F1 | Review fine stagione 2025, Jack Doohan: sacrificato con largo anticipo

Di: Alessandro Secchi
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Pubblicato il 27 Dicembre 2025 - 09:00
Tempo di lettura: 3 minuti
F1 | Review fine stagione 2025, Jack Doohan: sacrificato con largo anticipo
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Segue la review di fine stagione di Jack Doohan (Alpine) per il mondiale 2025 di F1

È brutto da dire ma, quando Jack Doohan è stato annunciato come nuovo compagno di squadra di Pierre Gasly in Alpine per la stagione 2025, le voci che lo volevano già fuori dopo qualche gara hanno preceduto in parte anche l’entusiasmo per il suo sbarco nel Circus. Il figlio della leggenda del Motomondiale Mick non ha avuto neanche il tempo per godersi la notizia che già si pensava a chi avrebbe potuto sostituirlo dopo pochi appuntamenti.

In realtà, il nome era già pronto: Franco Colapinto, infatti, già a gennaio era entrato a far parte di Alpine come pilota di riserva e l’ombra dell’argentino aveva subito iniziato a farsi strada alle spalle del pilota australiano. In buona sostanza, l’esordio di Doohan non è stato appoggiato dal miglior ambiente attorno a lui, soprattutto a livello psicologico. Debuttare in F1 è già di suo un momento importante e delicato: doverlo affrontare con il pensiero che il tuo sedile è già a rischio senza aver ancora messo le ruote in pista non è sicuramente il migliore degli incentivi.

Da parte sua, quello che Doohan avrebbe dovuto fare per tenere stretto il posto, dopo aver debuttato a fine 2024 ad Abu Dhabi al posto di Ocon, era dimostrare di non soffrire le voci e lottare duro in pista, al netto di una monoposto che si sarebbe poi rivelata essere la peggiore sulla griglia per distanza. L’unico obiettivo che l’australiano avrebbe dovuto perseguire era quello di sbagliare il meno possibile ed essere costante. Non era necessario pensare di competere con un pilota unanimemente riconosciuto come Pierre Gasly: sarebbe stato sufficiente restargli dietro con un margine non esagerato.

Invece, tutto quello che poteva andar male è andato… malissimo. Il primo appuntamento, tra l’altro quello di casa in Australia, è terminato dopo nemmeno un giro con un botto contro le barriere che ha chiamato in causa la Safety Car. In Cina, Alpine ha dovuto già mettere mano alla PU montandone una nuova per riparare i danni di Melbourne e, nella Sprint, Doohan è rimasto coinvolto in due contatti, uno dei quali con colpa e 10 secondi di penalità.

In Giappone, il caso più eclatante. In FP2 l’australiano tiene giù il gas all’ingresso della prima curva col DRS spalancato, perché “provato al simulatore”. Nella vita reale la sua Alpine perde il posteriore e l’australiano si schianta disintegrando (ancora) la sua monoposto, che deve essere ricostruita per permettergli di correre.

Il Bahrain, dove arriva un bell’11° posto in griglia e l’Arabia Saudita passano senza guai, ma a Miami arriva il colpo finale. In partenza l’australiano tocca Lawson, fora e si deve fermare subito alla fine del primo giro. Il secondo ritiro in sei gare è anche l’ultimo, perché la sua esperienza da pilota titolare finisce in Florida come ampiamente previsto. Doohan viene “declassato” a pilota di riserva e Colapinto diventa titolare da Imola, con la parola di Alpine di rivedere, dopo cinque gare, l’andamento dell’argentino. Non cambierà nulla, con Colapinto confermato anche per il 2026 nonostante un rendimento lontano da quello visto con la Williams.

Di fatto, la carriera in F1 di Doohan termina dopo sei appuntamenti. Un’avventura iniziata non sotto i migliori auspici e gestita peggio. Forse, con un ambiente migliore e un po’ più di tranquillità, le cose sarebbero potute andare meglio. Peccato.

Immagine: Media Alpine

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