Segue la review di fine stagione di George Russell (Mercedes) per il mondiale 2025 di F1
Il solo fatto che George Russell sia stato l’unico pilota a conquistare vittorie al di fuori dei tre contendenti al titolo, Lando Norris, Max Verstappen e Oscar Piastri, rappresenta una buona pubblicità per la stagione del britannico della Mercedes. I 319 punti finali e il terzo solitario posto (un centinaio di distanza dai tre sopra citati, 77 di vantaggio su Charles Leclerc) è un altro indicatore del campionato portato a termine per l’uomo che ha preso le redini del team dopo l’uscita di Lewis Hamilton.
Due vittorie (Canada e Singapore), tre secondi posti e quattro terzi sono il bottino di un’annata nella quale Russell ha dimostrato, ancora una volta, di appartenere alla cerchia dei top driver. Arrivato sempre a punti tranne a Montecarlo (dove ha patito un problema tecnico in qualifica), l’inglese ha commesso poche sbavature, raccogliendo spesso il massimo possibile con una W16 non al 100% in alcuni appuntamenti.
Se, dal punto di vista delle prestazioni, non ci sono ormai appunti da fare all’inglese, fa storcere un po’ il naso il suo atteggiamento via radio o nelle dichiarazioni una volta sceso dalla monoposto, un po’ lamentoso e spesso poco rispettoso dei colleghi; soprattutto in considerazione del suo ruolo da capo della GPDA. Questo, però, resta e deve restare un elemento di valutazione separato rispetto a quanto succede in pista.
Il 2025 di Russell è, nel suo complesso, molto positivo: anche se il vantaggio su Leclerc in classifica, ad essere precisi, è più ampio di quello che sarebbe stato senza la squalifica cinese e i due ritiri per gli incidenti con Antonelli in Olanda e Brasile. Il trasferimento di Hamilton in Ferrari lo ha elevato al ruolo di prima guida visto l’arrivo dell’italiano e lui l’ha ricoperto benissimo. Di fatto, nelle due occasioni in cui la W16 si è trovata nella possibilità di lottare per la vittoria, l’ha conquistata.
Russell non è di certo un pilota da guizzi o invenzioni alla Verstappen o Leclerc: nella scala dei valori è probabilmente sotto ad entrambi ma ha due caratteristiche importanti: fa della costanza il suo punto forte e, quando la monoposto può vincere, lui si fa trovare pronto alla lotta. Spesso, la mancanza del colpo di genio potrebbe far valutare il suo rendimento in modo errato, sottostimandolo.
Un altro punto a favore di questa sua stagione è stato il tenere botta nel periodo di utilizzo della sospensione posteriore evoluta, poi accantonata. Tra Imola e Budapest ha comunque portato a casa una vittoria, un terzo posto, un quarto e due quinti in una stagione monopolizzata da due McLaren e una Red Bull. Qui ha sicuramente giocato a favore l’esperienza dei tre anni precedenti, ma l’inglese non si è mai demoralizzato oltre misura.
Un’altra certezza è rappresentata dal fatto che, con una monoposto da titolo, Russell diventerebbe un osso durissimo: la sua speranza, viste le voci delle ultime settimane, è che la futura PU Mercedes sia davvero come viene dipinta. Lo scopriremo tra non molto: lui, nel caso, si farà trovare sicuramente pronto.
Immagine: Media Mercedes
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