Segue la review di fine stagione di Kimi Antonelli (Mercedes) per il mondiale 2025 di F1
L’attesa era tanta e le aspettative erano alte per il ritorno in Formula 1 di un ragazzo italiano su una monoposto top come la Mercedes. L’arrivo di Kimi Antonelli nel Circus è stato anticipato da voci, speranze ed esaltazione forse anche troppo accentuate per un ragazzo di appena 18 anni. In parte ne ha risentito, in alcuni frangenti la sua stagione, caratterizzata da tre blocchi di risultati distinti tra loro.
Il debutto dell’italiano non è stato male tra l’inizio del mondiale e la gara di Miami, con un quarto posto alla prima gara di Melbourne e quattro sesti posti nelle successive quattro gare. I successivi sette appuntamenti hanno rappresentato il momento peggiore della stagione, al punto da porre dei dubbi sulla scelta di Mercedes, in particolare di Toto Wolff, di affidarsi a Kimi per il dopo Lewis Hamilton.
Da Imola a Spa Antonelli ha infatti rimediato quattro ritiri, un 16° e un 18° posto. Esattamente al centro di questi è giunto il suo primo podio, quello del GP del Canada vinto dal suo compagno George Russell. Una boccata d’ossigeno in un momento difficilissimo, anche se non tutto ascrivibile a lui in termini di colpe. Ad Imola e a Barcellona i ritiri sono stati causati da noie tecniche, mentre a Silverstone Kimi è stato centrato alla Copse da Hadjar con visibilità scarsissima.
Male invece i weekend di Monaco (incidente in qualifica), Spa (male in quali e in gara) e soprattutto Austria, con l’incidente al primo giro che ha messo fuori sia lui che Max Verstappen. Dopo un altro weekend negativo in Olanda (incidente con Leclerc), Kimi ha ricominciato a risalire lentamente la china da Monza in poi, tornando più o meno stabilmente in top ten. Da Baku in avanti la ripresa è stata più netta, con il weekend di Interlagos che l’ha visto sempre secondo alle spalle di Lando Norris (Sprint, Gara e relative qualifiche) e quello successivo di Las Vegas dove ha approfittato delle squalifiche McLaren per salire al terzo posto.
A conti fatti, Kimi ha chiuso a quota 150 punti, curiosamente a -6 da Lewis Hamilton dal quale ha ereditato la monoposto e a 169 dal compagno di squadra. Dei due, Kimi è quello che sicuramente ha sofferto di più l’aggiornamento della sospensione posteriore della W16, portata a Imola e tolta a Budapest; un periodo più o meno coincidente con quello peggiore dell’italiano.
Per sua stessa ammissione, nelle piste che già conosceva dai trascorsi di F2 Kimi si è messo troppa pressione addosso, andando paradossalmente a faticare di più rispetto alle piste nelle quali non aveva mai girato. Non è un caso che i suoi migliori risultati siano arrivati su tracciati per lui completamente nuovi: Interlagos, Montréal, Las Vegas.
La sua stagione è stata da montagne russe, con momenti top e momenti negativi, incluse diverse esclusioni tra Q2 e anche Q1. È indubbio che Mercedes si sia assunta un grosso rischio nel portare l’italiano subito al fianco di Russell senza un anno di apprendimento in un team minore. Ma, se il rendimento di inizio 2026 sarà vicino a quello di fine 2025, la scommessa sarà vinta.
Non è stata una stagione facile, anche se i primi tre podi rappresentano un buon bottino nell’anno da rookie. L’importante sarà aver fatto tesoro di tutto quello che è successo, in positivo e soprattutto in negativo, per prepararsi mentalmente al meglio per la seconda stagione in F1. Il cambio regolamentare non sarà molto d’aiuto, perché lo costringerà a ripartire da zero per il secondo anno di fila. L0’esperienza accumulata sarà, comunque, dalla sua parte. Con la speranza di essere meno assillato dai nostri medi dopo l’esaltazione iniziale.
Speriamo in bene: perché, mentre la Ferrari continua a cercare se stessa da troppo tempo, un po’ di Italia là in alto non farebbe per niente male.
Immagine: Media Mercedes
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