Nico Rosberg parla del declino che la F1 ha subito negli ultimi anni in Germania. Dichiarazioni non scontate che lasciano spazio ad un po’ di umiltà e vanno un po’ ‘contro’ i quello che la F1 vuole che si dica di lei.
Nonostante lui e Sebastian Vettel siano al top della categoria, con Nico secondo in classifica dietro Lewis Hamilton, una Mercedes dominante e un Sebastian già quattro volte campione del mondo, gli organizzatori tedeschi faticano a trovare fondi per pagare le tasse imposte da Ecclestone e gli spettatori necessari a riempire le tribune. Esempio lampante la cancellazione del GP di Germania del 2015. Ma già negli anni precedenti si erano viste le tribune semideserte, segno di un interesse sempre più basso in un paese dalla buona tradizione motoristica.
Tra le motivazioni che Rosberg elenca per giustificare il calo, anche il fatto che ai tedeschi manchi il carisma che ha contraddistinto Michael Schumacher nella sua epoca d’oro: “E’ stato spiacevole perdere il Gran Premio quest’anno, ma l’anno prossimo ci sarà. Un mondiale senza la Germania in calendario è strano, ne abbiamo bisogno.
L’abbiamo perso perché Bernie vuole (troppi?) soldi. Poi c’è il problema dell’interesse calato rispetto a tempo fa. Abbiamo visto l’entusiasmo dei messicani, in Germania non è più così. La situazione è cambiata dai tempi di Michael, abbiamo visto la stessa cosa nel tennis quando Boris Becker ha smesso.”
Nonostante lui, la Mercedes e Vettel stiano tenendo alta la bandiera tedesca, il commento è secco: “Sì è vero, ma non siamo Schumacher. Dobbiamo capire bene cosa fare per migliorare la situazione”.
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