F1 | Le pagelle 2019 di P300.it

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Tempo di lettura: 9 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
30 Dicembre 2019 - 20:39
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Siamo alla fine dell’anno e, quindi, ecco le Pagelle di P300.it relative al mondiale di Formula 1 2019, che ha portato Lewis Hamilton a vincere il sesto titolo della carriera così come la Mercedes a conquistare il suo sesto alloro consecutivo.

Le pagelle, relative a piloti e team, sono il risultato della media dei voti di dieci componenti dello Staff di P300.it: questo per avere un risultato quanto più equilibrato possibile.

Ecco quindi i voti con i quali si chiude ufficialmente la stagione 2019 di P300.it, in attesa del 2020.


MERCEDES | 9,7

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Il 2019 conferma un dominio iniziato ormai sei stagioni fa con l’avvento dell’era ibrida. Sei titoli piloti e sei costruttori consecutivi. Il 2020 potrebbe rendere il team di Toto Wolff irraggiungibile. Anche se, forse, lo è già.

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Lewis Hamilton | 9,3
Inutile aggiungere qualcosa. L’inglese si sta avvicinando a gran falcate verso i record di Michael Schumacher e solo un impegno limitato di Mercedes in previsione 2020 potrebbe impedirgli di diventare il più vincente di tutti i tempi.

Valtteri Bottas | 7,8
Convivere con Hamilton non è facile e questo lo sappiamo. Detto questo con 4 vittorie e 5 pole il finlandese ha fatto quanto richiesto e anche di più per il suo ruolo. Una stagione più che positiva, con un solo giro a vuoto ad Hockenheim.


FERRARI | 5,1

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Ci si aspettava ben altro dal team di Maranello. Al di là dei proclami e dell’entusiasmo iniziale le uniche vittorie di stagione sono arrivate solo dopo la pausa estiva, quando i campionati erano già in cassaforte per Mercedes.

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Charles Leclerc | 8
Grande nota positiva per la Ferrari è l’arrivo di Charles Leclerc che, supportato da team e media, ha scaricato l’entusiasmo dell’esordio in rosso in pista facendo meglio di Sebastian Vettel. Sette pole, due vittorie al primo anno ed una carica agonistica pazzesca per il monegasco che, dopo aver scalato di gran carriera le categorie minori, ora attende solo l’auto buona per poter lottare per il titolo mondiale.

Sebastian Vettel | 6,6
Una macchina non gradita da subito, un compagno scomodo e prevedibilmente velocissimo, un rapporto con i media e con parte dei tifosi logoro da tempo. Una vittoria portata via sotto il naso dai commissari in Canada,le incomprensioni con Leclerc ed il ritorno al successo a Singapore completano forse la stagione più difficile dal punto di vista mentale per il tedesco. Il 2020 dovrebbe essere l’anno di congedo dalla rossa e difficilmente le cose potranno andar meglio.


RED BULL | 7,8

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Si attendeva dietro l’angolo il binomio Red Bull – Honda per capire come il motorista giapponese avrebbe affrontato una nuova sfida con un top team, dopo il flop con McLaren e la migrazione in orbita RB passando per Toro Rosso. Tre vittorie di Verstappen e terzo posto nel costruttori (forse bugiardo) sono il risultato della scommessa. Il 2020 potrebbe portarci una sorpresa.

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Max Verstappen | 9
Il voto più alto dopo quello di Hamilton va all’olandese. Il confronto con i compagni che si sono alternati al suo fianco – Gasly soprattutto – parla da sé. Dopo cinque stagioni Max è pronto a lottare per il mondiale. Tre vittorie conquistate di forza in Germania, Austria e Brasile e prestazioni da top driver al quale manca solo una cosa: la monoposto giusta.

Alex Albon | 7,1
Difficile mettersi nei panni di un pilota che, in un anno, è passato da un arrivo chiacchierato in F1 senza aver vinto la F2 allo switch dalla Toro Rosso alla Red Bull in corso di stagione. Un’altalena di emozioni che hanno bisogno stabilità. Vedremo cosa ci riserverà il thailandese nel 2020 dopo una stagione comunque più che positiva.


MCLAREN | 7,8

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Si può dire “finalmente”. Dopo quattro stagioni di sofferenza finalmente il team di Woking torna alle spalle dei top team con il quarto posto nel campionato costruttori ed un podio – purtroppo non festeggiato live – in Brasile. Il 2020 potrebbe essere anno di transizione, in attesa del ritorno alla partnership con Mercedes dal 2021 che potrebbe riportare questo glorioso nome a lottare per vittorie e titoli.

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Carlos Sainz | 8
Una stagione si assoluto livello per lo spagnolo che, con 96 punti, si è piazzato al sesto posto davanti ai piloti “part time” di Red Bull, Gasly e Albon. Prestazioni ottime e concrete. Un gran peccato non aver potuto gioire del suo primo podio in Brasile se non dopo la penalizzazione di Lewis Hamilton.

Lando Norris | 7,3
Anno d’esordio più che positivo per il baby Norris che, a colpi di Social e simpatia, ha conquistato il pubblico della Formula 1. Undici arrivi a punti durante la stagione ed un bel piede pesante in qualifica, con 14 arrivi in Q3. Si attende, per l’anno prossimo, un bello step in gara.


RENAULT | 4,5

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Stagione che non può essere che definita fallimentare per il team francese. Dal suo ritorno in veste ufficiale in F1 non ha mai dato l’impressione di poter accelerare e scalare la classifica verso la zona che conta. L’arrivo di Daniel Ricciardo non ha comunque contribuito a fare quel salto atteso, e non per colpe dell’australiano.

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Daniel Ricciardo | 6,5
Lontano dalla ribalta e dai flash come d’abitudine negli anni RB, l’australiano si è calato nella sua nuova avventura facendo meglio del compagno ma senza avere grandi possibilità di mettersi in mostra. Chiude nono in classifica. Sarà stata la scelta giusta quella di lasciare Red Bull?

Nico Hulkenberg | 6,1
Il tedesco si congeda – temporaneamente? – dalla Formula 1 con una stagione senza spunti. La svolta sarebbe potuta arrivare ad Hockenheim ma un errore (nella marea di sbagli di tutti i piloti) lo ha privato di un risultato potenzialmente ottimo. Un peccato non averlo più in griglia.


TORO ROSSO | 7

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Due podi nella stessa stagione (Kvyat 3° in Germania, Gasly 2° in Brasile) non sarebbero stati previsti nemmeno nella più rosea delle previsioni. Da qui il 7 in pagella che rispecchia anche il sesto posto in campionato davanti alla Racing Point e all’Alfa Romeo.

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Pierre Gasly | 6,2
La retrocessione dalla Red Bull a metà stagione avrebbe distrutto diversi piloti. Il francese, invece, si è rialzato trovando più confidenza nella monoposto di Faenza che in quella austriaca e portando a casa un fantastico secondo posto nella turbolenta gara di Interlagos.

Daniil Kvyat | 5,9
Il podio di Hockenheim non vale comunque – per pochissimo – la sufficienza al russo che, dopo una prima parte di stagione più o meno alla pari con Albon, ha poi subito troppo il rientro di Gasly al suo fianco.


RACING POINT | 6

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L’arrivo di capitali freschi dall’acquisto della ex Force India si pensava potesse dare quella spinta in più ad un team che, negli anni scorsi, aveva fatto miracoli con budget limitati. Invece è arrivata una stagione in difesa, penalizzata nei punti da uno Stroll troppo indietro rispetto a Perez.

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Sergio Perez | 7,2
Forse un po’ sottovalutato dopo l’anno difficile in McLaren, il messicano è l’anima della Racing Point già da quando si chiamava Force India. Fa tremendamente meglio del compagno di squadra, che altro non è che – tramite papà – il suo datore di lavoro, sia in qualifica che in gara, senza appello. Deve essere una gran bella soddisfazione.

Lance Stroll | 4,9
Impalpabile. Non basta fare bene quando le gare sono caotiche ma ci vuole costanza di rendimento. Sempre dietro a Perez, mai uno spunto che sia uno. Il 2020 sembra incredibilmente già la stagione del dentro o fuori, nonostante i vantaggi ereditari.


ALFA ROMEO RACING | 5,9

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Una stagione partita bene e poi andata progressivamente in calando, con un guizzo finale ad Interlagos figlio anche degli eventi. Forse ci si aspettava qualcosa di più dell’ottavo posto nel costruttori, per questo la sufficienza non arriva dalle nostre pagelle.

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Kimi Raikkonen | 7,1
I 40 anni suonati non vietano al finlandese, soprattutto nella prima parte di stagione, di cogliere punti importanti per il team e di fare globalmente e quasi regolarmente meglio del nuovo compagno di squadra, soprattutto in gara dove conta esperienza.

Antonio Giovinazzi | 5,8
Un quarto dei punti del veterano Raikkonen e sole quattro gare chiuse davanti al compagno. Il confronto sarebbe simile a quello in Racing Point se non fosse per le qualifiche. Sul giro secco Antonio fa piuttosto bene. Serve esperienza, ma quella al primo anno è difficile averla.


HAAS | 4,3

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La delusione maggiore, Williams esclusa. Per tutto l’anno si è rincorsa una prestazione che non è mai arrivata, ricorrendo anche a parti di inizio anno a stagione inoltrata. Sette soli arrivi a punti e penultimo posto in campionato, risultati che sicuramente non vanno bene al Boss Gene Haas.

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Romain Grosjean | 4,7
Anno tremendo per il francese, che soffre addirittura sette ritiri in stagione e colleziona soltanto 8 punti totali. In qualifica fa peggio del compagno, in gara i risultati sono equilibrati ma i punti maggiori sono dall’altra parte.

Kevin Magnussen | 5,7
Fa globalmente meglio del compagno – seppur con cinque ritiri in meno – in una situazione molto difficile. Un anno da dimenticare anche per lui: lontanissimi i tempi del podio all’esordio con la McLaren.


WILLIAMS | 4

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Difficile davvero essere così duri con un team così storico, ma i risultati parlano chiaro. In difficoltà sin dai test invernali – dove sono arrivati in ritardo – a Grove hanno avuto difficoltà per tutto l’anno, con pezzi di ricambio centellinati e (non) prestazioni da Cenerentola. Difficile è anche immaginare un miglioramento della situazione, anche se ci speriamo vivamente.

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George Russell | 7,9
Nelle difficoltà di una situazione ai limiti della praticabilità il campione uscente della F2, giovane pupillo Mercedes, ha fatto comunque vedere di che pasta è fatto. Il 21-0 qualifica rifilato a Kubica e le 17 gare concluse davanti al polacco restano un ottimo biglietto da visita per chi vorrà dargli in fiducia in futuro.

Robert Kubica | 5,6
La storia che l’ha portato al ritorno in Formula 1 è da mostrare a chi cerca ispirazione la propria vita. In F1, però, contano anche e soprattutto i risultati e la stagione del polacco non è stata per nulla positiva. L’unico punto dell’anno della Williams è suo, anche se Hockenheim tra ritiri e squalifiche non può essere considerata una gara attendibile.

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