F1 | Las Vegas tra tombini, freddo e caos. Quel terno al lotto che fa tanto show ma contrasta con il valore dello sport

Autore: Alessandro Secchi
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Pubblicato il 23 Novembre 2025 - 18:00
Tempo di lettura: 3 minuti
F1 | Las Vegas tra tombini, freddo e caos. Quel terno al lotto che fa tanto show ma contrasta con il valore dello sport
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Freddo, tombini che saltano, assetti da indovinare. Bella l’incertezza, ma fino ad un certo punto

Se c’è qualcuno che si sta sfregando le mani dopo quello che è successo nel Gran Premio di Las Vegas, sicuramente è Liberty Media. In condizioni normali, senza la squalifica delle due McLaren, Norris in Qatar avrebbe avuto una possibilità altissima di diventare campione del mondo. Invece, con il doppio zero sia dell’inglese che di Piastri, Verstappen ha ancora qualche possibilità in più di portare quantomeno la pratica iridata ad Abu Dhabi.

Evidentemente, la doppia squalifica è figlia di un errore di valutazione da parte di McLaren. Per quanto il team abbia tentato di giustificarsi con un porpoising inaspettato e con condizioni che devono essere investigate, il fatto che entrambe le vetture si siano trovate in questa posizione significa che, molto probabilmente, un errore alla base c’è stato.

Il dettaglio da notare in questo campionato è che, su sei squalifiche che si sono verificate fino ad ora, tre sono relative alla Cina, dove si era corso con il formato Sprint e con un asfalto completamente nuovo, oltre che con la solita unica ora di prove libere; mentre due si sono avute a Las Vegas, dove — tra temperature fredde, pioggia e quindi poco tempo per preparare gli assetti delle monoposto in vista dell’asciutto, oltre ai 20 minuti di sospensione per i tombini saltati in FP2 — si è creata una difficoltà maggiore del previsto.

Da un certo punto di vista, a Liberty Media questo fa gioco, perché non è un mistero che l’incertezza sia un punto importante in chiave spettacolo e intrattenimento. Dall’altro, avere dei team che si trovano costretti a “indovinare” gli assetti senza nessun tipo di riferimento va, da sempre, un po’ contro quella ricerca della perfezione che dovrebbe essere di casa in Formula 1.

Nel momento in cui ci sono budget cap milionari che non possono essere sfruttati, un po’ perché (come nelle Sprint) c’è solo un’ora di prove libere, un po’ perché ci sono condizioni meteo che non permettono di preparare gli assetti (e il parco chiuso, in questo, è un’ulteriore limitazione) c’è un contrasto tra lo spirito di quello che è sempre stato lo sport e le aspettative da parte di chi, lo sport, lo comanda.

Come detto, non è una novità che l’incertezza sia molto gradita a questa gestione; non è una novità che la diminuzione delle prove libere sia appoggiata in quanto fautrice, appunto, di imprevedibilità; dal punto di vista aziendale, questo rappresenta un bene, mentre dal punto di vista sportivo in realtà non lo è. La ricerca della perfezione, evidentemente, contrasta con l’impossibilità di provare e con un parco chiuso che castra modifiche agli assetti in caso di maltempo.

In questo caso, il problema è che c’è un team (McLaren) che, per quanto possa avere sbagliato nel valutare altezze da terra, set-up e quant’altro, rischia di perdere un mondiale per un episodio che si è verificato all’interno di un weekend che rappresenta la negazione di quello che dovrebbe essere lo spirito della F1 sotto molti punti di vista, sottolineati anche dai piloti stessi.

Alonso, durante il weekend, ha criticato aspramente anche l’asfalto del tracciato della Sprint tra poco grip e bump. Per non parlare – anche se c’entra poco con la prestazioni – della vergognosa ed irricevibile scena dei commissari in pista con le monoposto in arrivo durante la prima Virtual Safety Car.

Non sappiamo ancora cosa succederà, ovviamente, nelle ultime due gare: ma se Max Verstappen dovesse diventare campione del mondo e questa doppia squalifica dovesse rivelarsi decisiva per l’assegnazione del titolo piloti ai danni di McLaren, qualcuno a Woking potrebbe chiedersi se è davvero così conveniente appoggiare ogni singola iniziativa proposta dall’alto in nome dello spettacolo.

Immagine di copertina: Media McLaren

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