Lo storico presidente Ferrari ricorda Schumi nel giorno del suo compleanno e parla di come il grande Enzo lo avrebbe visto
Luca di Montezemolo, il Presidente con il quale la Ferrari è tornata sul tetto del mondo ad inizio millennio, ha parlato pochi giorni fa alla Gazzetta dello Sport di un rapporto che non c’è mai stato ma di cui ha una certezza: Enzo Ferrari, il grande fondatore della Scuderia, avrebbe apprezzato lavorare con Michael Schumacher, di cui oggi ricorre il 55° compleanno.
Schumacher ha debuttato in F1 nel 1991, tre anni dopo la scomparsa di Ferrari, pertanto non c’è stata la possibilità per i due di conoscersi prima che il tedesco venisse ingaggiato dalla Scuderia: “Quando sono in ufficio, Michael è sempre davanti a me”, ha detto Montezemolo. Alle pareti ho tre foto di momenti del suo periodo in Ferrari: Jean Todt che lo solleva dopo la vittoria del Campionato a Suzuka nel 2000, l’immagine di tutta la squadra con la parrucca rossa scattata in Malesia e un nostro abbraccio dopo il trionfo a Monza nel ’96 (il primo a Monza per Schumacher, ndr)”.
“Quando sono tornato in Ferrari l’obiettivo era ricostruire la squadra. Dovevo assumere persone valide per programmare un ciclo vincente e creare un clima buono in azienda. Presi Todt perché a me non piacevano i mercenari e lui aveva fatto tutta la sua carriera da dirigente alla Peugeot. Poi arrivarono Ross Brawn, Rory Byrne, (qui Montezemolo è inesatto, questi due sarebbero arrivati dopo Schumacher, ndr), Paolo Martinelli e Stefano Domenicali. A quel punto e solo a quel punto mancava un pilota che potesse fare la differenza. Seguendo la lezione di Enzo Ferrari che non si esponeva mai in prima persona chiesi a Niki Lauda di andare a parlare con Willy Weber, il manager di Schumi. Lui prese i primi contatti e poi passo la pratica a Todt. E infine Michael arrivò da me”.
Schumacher non conosceva il mito Ferrari ma aveva capito la sua importanza quando stava correndo il GP di Germania nel 1994, nel quale ha rotto il motore lasciando la vittoria a Gerhard Berger. “Mi confessò di essere rimasto molto impressionato: ‘Io tedesco, sul mio circuito di casa mi ritiro per un guasto e vedo tutta Hockenheim piena di bandiere Ferrari che osannano un austriaco…'”
Ma cosa avrebbe pensato Enzo Ferrari di Schumacher? Montezemolo crede che sarebbe stato entusiasta, specialmente per un aspetto. “Gli piacevano i piloti che spingevano sempre. E l’avrebbe colpito positivamente il suo attaccamento ai meccanici. Anche quando si ruppe una gamba a Silverstone per colpa di un guasto, non ha mai detto una parola contro la squadra. E avrebbe potuto farlo”.
Immagine: ANSA
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