F1 | Potrebbe essere a rischio tutto il mondiale 2020?

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Tempo di lettura: 6 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
16 Marzo 2020 - 23:37
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Non è stato certamente l’inizio di mondiale che gli appassionati si aspettavano ma l’emergenza Coronavirus, che sta progressivamente mettendo in difficoltà tutto il mondo non poteva non colpire anche il Motorsport e, in questo caso, la Formula 1.

Gli effetti del COVID-19 hanno reso necessario, a metà febbraio, il rinvio del Gran Premio di Cina, previsto per il 19 aprile. Il paese dal quale l’emergenza è fondamentalmente partita è stato quindi il primo a mettere un punto di domanda sul calendario iridato.

Con le voci di un possibile ritardo nell’inizio del mondiale che circolavano già nel Paddock di Barcellona, durante i test invernali, si è arrivati quindi alla prima gara della stagione di Melbourne che organizzatori, Federazione e F1 hanno tentato in tutti i modi di far disputare.

La scoperta del primo caso positivo di Coronavirus in un meccanico McLaren ed il ritiro del team dal weekend nella giornata di giovedì hanno portato ad una presa di coscienza importante – ma necessaria – della situazione. Da qui la cancellazione del Gran Premio d’Australia, sebbene gli organizzatori abbiano espresso fiducia nel poter trattare per una data alternativa nei prossimi mesi. Situazione comunque difficile se pensiamo che quello dell’Albert Park resta un cittadino solitamente aperto alla circolazione che necessita settimane di lavori per prepararsi all’evento.

L’effetto domino della cancellazione del Gran Premio d’Australia ha portato al rinvio degli appuntamenti del Bahrain e del Vietnam, secondo e terzo della stagione. Quello di Sakhir è stato praticamente uno spostamento conseguente ai fatti di Melbourne visto che, ad esempio, parte del team McLaren è ancora in Australia per terminare il periodo di quarantena. Quello del Vietnam, invece, è uno spostamento dovuto anche alle recenti restrizioni agli ingressi nel paese.

In questo momento abbiamo, quindi, quattro gare in meno, da 22 a 18. Ad oggi il mondiale dovrebbe iniziare il 3 maggio a Zandvoort, con il rientro del Gran Premio d’Olanda. Tutto ovviamente in teoria, perché è più che probabile che anche questo, così come il Gran Premio di Spagna previsto una settimana dopo, il 10 maggio, saranno rinviati. Questo perché, mentre l’Italia è già in piena lotta contro il Coronavirus, negli altri stati europei si sta iniziando solo ora a capire l’effettivo rischio contagio e, pertanto, c’è un “ritardo” di almeno due settimane nell’approvazione delle misure di contenimento.

Passiamo a Montecarlo. Il Principato è vigile sulla situazione, tanto che il 12 marzo l’Automobile Club di Monaco ha rilasciato un comunicato in merito alla situazione.

Notizia ben più recente è invece la decisione di chiudere tutti i negozi e lasciare aperti solo alimentari e farmacie. Con i lavori di installazione delle strutture per il GP del 24 maggio (e per lo storico, che si corre due settimane prima) che dovrebbero iniziare proprio questa settimana, la situazione potrebbe precipitare a breve anche per quanto riguarda l’appuntamento più glamour della stagione.

A questo punto si andrebbe addirittura a giugno per il Gran Premio d’Azerbaijan (7 giugno). È però notizia di oggi che, ad alcuni giornalisti accreditati, è stato ritirato il visto per le nuove restrizioni d’ingresso nel paese.

E non è finita, perché all’interno della stessa Europa molti paesi hanno “sospeso” il trattato di Schengen vietando la libera circolazione con gli altri stati. L’Austria, ad esempio, ha sospeso tutti i voli in ingresso e in uscita (per maggiori informazioni potete fare riferimento al sito Viaggiare Sicuri)

QUALE FUTURO PER LA STAGIONE?

In definitiva, sommando tutte le notizie giunte, sarebbero a rischio le prime otto gare stagionali con la prima utile che diventerebbe il Gran Premio del Canada del 14 giugno, praticamente tra tre mesi.

Cosa succederebbe a questo punto? Quale sarebbe il futuro della stagione?

Cominciamo col dire che la F1 deve garantire alle televisioni almeno 15 gare stagionali per non vedere ridotti gli introiti. Sotto i quindici Gran Premi, infatti, i broadcasters possono far valere il diritto di ridurre le quote pagate alla F1 per la trasmissione degli eventi.

Immaginando che si parta dal Canada, nona gara, se ne disputerebbero quattrodici. Il che significa che, tra 2 e 30 agosto (ovvero tra i GP d’Ungheria e del Belgio), se ne dovrebbe recuperare almeno una tra quelle posticipate per arrivare a quota quindici senza ulteriori stravolgimenti di calendario.

Va ricordato, però, che per partire dal Canada (che, proprio oggi, ha chiuso le frontiere) sarà necessario che l’emergenza Coronavirus sia dichiarata chiusa da settimane. Questo in modo da gestire con la dovuta tranquillità tutta quella che è l’organizzazione dell’evento, logistica soprattutto, visto che si parla di una gara oltreoceano.

In linea di massima è quindi fondamentale porre una data limite di inizio luglio per l’avvio del mondiale, che corrisponderebbe con il GP d’Austria del 5 luglio appunto. Dovessero infatti saltare anche Canada e Francia (28 giugno) si avrebbe un calendario ridotto a 12 eventi, con l’impellente necessità da parte di F1 e FOM di recuperarne almeno tre per arrivare alla quota minima per l’adempimento del contratto con le TV.

Si è parlato anche della possibilità di sconfinare al 2021 con il termine del campionato. Ipotesi remota, se non proprio impossibile, per diversi motivi. Al di là dei contratti da rispettare con promoters ed organizzatori dei GP (senza dimenticare le scadenze dei piloti), il 2021 sarà, dovrebbe essere, l’anno di una rivoluzione tecnica sulla quale i team stanno già investendo risorse da mesi. Immaginare una stagione 2020 che finisce nel 2021 ed una 2021 che inizia e finisce nello stesso anno solare è alquanto improbabile; in questo caso per ragioni contrarie di calendario, che sarebbe decisamente troppo fitto con una stagione completa più una da terminare.

L’ipotesi peggiore, nel caso di un’emergenza che imponga di fermarsi ancora più a lungo – nessuno, ovviamente, se lo augura – è quella di una stagione che potrebbe non partire definitivamente ed essere posticipata al 2021, con il cambio regolamentare rimandato a sua volta al 2022. In questo modo si partirebbe da zero dopo un anno di stop, non ci sarebbero problemi di recupero di eventi, il tempo perso per l’emergenza sarebbe recuperato potendo utilizzare monoposto pronte già da una stagione. Ovviamente manca un ragionamento su un aspetto importantissimo, quello degli introiti dai GP per il 2020, ma siamo pur sempre nel campo delle ipotesi.

Ovviamente la speranza è quella di vedere quanto prima le monoposto in pista. La priorità, però, va ovviamente alla salute della popolazione mondiale. Il resto, F1 compresa, sarà una conseguenza.

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