F1 | Può Haas competere con i grandi?

Autore: Alessandro Secchi
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Pubblicato il 26 Marzo 2016 - 15:00
Tempo di lettura: 2 minuti
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F1 | Può Haas competere con i grandi?
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La grande sorpresa del Gran Premio d’Australia è stata, soprattutto, la sesta posizione del team Haas, che con Romain Grosjean ha dato importanza inaspettata al debutto del team americano in Formula 1.

La prestazione del team di Gene Haas è stata favorita, dobbiamo ricordarlo, dall’interruzione di corsa con bandiera rossa: questa ha permesso tra gli altri allo stesso francese di usufruire di un cambio gomme a vetture ferme. Il passaggio alle gomme medie ha determinato il guadagno di parecchie posizioni, rispetto alla diciannovesima di partenza, fino ad ottenere al primo appuntamento 8 punti per il suo team. Bisogna, per contro tenere conto del fatto che a parità di mescola Romain è giunto al traguardo con due secondi di vantaggio sul primo inseguitore, non uno a caso ma Nico Hulkenberg con la Force India. Sul passo gara, quindi, almeno al Melbourne la Haas si è mostrata in forma.

Diversa la gara di Esteban Gutierrez, sfortunato co-protagonista dell’incidente spettacolare con Fernando Alonso. Il messicano ha dovuto fare i conti con la iella in due occasioni. La prima il sabato, quando non ha potuto migliorare il suo tempo in qualifica (e passare in Q2) a causa della tagliola dei 90 secondi, scaduta proprio mentre stava abbassando i suoi tempi intermedi. La seconda, appunto, alla domenica quando è stato toccato dallo spagnolo della Mclaren.

Chiaramente è comprensibile l’entusiasmo in casa Haas per un risultato inaspettato: il patron Gene ha sottolineato il grande lavoro per un team neonato e la fiducia che questo risultato ha infuso nei componenti della squadra. Bisogna però restare con i piedi per terra. Ricordiamo la super prestazione di Felipe Nasr un anno fa, quando al debutto giunse quinto con la Sauber? Melbourne è tracciato che regala, a volte, piccole sorprese, e inoltre si tratta pur sempre del primo appuntamento dell’anno. Aggiungiamo l’interruzione di corsa ed ecco che, almeno per ora, è giusto che il giudizio sul team made in USA (con tanta Italia tra Power Unit Ferrari e telaio Dallara) sia sospeso in attesa del Bahrain. Se anche nel deserto dovessero arrivare punti pesanti allora sì che potremo dirci di fronte ad una bella storia di sport.

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