Segue la review di fine stagione di Gabriel Bortoleto (Sauber) per il mondiale 2025 di F1
È arrivato al tavolo dei grandi dopo aver conquistato, da debuttante, entrambi i titoli di Formula 3 e Formula 2, come giovane promessa dell’automobilismo brasiliano. Nonostante una vettura non sempre al top, ha saputo togliersi alcune piccole soddisfazione nel proprio anno da rookie, reggendo dignitosamente il confronto con un compagno di squadra assai più esperto e navigato. Gabriel Bortoleto ha completato quest’anno la sua prima stagione in F1, chiusa al diciannovesimo posto dopo alcune prestazioni interessanti e altre più sottotono, comunque normalissime per un esordiente.
Il classe 2004 era tra i più attesi per il 2025, specialmente dopo la straordinaria carriera vissuta nelle formula minori. Un po’ paradossale che, come del resto quasi tutti gli ultimi campioni delle categorie cadette, il brasiliano si sia ritrovato a debuttare con quella che, l’anno precedente, è stata la peggiore monoposto sulla griglia. Da un lato, però, cominciare dal basso per poi costruire passo passo la propria reputazione non può che fare bene ad un ragazzo di appena vent’anni. Anche se, ad inizio anno, le difficoltà non sono mancate.
Nonostante qualche colpo interessante al sabato – quattro volte davanti a Nico Hulkenberg nelle prime dieci qualifiche – alla domenica Bortoleto ha faticato a trovare la quadra, complice sicuramente una monoposto non certo in grado di competere con le migliori, ma anche un po’ di inesperienza che, ovviamente, ha giocato la sua parte. Il confronto con il tedesco, comunque, è stato piuttosto pesante per le prime tappe della stagione: 20 punti per il #27 fino al GP del Canada, zero per il #5 ancora in fase di ambientamento.
Il punto di svolta, per Gabriel, è stato rappresentato dalla gara in Austria. Per tutto il weekend, il brasiliano è stato più veloce di Hulkenberg ed è riuscito a portare a casa i primi punti della carriera, lottando in maniera ravvicinata con il suo mentore-rivale, Fernando Alonso. Nelle successive cinque gare, il classe 2004 ne ha concluse quattro, di cui tre in top 10, brillando particolarmente in Ungheria, dove ha conquistare il miglior risultato della sua stagione con il sesto posto finale.
Da lì in avanti, però, Bortoleto è rientrato in una spirale negativa che lo ha visto lontano dalle posizioni di rilievo. Il decimo posto di Città del Messico rappresenta il suo ultimo arrivo tra i primi dieci, nonché, probabilmente, l’ultimo bagliore di luce del suo campionato. I due incidenti a San Paolo e Las Vegas non gli hanno regalato una chiusura di stagione propriamente felice, ma comunque hanno garantito al #5 una buona esperienza in vista del prossimo anno, quando le insegne della Sauber saranno sostituite dai colori Audi.
Nel 2026, dunque, Bortoleto dovrà dimostrare di aver imparato dai propri errori e di poter sostenere al meglio una causa come quella della Casa dei Quattro Anelli, la quale, in F1, non entrerà certo per fare la comparsa. Il profilo di Gabriel rimane uno di quelli di maggior interesse anche per i prossimi anni e starà al brasiliano farsi trovare pronto quando, eventualmente, la sua squadra riuscirà a fornirgli una monoposto capace di competere con quelle delle squadre più blasonate. Il resto, certamente, saprà mettercelo il brasiliano.
Immagine: Media Sauber
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