F1 | Senna 30 anni dopo. Il ricordo di OMP

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
2 Maggio 2024 - 18:00
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Un ricordo particolare di Ayrton, da parte di chi l’ha “vestito” per salire in monoposto collaborando con lui per diverse stagioni: l’italianissima OMP

Il 1° maggio non è un giorno come gli altri, per gli appassionati di Formula 1 e di motorsport. Tutti pensano ad Ayrton Senna, e al Gran Premio di San Marino del 1994. Questa volta la data ha ancora più significato, perché segna i 30 anni esatti dalla scomparsa dell’asso brasiliano. Ayrton in quel momento probabilmente era non solo il pilota, ma lo sportivo più famoso e amato del pianeta.

OMP ha avuto il piacere e il privilegio di equipaggiarlo all’apice dei suoi trionfi, lavorando al suo fianco. Il 1° maggio 1994, quindi, il marchio ligure ha perso molto più che un semplice testimonial. Senna ha però lasciato in eredità un incredibile patrimonio umano, di consigli ed esperienza, oltre alla gioia per 19 vittorie e due titoli mondiali festeggiati insieme, nel 1990 e 1991.

La collaborazione con Ayrton cominciò proprio nella stagione 1990, in modo quasi incredibile. Roberto Percivale, uno dei tre fratelli fondatori di OMP, andò in missione al Gran Premio di Monaco, riuscendo a siglare un accordo di esclusiva. Il contratto venne firmato al giovedì, la giornata che nel Principato era dedicata alle prime prove libere e qualifiche. Come tradizione, invece, al venerdì, la Formula 1 a Montecarlo non scendeva in pista, permettendo il miracolo.

Roberto Percivale rientrò in fretta alla base di Ronco Scrivia, operativa da pochi mesi e distante circa 200 chilometri. In appena ventiquattro ore venne confezionata la tuta su misura per il leader del Mondiale, già campione del mondo 1988. Sabato mattina il kit gara venne consegnato ai box. Domenica, nella prima gara disputata indossando OMP, Ayrton conquistò una fantastica vittoria dopo essere partito dalla pole-position. Sul podio, la sua tuta rossa della McLaren aveva ben in vista, sulla cintura, il marchio giallo e nero. Ciliegina sulla torta, al terzo posto concluse il compagno di squadra Gerhard Berger, anche lui vestito da OMP.

Passo dopo passo, i tecnici e il reparto sartoria di Ronco Scrivia svilupparono soluzioni innovative grazie ai suggerimenti di Ayrton. Sua fu l’idea di spostare le cuciture dei guanti dall’interno all’esterno, rendendole piatte e a vista: l’estetica forse ne risentiva un po’, ma al pilota era permessa una presa più salda sul volante riducendo le pressioni e i dolori alle dita, specialmente perché le vetture di Formula 1 avevano ancora il cambio a leva. Non a caso, del primo incontro con Ayrton colpirono le sue mani, piene di calli.

“Io iniziai a seguire Ayrton dal 1991. Normalmente mi interfacciavo con il team McLaren o con il pilota via fax, non esistevano le email, e in questo modo ci scambiavamo messaggi e immagini per mettere a punto i prodotti. Quando le gare erano più vicine, mi presentavo in pista per incontri e verifiche di persona”, racconta Luigi Rossi, oggi Marketing & Communication Director di Racing Force Group e all’epoca membro dell’ufficio tecnico OMP.

“Ayrton aveva una sensibilità fuori dal comune, sentiva cose che la maggior parte degli altri piloti non percepivano, come ad esempio un’etichetta o una cucitura spostata di pochi millimetri”, ricorda Rossi. “La tuta è rimasta più o meno sempre la stessa nelle sue parti basilari, Ayrton è sempre stato soddisfatto. Ad esempio, voleva il collo in maglina, perché più morbido. Anche i sottocaschi e l’underwear avevano cuciture piatte esterne, erano un suo pallino. Il vero segreto dei suoi guanti stava però nel materiale del palmo: facemmo una ricerca intensissima sul mercato, per trovare una pelle molto gommosa che dava una presa incredibile sul volante, specialmente per l’epoca. Quello destro era inoltre più imbottito, proprio per l’uso del cambio”.

OMP lanciò sul mercato un modello di guanto derivato da questo lavoro: non poteva che chiamarsi “Ayrton”. Rimase a catalogo per tanti anni, venendo scelto anche da altri piloti del Circus e di altre categorie, tra cui addirittura il Mondiale Rally. Ancora adesso, i guanti top di gamma OMP, compresi i nuovi ONE Evo FX utilizzati nella stagione 2024 dai piloti del team Aston Martin F1, mantengono la soluzione delle cuciture esterne.

Per il 1994 Ayrton si accordò con Williams, la squadra del momento. Si preannunciava un binomio invincibile. Durante i primi test invernali, era strano vedere il pilota paulista indossare una tuta blu, e non più rossa, pur sempre realizzata da OMP.

Purtroppo la favola di Ayrton si chiuse tragicamente in quel 1° maggio, con l’incidente di Imola. La sua scomparsa fu uno shock tremendo per tutti i dipendenti OMP, così come per l’intera Formula 1. Il suo sacrificio, insieme a quello di Roland Ratzenberger, scomparso soltanto il giorno precedente in un weekend maledetto, fu però fondamentale nel dare slancio al miglioramento della sicurezza del motorsport. Prerogativa e missione del marchio OMP sin dal 1973.

Fonte testo e Immagini: OMP / Racing Force Group

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