La sportellata rifilata da Verstappen a Russell è il culmine di cinque momenti precisi, che si sono sommati portando all’errore
La chiamano “Red Mist” ed è una condizione in cui la rabbia aumenta a livelli di intensità tali da oscurare, per qualche attimo, la mente. Il termine è stato usato ieri, poco dopo la fine del GP di Spagna, nello spiegare il colpo di testa di Max Verstappen nei confronti di George Russell negli ultimi giri, con la sportellata in curva 5 che ha riaperto polemiche e moralismi nei confronti dell’olandese.
La manovra è stata penalizzata con 10 secondi (e cinque posizioni perse) ma soprattutto con 3 punti patente, che fanno salire il totale a quota 11 su 12 massimi; con un concreto rischio sospensione nel caso in cui l’olandese dovesse prendere un altro punto di penalità tra i GP del Canada ed Austria, i prossimi due in calendario. La situazione, quindi, non è delle migliori. Anche perché Verstappen si trova in una condizione di inferiorità rispetto alle McLaren, con la necessità di forzare sempre e comunque per cercare di stare al passo con Oscar Piastri e Lando Norris.
Difficile dire se la presenza di Russell, uno col quale i rapporti sono tutto tranne che amichevoli, abbia influito nel contesto della “Red Mist”. Ma sono almeno cinque gli elementi, sommati in pochi minuti, che hanno portato al colpo di testa finale da parte dell’olandese.

Andando in ordine cronologico, il primo elemento è senza dubbio quello delle gomme. La Safety Car ha compromesso l’ultima parte di gara con Red Bull, che ha visto tornare indietro come un boomerang l’ottima strategia delle tre soste. Il tutto aveva funzionato a dovere fino al ritiro di Antonelli con Verstappen che, dopo 54 giri sui 66 totali, si trovava ad appena cinque secondi da Piastri. Un distacco che sarebbe probabilmente salito ma avrebbe permesso all’olandese, dopo una gara tutta di attacco invece che in gestione, a ritmo di giri più veloci, di chiudere comodamente in terza posizione.
La mancanza di alternative ha portato alla scelta obbligata di montare un treno di gomme dure nuove, invece di provare a restare in pista con le soft, già usate da parecchi giri. A posteriori si può dire che la scelta fatta sia stata errata e che, probabilmente, l’olandese si sarebbe scomposto meno, soprattutto caratterialmente. Sta di fatto che il campione in carica si è trovato a dover gestire una ripartenza attorniato da colleghi con le soft.

La scodata fuori dall’ultima curva alla ripartenza è il secondo elemento: in questo, va un plauso all’olandese per essere riuscito a controllare la Red Bull dopo averne perso il controllo, pena il rischio di finire a muro e compromettere risultato e macchina, creando anche pericolo per i colleghi in arrivo. Ovviamente, la scodata è stata figlia di una temperatura non ottimale delle gomme dopo i giri alle spalle della Safety, ben cinque.

Il risultato è stato, e questo è il terzo elemento, il sorpasso con tanto di contatto da parte di Charles Leclerc sul rettilineo. Il ferrarista si è gustato da una posizione privilegiata il controllo dell’olandese e poi lo ha affiancato sulla destra. Verstappen ha provato a portare il monegasco sulla parte sporca della pista. Leclerc, ottenuto un vantaggio di posizione, ha cercato a sua volta di riportarsi in traiettoria e i due si sono toccati lievemente. L’olandese si è lamentato: il contatto sarebbe poi stato visto dai commissari ma non ritenuto meritevole di penalità, giusto così. Ma non era finita qui.

In fondo allo stesso rettilineo, dopo quello di Leclerc, è arrivato anche il tentativo di sorpasso di Russell, che si è ingolosito della ghiotta occasione. Siamo al quarto elemento: l’inglese è arrivato leggermente lungo alla corda in curva 1 e ha perso per un attimo il posteriore della Mercedes, andando a “spingere” la Red Bull fuori pista con un altro contatto. L’olandese è andato quindi lungo nella via di fuga tra curva 1 e 2, tornando davanti alla Mercedes lungo curva 3 e mantenendo la posizione.
Dopo le lamentele sul sorpasso di Leclerc, Verstappen ha aggiunto quelle sul tentativo di Russell. Ed è qui (siamo al quinto elemento) che l’olandese non ci ha visto più. Quando Lambiase ha invitato il quattro volte iridato a lasciare strada a Russell, con il team convinto che fosse la scelta giusta, questi non ci ha visto letteralmente più.

Dopo aver sottolineato che era stato spinto ed aver ricevuto nuovamente conferma che la posizione era da restituire, Verstappen si è allargato fuori da curva 4 come per lasciar passare Russell per poi riaccelerare e colpirlo all’interno di curva 5. Uno spegnimento “dell’interruttore” condannabile e poi penalizzato, seppur risultato di cinque elementi che hanno contribuito a montare la rabbia dell’olandese. Alla fine dello stesso giro Verstappen avrebbe poi restituito la posizione all’inglese, facendosi da parte nell’ultimo tratto di pista.

Da sottolineare, in questo caso, che l’olandese aveva ragione: i commissari, infatti, hanno giudicato la sua uscita larga tra curva 1 e 2 non come un tentativo di guadagnare vantaggio su Russell per mantenere la posizione ma come conseguenza della toccata della Mercedes. Se si fosse mantenuto davanti, quindi, l’inglese avrebbe dovuto ritentare il sorpasso.
La sportellata finale, per quanto alimentata da una serie di elementi negativi e a breve distanza uno dall’altro, ha quindi macchiato la prestazione globale del quattro volte iridato; questo nell’ennesima gara in cui, mentre Tsunoda faticava a rimontare, Verstappen ha dimostrato di essere l’unico impedimento reale nei confronti delle McLaren.
Il tentativo delle tre soste ha sicuramente messo in crisi la squadra di Woking più di quanto sarebbe successo con una strategia normale. Ma, alternative del genere, sono possibili solo quando al volante c’è chi riesce a fare una differenza sostanziale sul mezzo che ha a disposizione, dettaglio che dopo molto tempo inizia ad essere riconosciuto.
Se, tra Canada ed Austria, Verstappen dovesse toppare ancora facendo scattare la sospensione per una gara, Red Bull sarà costretta a sostituirlo; con chi è difficile da dire. In ogni caso, se dovesse succedere, si scoprirà il valore della RB21 senza il suo caposquadra: e, viste le prestazioni della seconda vettura, non è difficile immaginare cosa potrebbe succedere.
È da sottolineare, infine, la rarità del post di scuse da parte del quattro volte iridato. Il quale, evidentemente e a mente fredda, ha compreso l’entità dell’errore (anche a livello di immagine) optando per un’ammenda. Il tutto, però, senza citare direttamente Russell: a riprova che, tra i due, non corre buon sangue, come sappiamo però ormai da tempo.
Immagine di copertina: Media Red Bull
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