Prese d’aria singolari e dove trovarle. La Red Bull pesca un po’ dal passato con gli aggiornamenti sulla RB20
Gli aggiornamenti che i team nel corso della stagione portano per migliorare le prestazioni delle proprie monoposto sono sempre attesi con grande interesse dagli appassionati. Non essendoci i test liberi è chiaro che la curiosità per capire se quello che viene portato avrà riscontro in pista è sempre tanta. A Suzuka la macchina più attenzionata è stata ovviamente la RB20 che nel GP di casa del proprio motorista ha visto un aggiornamento aerodinamico piuttosto importante, mirato soprattutto al raffreddamento della PU giapponese (ma non solo).
Nel dettaglio, la novità più visibile è quella nella zona dell’Halo: Newey ha aggiunto una presa d’aria all’esterno del supporto della protezione al telaio. La forma che gli ha dato è quella di una piccola bocca semicircolare, il cui obiettivo non è ancora completamente chiaro tra aumento di portata d’aria ai radiatori della PU giapponese o vero e proprio condotto al servizio dell’aerodinamica.

Una soluzione che visivamente, ai più nostalgici, ha riportato alla mente quella vista sulla Benetton B187 (in precedenza con una bocca sola l’anno precedente) del 1987 spinta dal turbo Ford. In quel caso le bocche di raffreddamento si trovavano ai lati dell’abitacolo e servivano per portare aria alle due turbine Garrett.

Tra l’altro una soluzione simile ma mento “visibile” si era già vista nel 1985 sulla Brabham BT54 spinta dal turbo BMW. In questo caso Gordon Murray aveva posizionato sul lato sinistro dell’abitacolo una piccola feritoia che, aiutata da una presa d’aria definita “naca”, portava aria all’unica turbina nel motore bavarese.
Soluzioni che in chiave “moderna” Adrian Newey ha riproposto sulla sua RB20.
Immagine di copertina: Media Ansa
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