fellow racer”: è l’indicazione più chiara sul brasiliano, nonostante sia evidentemente chiaro che tutto questo scalpore ruoti attorno al suo commento. Che si tratti di una scelta condivisa o meno non è dato sapersi: forse, un riferimento chiaro – anche solo da parte delle istituzioni, FIA e F1 – avrebbe dato maggior forza al messaggio divulgato.

Un’altra curiosità riguarda la cronologia degli eventi. L’intervista di Piquet è infatti risalente al 3 novembre 2021, tra i Gran Premi del Messico e del Brasile della scorsa stagione, ma solo negli ultimi giorni il contenuto discriminatorio è diventato virale con le reazioni di cui sopra. Nel mondo ultra connesso di oggi, per chi conosce Nelson Piquet ed il tenore delle sue affermazioni da sempre, fa quasi più scalpore che certi commenti siano rimasti in ghiacciaia per otto mesi più che il loro contenuto. Ai tempi della rivalità con Ayrton Senna, Piquet insinuò più volte che il suo connazionale fosse omosessuale con evidente tono dispregiativo mentre anni dopo, quando Magic era già scomparso, a precisa domanda su chi tra loro due fosse il migliore, rispose “io sono ancora vivo”. Insomma, il personaggio Nelson Piquet non è nuovo a sbandate del genere, con la differenza che ora sono molto più pericolose dal punto di vista dell’immagine.

Altra coincidenza curiosa riguarda il fatto che, con otto mesi a disposizione, il rilancio dei commenti indifendibili di Piquet sia giunto a pochi giorni dal Gran Premio di Gran Bretagna, un anno dopo l’incidente tra Hamilton e Verstappen che ha rappresentato l’inizio del recupero dell’inglese e di Mercedes nel campionato, poi perso ad Abu Dhabi. Il nesso è di stampo “gossip”, argomento dal quale ci teniamo sempre e da sempre (oltre che volentieri) a distanza ma che, in questa occasione, aiuta a capire meglio le ipotesi circolanti. È noto infatti che il campione del mondo in carica sia fidanzato con Kelly Piquet, figlia del tre volte campione brasiliano. In questo c’è chi vede, al di là della condanna ineccepibile del comportamento, una tempistica quanto meno precisa atta, magari, a distrarre l’olandese visto il rapporto “stretto”, diciamo così, con Piquet Sr.

Ovviamente la vicinanza del pilota Red Bull al campione ’81, ’83 e ’87 non ha fatto altro che scatenare le peggiori frange dei social (ricorderete il caso Latifi dopo Abu Dhabi), con commenti che vanno oltre ciò che viene criticato, come spesso succede in luoghi non adeguatamente controllati e moderati.

Cosa succederà ora?

Philip Duncan, di Press Association Sport, ha riportato che secondo alcune voci l’accesso al Paddock di Nelson Piquet potrebbe essere revocato in caso di mancate scuse pubbliche a Lewis Hamilton. È evidente che una qualche presa di posizione da parte del tre volte campione del mondo brasiliano dovrà esserci, anche se il suo passato dovrebbe far capire che si tratterebbe più di una dichiarazione “politically correct” per calmare le acque. Come tante altre, sincere o meno che siano, buone solo a mantenere pulita l’immagine.

Immagine: ANSA

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