F1 | Schumacher, a 10 anni da Méribel un monito: basta sciacallaggio

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
2 Novembre 2023 - 11:30
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A fine dicembre il triste anniversario dell’incidente che ci ha allontanati da Michael. Il suo nome usato solo per convenienza mediatica

Alla fine dell’anno, il 29 dicembre per l’esattezza, saranno trascorsi 10 anni dall’incidente sulle nevi di Méribel che ci ha allontanati dalla figura di Michael Schumacher.

In questi giorni il suo nome è tornato in auge per le dichiarazioni rilasciate alla rivista tedesca Legal Tribune Online del legale della famiglia, Felix Damm, che ha spiegato per filo e per segno la scelta del riserbo sulle sue condizioni cliniche.

Niente di nuovo sotto il sole, ovviamente. Il legale ha precisato che le informazioni sullo stato di salute di Schumi sono di competenza unica dei famigliari, in quanto dati sensibili e in quanto esiste un diritto – sacrosanto – a rifiutarsi nel divulgare informazioni sulla salute di un caro.

Conoscendo un minimo lo strenua difesa della sfera personale che Michael ha portato avanti nel corso della sua carriera, era evidentemente immaginabile che una situazione delicata come quella del suo incidente sarebbe stata trattata nello stesso identico modo da parte dei suoi cari.

Il non divulgare direttamente informazioni rappresenta una doppia arma per la famiglia, che può contemporaneamente proteggere la privacy del campione e ha teoricamente il potere di perseguire ogni indiscrezione non ufficiale o fake news sulla sua salute.

Proprio riguardo le fake news e i clickbait è stucchevole notare come, da ormai dieci anni, la macchina del fango a livello internazionale – e non solo italiano, sia chiaro – continui a sfruttare la combinazione del nome e cognome di Michael e delle attuali tecniche SEO per portare a guadagni facili tramite articoli dai contenuti nulli, creati ad arte solo per invogliare il pubblico a cliccare con titoli accattivanti, che lasciano presumere che ci sia qualche novità sulle condizioni di Schumi.

Lo ripeteremo all’infinito: le uniche notizie sulle condizioni di Michael Schumacher possono essere rilasciate dalla strettissima cerchia che si prende cura di lui. Non esistono piloti, ex piloti o personaggi estranei alla famiglia abilitati a poter divulgare informazioni sul suo stato di salute. Questo, di suo, categorizza alla perfezione il 95% del pubblicato a livello globale da inizio 2014.

È anche indicativo il fatto che la maggior parte di quello che si legge, dal 2014 ad oggi, riguardi esclusivamente le pseudo indiscrezioni sulla salute di Schumi più che i vent’anni di attività in pista, le 91 vittorie e i sette titoli mondiali che, ad oggi, lo equiparano (ancora) a Lewis Hamilton. In questo è necessario un richiamo allo Sport di cui ha fatto parte e alla cui crescita a livello mondiale ha contribuito per anni. La F1 ha la possibilità di celebrare al meglio ogni suo campione, soprattutto i più grandi. Si esponga, allora, per evidenziare la cattiva informazione, invece che per ricordarne puntualmente ogni record abbattuto.

Nel documentario trasmesso da Netflix due anni fa, “Schumacher”, la moglie Corinna e il figlio Mick si sono lasciati andare a due dichiarazioni molto forti: “Michael mi manca ogni giorno, ma c’è. È diverso, ma c’è e ci dà forza” dice Corinna, mentre Mick confessa “Avremmo avuto molto di cui parlare. Rinuncerei a tutto solo per questo”. Parole, accompagnate dalle lacrime di una moglie e l’espressione persa di un figlio, che possono dire molto più di un freddo comunicato medico che da anni viene chiesto come se fosse dovuto, obbligato.

Proprio per questo, a quasi 10 anni da quella triste giornata, lanciamo da queste pagine un monito ai lettori. Il decimo anniversario dall’incidente di Méribel sarà sicuramente l’occasione per i soliti sciacalli del web e gli affabulatori da giornale scandalistico per avere un ritorno facile sotto le feste con le solite, ritrite, notizie del nulla.

Chiedere che questa pratica finisca di suo è impossibile. Per questo, quello che vogliamo chiedere invece è un atto di coscienza da parte dei lettori, il fulcro sul quale si basa in realtà l’informazione. I lettori hanno una grande responsabilità e una potenza inaudita, quella di poter scegliere a chi affidarsi. Pensateci quando, da metà dicembre in poi, inizieranno a circolare fake news e clickbait sulle condizioni di Michael. Imparate a riconoscerle e ad evitarle. Farete un favore a voi, a Michael – il cui rispetto viene costantemente calpestato – e all’informazione in generale.

L’invito è rivolto anche alle testate che vogliano condividere questo monito, in modo da inviare un messaggio forte e unito di rispetto nei confronti di Schumi e della sua famiglia in un periodo, quello di fine anno, sempre difficile da affrontare.

Immagine: ANSA

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