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F1 | Regole 2026, analisi: spettacolo, ci risiamo. Oltre al “Manual Override” arriva il calo di apporto elettrico per chi precede…

di Alessandro Secchi
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Pubblicato il 7 Giugno 2024 - 15:30
Tempo di lettura: 4 minuti
F1 | Regole 2026, analisi: spettacolo, ci risiamo. Oltre al “Manual Override” arriva il calo di apporto elettrico per chi precede…

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In questo articolo analizziamo la componente spettacolo dei nuovi regolamenti F1 2026, quella più “negativa”

Nikolas Tombazis è stato chiaro: i regolamenti 2026 sono stati stilati anche pensando ai fan e allo spettacolo. Non potrebbe essere altrimenti nell’era di Liberty Media e di Drive To Survive.

Ci sono due aspetti nel nuovo regolamento che probabilmente non erano attesi. Il primo è l’abolizione del DRS ad uso sorpasso (ma non in senso generale, ne abbiamo parlato nell’articolo precedente sull’aerodinamica attiva), il secondo è l’introduzione di un sistema che, se possibile, risulterà ancora più svantaggioso per le monoposto inseguite durante una battaglia in pista.

Il concetto di “Manual Override”, il nuovo sistema di sorpasso, si divide in due fasi. La prima è quella a disposizione dell’auto che segue. Niente più zone DRS ma, quando le condizioni lo permetteranno (non è ancora chiaro se si utilizzerà la discriminante del secondo di distanza tra due vetture) il pilota che segue avrà a disposizione, nell’arco di un giro, una quantità di secondi da definire nei quali poter usare energia aggiuntiva. Si tratta di una sorta di “Push To Pass” in stile IndyCar. Se, però, negli States i piloti hanno un quantitativo di secondi totale da gestire in gara, quando e come desiderano, in F1 l’utilizzo sarà ristretto ad alcuni secondi nel corso di un giro in cui si è vicini all’auto che segue.

Il pilota della monoposto inseguita non dovrà quindi preoccuparsi di difendersi solo nelle zone DRS indicate, ma in tutto il tracciato. Di per sé questo rappresenta un handicap aggiuntivo, ma non è finita. Perché il colpo di teatro è rappresentato da un secondo handicap di cui dovrà tenere conto il pilota attaccato. È infatti previsto che, dai 290 km/h in su, l’apporto della componente elettrica cali progressivamente fino ad annullarsi ai 355 km/h, mentre la monoposto che segue potrà contare sul 100% della potenza. Questo per aumentare ancora di più la forbice tra le velocità delle due vetture ed agevolare ancora di più il sorpasso.

Il sorpasso in quanto tale, in definitiva, viene declassato nelle intenzioni da azione di coraggio a semplice scambio di posizione, specialmente in quelle piste dotate di lunghi rettilinei dove i 290 km/h possono essere “facilmente” superati: ovvero quasi tutte ad eccezione di Montecarlo, Zandvoort, Budapest per citarne tre su 24.

È evidente come la ricerca dello spettacolo a tutti i costi sia stata fondamentale per arrivare ad un colpo del genere. Così, la prospettiva è quella di una F1 chinata completamente in favore della quantità rispetto alla qualità, anche se come sempre sarà la pista a dirci se e quanto cambierà qualcosa rispetto al passato. Il concetto del “più quantità, meno qualità” ha portato, ad esempio ad alcune gare viste in Formula E o in Moto3, con così tanti sorpassi da non capire più l’andamento della corsa.

Un altro concetto di cui si sente parlare da decenni è quello di facilitare lo stare in scia alla macchina che segue anche nelle fasi di curva. Questo è un obiettivo di cui si è parlato in tutti i cambi di regolamento tecnico degli ultimi 20 anni almeno. Ogni volta che viene stilato un nuovo ciclo tecnico, si fa riferimento al fatto che “sarà più facile restare in scia alla monoposto che segue” ma, puntualmente, questo non avviene.

Questo succede semplicemente perché, al di là delle simulazioni (che possono discostarsi leggermente dai risultati della pista) e al di là della volontà globale di avere più spettacolo, le monoposto vengono progettate e sviluppate da ingegneri che hanno, come obiettivo, quello di ottenere il massimo della prestazione. E, in questo, indirettamente o meno, c’è anche quello di “giocare” con i flussi d’aria come meglio si crede… L’obiettivo che la FIA sbandiera da anni è quasi impossibile da raggiungibile, a meno di stringere ancora di più le maglie del regolamento fino ad arrivare ad una sorta di aerodinamica standard. Un qualcosa, cioè, di molto lontano dal concetto di F1.

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