F1 | Review fine stagione 2025, Oscar Piastri: l’unico vero sconfitto di stagione

Di: Simone Casadei
Pubblicato il 31 Dicembre 2025 - 15:00
Tempo di lettura: 3 minuti
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F1 | Review fine stagione 2025, Oscar Piastri: l’unico vero sconfitto di stagione

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Segue la review di fine stagione di Oscar Piastri (McLaren) per il mondiale 2025 di F1

Un Mondiale vissuto sulle ali dell’entusiasmo e sulla speranza di uno storico titolo, che all’Australia manca dal 1980, l’anno di Alan Jones. Una classifica della quale pareva essere lui il solo padrone, destinato a riportare in Oceania il titolo di Campione del Mondo per riuscire dove altri compatrioti, tra cui il proprio manager Mark Webber, avevano fallito. Alla fine, del 2025 di Oscar Piastri, resta solo questo. Sogni e ambizioni che hanno avuto basi solide su cui vivere fino alla conclusione dell’estate, per poi tramutarsi in incubi e agonia in un continuo susseguirsi di errori, perdita di prestazione e, probabilmente, di leadership all’interno della propria squadra.

Neanche a dire che la prima parte della stagione dell’australiano sia stata una vera passeggiata. L’annata di Piastri è partita tutta in salita dopo un esordio poco felice a casa sua, a Melbourne, dove uno scroscio di pioggia arrivato al momento sbagliato gli ha impedito di conquistare il primo podio in patria per un australiano. Nonostante il duro colpo, il classe 2001 si è rialzato immediatamente, trionfando in Cina e infilando tre successi consecutivi a Manama, Jeddah e Miami. Uno stato di forma eccezionale, al quale però il vicino di box e unico, almeno fino a quel momento, rivale per il titolo Lando Norris ha sempre provato a rispondere, come testimoniato dagli appena 9 punti che dividevano il duo papaya all’arrivo della pausa estiva.

Proprio qui il Mondiale di Piastri ha vissuto il suo più grande alto e, subito dopo, il suo tonfo maggiore. Una dicotomia che ha del bizzarro e del tragicomico, se si pensa a come la sceneggiatura del campionato dell’australiano sia stata stravolta nel giro di un paio di settimane. Alla festa di Zandvoort, giorno del settimo trionfo annuale di Oscar e del suo conseguente allungo, pesante, in classifica grazie allo zero per affidabilità rimediato da Norris, sono seguite le polemiche e le voci per l’ordine di squadra impartito allo stesso Piastri a Monza. La vera svolta dell’intera stagione, come più volte vi è stato raccontato su questa pagina. Quel messaggio in radio, arrivato con così pochi chilometri da disputare e in concomitanza con quello che sarebbe potuto essere un altro colpo potenzialmente letale, ha messo fine alle ambizioni mondiali dell’australiano, che, dall’Italia, non è più riuscito a mettere in fila alcun risultato di rilievo.

Ne sono una prova gli errori, tutti piuttosto pesanti, dell’Azerbaijan e delle Sprint di Austin e San Paolo. Weekend in cui Piastri ha rimediato zeri gravosi per la propria classifica, che si sono rivelati determinanti a fine anno. La sua freddezza e la sua lucidità, decantate fino a quel punto della stagione, sono venute meno, mostrando un pilota più fragile di quello che ci si poteva aspettare e che, tra una squadra che non lo ha sostenuto come sperato e la difficoltà sempre elevata di dover fare i conti con una lotta per il titolo, si è sciolto come neve al sole nel momento nel quale, quella neve, si sarebbe dovuta trasformare in ghiaccio inscalfibile.

I colpi di coda a Doha e ad Abu Dhabi non sono bastati per riaccendere le speranze di Piastri, che ha concluso il suo Mondiale anche alle spalle di Max Verstappen, dopo aver vantato, alla vigilia del Gran Premio d’Italia, un margine di 104 punti nei confronti del quattro volte iridato. Battuto e sconfitto, Oscar si trova ora dinnanzi ad un bivio per il 2026: emulare quanto fatto da Norris tra lo scorso campionato e quello appena conclusosi, correggendo i propri sbagli e tornando più forte e maturo, oppure soccombere totalmente al compagno, che potrà presumibilmente godere di una considerazione maggiore anche grazie al numero che sarà incollato alla sua monoposto.

Immagine: Media McLaren

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