F1 | Le polemiche sull’ala di Vettel: com’è andata davvero?

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
13 Giugno 2017 - 22:05
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Dopo due giorni dal termine del Gran Premio del Canada non si placano le polemiche, soprattutto sui social, per la presunta mancata sosta tempestiva della Ferrari per la sostituzione dell’ala anteriore di Sebastian Vettel, danneggiata dal contatto con la Red Bull di Max Verstappen in partenza e poi parzialmente persa nelle fasi di ripresa della corsa, dopo i due giri di Safety Car seguiti all’incidente tra Sainz e Massa.

Abbiamo quindi deciso di analizzare quanto successo e per questo abbiamo utilizzato le immagini che arrivano direttamente dalla FOM. Gli highlights pubblicati sul canale Youtube ufficiale della F1 sono utili e sufficienti a ricostruire quanto successo nelle fasi iniziali di corsa. Estrapolando alcuni fotogrammi è quindi più chiara la sequenza degli eventi, che scagionano la Ferrari da una chiamata ritardata.

Andiamo quindi a visionare, immagine per immagine, quanto successo.

LA PARTENZA

Lo scatto fulmineo di Max Verstappen con la Red Bull sorprende entrambe le rosse. L’olandese approccia curva 1 dall’esterno, sfilando sulla destra della Ferrari di Sebastian Vettel causando un contatto tra la gomma posteriore sinistra della RB13 e i flap superiori destri dell’ala anteriore della SF70H. Questo è il fotogramma del momento preciso del contatto. Quello che segue, invece, è immediatamente successivo alla toccata.

I flap superiori sembrano ancora al loro posto, ma in realtà sono parzialmente danneggiati tanto da iniziare a “ballare” sul resto del main plane dell’alettone.

 

LA SAFETY CAR

I piloti approcciano la prima chicane del Circuit Gilles Villeneuve (curve 3 e 4). Da qui si può notare che sì, i flap superiori dell’ala nella parte destra non sono esattamente al loro posto, ma lo stato generale dell’alettone non sembra destare troppe preoccupazioni. 

Anche nella successiva curva 5, che i piloti percorrono ancora in pieno prima della neutralizzazione per l’incidente tra Sainz e Massa, l’ala pare generalmente ancora sana.

A questo punto viene chiamato l’ingresso della Safety Car e i piloti rallentano vistosamente in attesa di raggiungere la vettura di sicurezza. Questo è un passaggio fondamentale perché a partire da metà del primo giro e fino al termine del terzo le vetture non spingono. Questo significa che il danno sull’ala di Vettel non può essere verificato con assoluta certezza, in quando le velocità minori soprattutto sul dritto non mettono a dura prova la resistenza dei flap danneggiati che, ripetiamo, visibilmente ballano ma non abbastanza (secondo noi) da creare una seria preoccupazione. In passato molte altre vetture hanno riportato il distacco dei flap superiori dell’ala anteriore senza danni ingenti o cali esagerati di prestazioni. Ipotizzando un possibile distacco dei soli flap superiori, e forse senza aver valutato un possibile danno anche alla paratia laterale, la Ferrari potrebbe anche aver pianificato un cambio del muso al momento del pitstop per il cambio gomme e non, quindi, immediatamente sotto Safety Car.

LA ROTTURA

Arriviamo, ora, al momento del rientro della Safety Car, al termine del terzo giro.

Le monoposto rallentano, si accodano dietro Lewis Hamilton in fila indiana ed iniziano a zigzagare per scaldare le gomme. Come possiamo notare da questo fotogramma, l’ala anteriore della Ferrari di Sebastian Vettel sembra ancora, apparentemente, in buono stato. Quale team, con un’immagine del genere e con tutte le monoposto accodate, avrebbe richiamato il proprio pilota per cambiare l’intero muso mandandolo in fondo al gruppo?

Arriviamo, ora, alla rottura definitiva dell’ala.

In questo momento le monoposto hanno iniziato ad accelerare comandate dalla Mercedes di Hamilton. È a questo punto che avviene il distacco di gran parte dell’ala della Ferrari sulla parte destra, incluso il profilo laterale. Il problema, però, è che da questa inquadratura (e non sappiamo se la Ferrari ne avesse di alternative al suo muretto) non si può capire con certezza quale vettura abbia perso quale dettaglio. A posteriori, ovviamente, si può dire che non poteva che essere la SF70H, ma live le cose sono sempre diverse, e la parte bianca non ha di certo aiutato ad identificare subito la monoposto coinvolta.

La sagoma della Ferrari SF70H con l’ala danneggiata (questa volta davvero) compare nell’inquadratura a circa 200 metri, forse poco più, dalla frenata che porta all’ultima chicane o all’ingresso dei box.

A questo punto Vettel continua per un giro intero senza più carico dalla parte destra prima di rientrare ai box per cambiare l’intero muso.

Da questa immagine, oltretutto, si nota anche la presenza del bargeboard destro, che si romperà parzialmente in un giro compreso tra il 23° (dove compare ancora) e il 34° (nel quale risulta rotto).

CONSIDERAZIONI

Dal distacco dell’ala al momento in cui Vettel approccia l’ultima chicane trascorrono circa 7 secondi. Da quando la sagoma della Ferrari danneggiata compare in inquadratura, non più di 4. Qualunque dei due lassi di tempo volessimo considerare, valutare il danno e chiamare tempestivamente il pilota per farlo rientrare ai box sarebbe stato fisicamente impossibile. Pertanto, per quanto ci riguarda, le critiche al muretto della Ferrari in questa occasione sono prive di un tangibile fondamento. Al contrario, se la Ferrari avesse chiamato Sebastian per la sostituzione con un’ala apparentemente ancora solida, assisteremmo ad altro tipo di critiche.

Qualcuno ha chiamato in causa a confronto l’episodio del Gran Premio della Malesia 2013, nel quale Fernando Alonso ha subito il distacco dell’ala anteriore nei primi giri di gara. In questo caso, però, le cose furono ben chiare già da prima.

Immagine: internet (per il copyright segnalare a info@passionea300allora.it)

Come si può vedere da questa immagine, infatti, l’ala anteriore della F138 dello spagnolo aveva subito la rottura di uno dei due piloncini di sostegno e strisciava sull’asfalto dalla parte sinistra. In questo caso il danno era ben evidente da quasi un giro, eppure si decise di continuare con il distacco (pericoloso, tra l’altro: l’ala si infilò sotto la vettura) che avvenne all’inizio della tornata successiva con il conseguente ritiro di Alonso. 

Segue il video della FOM con gli highlights della corsa, utilizzato per estrarre i fotogrammi dell’articolo.

Questo è quanto. A voi.

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