F1 | Le doppiette in gara nei cicli più forti di sempre: Mercedes regina tra 2014 e 2016

AnalisiF1
Tempo di lettura: 7 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
16 Maggio 2023 - 12:00
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L’analisi degli 1-2 ci dice forse qualcosa di più sui rapporti di forza dei team nei loro cicli più vittoriosi

Un altro strumento per valutare la forza di un ciclo vittorioso in F1 può essere quello di conteggiare le doppiette, ovvero gli arrivi a traguardo con primo e secondo posto da parte dei piloti dello stesso team.

Partendo dal ciclo Senna – Prost alla fine degli anni ’80 ed arrivando ai giorni nostri con la coppia Verstappen – Pérez, abbiamo analizzato i risultati ottenuti in quelli che sono i cicli di almeno due anni con la stessa coppia di piloti e il titolo mondiale piloti conquistato alla fine dell’anno.

Già nominata la coppia che ha dominato 1988 e 1989 con la McLaren, abbiamo poi preso in esame un altro duo di Woking che, dieci anni più tardi, ha conquistato due titoli piloti su due, ovvero quello formato da Mika Hakkinen e David Coulthard.

Passiamo poi alla Ferrari, con il periodo Schumacher Barrichello, con i cinque titoli consecutivi vinti dal tedesco tra 2000 e 2004.

Subito dopo abbiamo il biennio Renault con Fernando Alonso e Giancarlo Fisichella (2005-2006), dopo il quale bisogna attendere qualche anno per arrivare ad un periodo più recente. La coppia Red Bull formata da Sebastian Vettel e Mark Webber ha conquistato quattro titoli tra 2010 e 2013, dopo i quali si è aperto il super ciclo Mercedes, che abbiamo diviso in due periodi: il primo con Lewis Hamilton affiancato da Nico Rosberg, il secondo con Valtteri Bottas al posto del tedesco, ritiratosi dopo il titolo 2016.

Arriviamo poi alla stretta attualità, con i due titoli Red Bull con Max Verstappen e Sergio Pérez al volante.

La tabella di riferimento è questa.

Per ogni coppia di piloti abbiamo analizzato il totale delle gare corse, e a parte, ci siamo limitati a quelle degli anni in cui è stato vinto il titolo. In alcuni casi queste coincidono (Prost-Senna, Alonso-Fisichella, Verstappen-Pérez), negli altri è interessante notare quanto siano diverse le percentuali.

La coppia Prost – Senna non ha evidentemente differenze tra prima e seconda riga in quanto hanno corso insieme solo in anni in cui uno dei due ha vinto il titolo, nell’88 il brasiliano e nell’89 il francese. I dati pertanto sono uguali: i due hanno corso insieme 32 gare vincendone 25 per una percentuale del 78,13%. Di queste, 14 sono state doppiette, il 43,75%. Il dato che però fa riflettere è un altro. Su 32 gare “solo” 20 volte i due sono arrivati entrambi al traguardo e in 14 occasioni è stato un 1-2, il 70% netto. Numeri assurdi.

Per capire meglio l’analisi prendiamo in esame la coppia Hakkinen – Coulthard, che ha condiviso il box McLaren per sei stagioni tra 1996 e 2001 vincendo però il titolo piloti sono in due anni. Considerando tutto il periodo (prima riga), i due hanno corso insieme un totale di 99 gare vincendone 30, il 30,30%. Di queste 30 vittorie 13 sono state doppiette: il 13,13% delle 99 gare corse insieme, il 43,33% delle gare vinte.

Un altro dato interessante riguarda il rapporto tra le doppiette e le gare in cui entrambi i piloti sono effettivamente giunti al traguardo. Delle 99 corse insieme, in un periodo in cui l’affidabilità non era certo ai livelli odierni, Hakkinen e Coulthard sono giunti entrambi a fine gara solo 48 volte. Nel 27,08% delle gare portate a termine da entrambi, i due sono giunti al primo e secondo posto.

Nella seconda riga sono stati presi in esame solo i due anni che hanno portato al titolo piloti, il 1998 e 1999. Come vedete le percentuali cambiano di parecchio: nelle 32 gare complessive la metà sono state vittorie e, di queste, la metà doppiette. Il finlandese e lo scozzese sono arrivati entrambi al traguardo 15 volte, realizzando per otto volte un 1-2. La percentuale è del 53,33%.

Passiamo alla Ferrari. Il metodo applicato è sempre lo stesso: prima riga che considera tutti gli anni in cui Schumacher e Barrichello hanno corso insieme, seconda riga che tiene conto solo degli anni in cui è stato vinto il titolo. La differenza, ovviamente, si trova nel 2005 in cui il titolo è andato ad Alonso portando comunque una doppietta, quella della memorabile (e non certo in positivo) Indianapolis con sei monoposto al via. Al tempo le percentuali del quinquennio rosso furono ritenute insuperabili, con il 67% di vittorie negli anni del titolo, 23 doppiette su 57 successi, 60 gare su 85 in cui entrambi i piloti sono giunti al traguardo. Il 2005 abbassa le percentuali, ma non di troppo.

Per il biennio Renault 2005-2006 i conti sono identici a quelli McLaren con Senna e Prost, ma con una differenza netta per quanto riguarda le doppiette. Fernando Alonso e Giancarlo Fisichella, infatti, hanno portato a casa una sola doppietta in 37 gare e nelle 14 vittorie ottenute. L’occasione fu il GP della Malesia 2006, vinto dall’italiano davanti all’allora fresco campione in carica spagnolo.

Un altro ciclo molto enfatizzato dai media è stato quello Red Bull tra 2010 e 2013, con i quattro titoli consecutivi ottenuti da Sebastian Vettel. Il tedesco e Mark Webber hanno condiviso il box austriaco dal 2009, tra l’altro rischiano di vincere il titolo già al primo anno con una BrawnGP in calo nella seconda parte di stagione. In generale, i numeri del ciclo Red Bull sono stati tutti più bassi rispetto a quello Ferrari, sia come percentuali di vittorie totali (53,25 contro 67,06 negli anni dei titoli) che di doppiette, il 15,58% rispetto al 27,06%. Eppure, nell’immaginario mediatico, più volte è stato considerato quasi più dominante di quello ferrarista.

Arriviamo al (doppio) ciclo che ha riscritto la storia della Formula 1, ovvero quello Mercedes tra 2014 e 2020. Lewis Hamilton e Nico Rosberg sono stati compagni di squadra dal 2013 al 2016: nel primo anno hanno conquistato tre successi, ma dall’avvento dell’era ibrida alla fine del 2016 hanno messo in scena il ciclo più imbarazzante della storia: tra 2014 e 2016 l’inglese ed il tedesco vincono 51 gare su 59, l’86,44%. In 29 occasioni è doppietta, il 56,86% delle gare vinte finisce con un 1-2. Sono dati che difficilmente rivedremo.

A fine 2016 Rosberg si ritira, in Mercedes arriva Bottas e cambiano i regolamenti. Nel 2017 e 2018 la Ferrari contende il mondiale fino ad un certo punto al team di Brackley senza riuscire a portarglielo via, poi nel 2019 e 2020 l’armata di Toto Wolff è imbattibile. Questo secondo ciclo finisce con il 65.38% di vittorie, di cui il 43,14% sono doppiette. Numeri comunque altissimi.

Per completezza, unendo tutto in un unico ciclo, otteniamo il 74,45% di vittorie negli anni dei sette titoli piloti consecutivi, con 102 gare vinte su 137 di cui 51 doppiette. Numeri ben più alti rispetto al 67,06% di vittorie della Ferrari (su cinque anni) e del 53,25% della Red Bull (su quattro stagioni).

L’ultimo blocco è quello relativo all’attuale ciclo Red Bull. Tra 2021 e 2022 il team austriaco ha vinto 28 delle 44 gare corse, ottenendo però solo 5 doppiette con Verstappen e Pérez. Numeri decisamente più bassi, quelli degli 1-2, rispetto agli altri cicli.

Considerazioni

Quello delle doppiette è un elemento in più per pesare la forza di un ciclo vittorioso e i dati non fanno altro che confermare, ancora una volta, come il ciclo Mercedes sia stato in assoluto il più dominante dell’intera storia della Formula 1. Sebbene nei numeri il biennio McLaren di fine anni ’80 sia ragguardevole, la longevità del ciclo vittorioso di Brackley (oltre tre volte più lungo) sposta decisamente la bilancia a favore del team anglotedesco, che ha numeri e percentuali maggiori rispetto ai cicli Ferrari e Red Bull e mantenuti per più tempo.

La parentesi di due anni titolati all’interno di una convivenza di sei non depone a favore della coppia Hakkinen-Coulthard, mentre la sola doppietta Renault in due anni sposta i meriti principalmente su Fernando Alonso. Più o meno lo stesso discorso che si può applicare, al giorno d’oggi, a Red Bull tra Verstappen e Pérez, in un periodo (rispetto al 2005) nel quale l’affidabilità è comunque più alta.

Il quadriennio Red Bull con Vettel e Webber sfigura rispetto a Ferrari e Mercedes, sebbene mediaticamente sia stato esaltato in modo importante (in termini di prestazioni della vettura) soprattutto per i titoli vinti contro la Rossa nel 2010 e 2012.

Il triennio 2014-2016, con 51 vittorie su 59 gare da parte del trio Mercedes-Hamilton-Rosberg, è destinato a rimanere a lungo inavvicinabile e rappresenta il momento più alto di sempre per un team in F1, simbolo di una supremazia tecnica come mai se ne erano viste.

Immagine: ANSA

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