Segue la review di fine stagione di Oliver Bearman (Haas) per il mondiale 2025 di F1
Il debutto assoluto con la Ferrari, in Arabia Saudita nel 2024, aveva stupito tutti. E, nelle uscite in cui si era trovato a sostituire Kevin Magnussen, in quella che sarebbe stata la sua nuova casa, la Haas, aveva confermato alcune delle belle impressioni avute su di lui. Oliver Bearman era atteso al varco della sua prima stagione intera da rookie in F1. Se c’è una cosa certa, è che il giovane britannico non ha affatto deluso.
Con 41 punti nella sua prima stagione completa Bearman ha confermato di essere un pilota con del gran potenziale per il futuro. Si pensava che il suo primo anno dovesse rappresentare un po’ la stagione di apprendimento, soprattutto con un compagno di squadra ormai esperto come Esteban Ocon. Il britannico, invece, si è messo subito bene in mostra togliendosi, addirittura, lo sfizio di arrivare davanti al francese in classifica iridata, sebbene di appena tre punti. Se, da un lato, il risultato non è positivo per Ocon, dall’altro dimostra quanta grinta ci abbia messo il britannico, capace di sfiorare il podio in Messico e con un ruolino di marcia fantastico nell’ultimo terzo di stagione.
L’anno di Bearman, infatti, può essere diviso in tre periodi distinti. Una fase iniziale molto positiva, con tre arrivi in top ten nelle prime quattro gare (dalla seconda alla quarta), un bel digiuno lungo ben dieci appuntamenti (da Jeddah a Budapest) e una parte finale (da Zandvoort ad Abu Dhabi) dove il britannico ha raccolto la maggior parte dei suoi punti, fornendo prestazioni decisamente positive. Dei 41 punti totali, Ollie ne ha raccolti 37 dal ritorno dalla pausa estiva, segno di un cambio di marcia importante.
Spicca, evidentemente, il quarto posto in Messico, seguito da un sesto importante ad Interlagos (il secondo dopo quello di Zandvoort) nel contesto di cinque arrivi consecutivi in top ten, risultato poco pensabile per la Haas ad inizio stagione.
Se c’è un ambito nel quale il britannico deve un attimo ragionare è l’aggressività, che lo porta spesso ad accumulare penalità e punti patente. Globalmente, invece, Bearman ha già mostrato un’adeguata velocità e costanza in gara, con la capacità di difendersi bene e resistere agli attacchi dei colleghi. L’essere un membro della Ferrari Driver Academy fa sì che gli occhi siano puntati su di lui per il futuro della Rossa. In questo, il 2026 può diventare un anno decisivo soprattutto per sé. Se le difficoltà di Lewis Hamilton dovessero continuare e lui dovesse replicare la buona stagione d’esordio, diverse voci già dicono che potrebbe rappresentare il nuovo nome per il 2027 di Maranello.
L’anno in arrivo rappresenta, comunque, un punto di domanda per tutti visto l’arrivo dei nuovi regolamenti. Conteranno la capacità di adattarsi e di rendere bene da subito. Paradossalmente, per Bearman, tutto questo potrebbe essere un vantaggio visti i pochi riferimenti col passato. Vedremo, quindi, se il giovane britannico sarà capace di ripetere una stagione da rookie davvero positiva.
Immagine: Media Haas
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