Ancora alcuni asterischi, ma il calendario 2022 della F1 è stato ufficializzato dal Consiglio Mondiale con 23 appuntamenti
Il Consiglio Mondiale della FIA ha confermato oggi il calendario di F1 per la stagione 2022. Sarà – se verranno confermati tutti gli appuntamenti – la più lunga di sempre con ben 23 gare ed una conclusione del mondiale anticipata a fine novembre.
Questo comporta una compressione degli eventi con ben sette double header e due triple header che non lasceranno letteralmente il respiro a team, piloti ed addetti ai lavori.
Andiamo con ordine, partendo dall’immagine che riassume la situazione per la prossima stagione.
Con quattro gare soggette alla definizione/rinnovo del contratto ed una, quella di Miami, soggetta all’omologazione della pista, che sarà una formalità, gli appuntamenti che possiamo dare assolutamente per certi al momenti sono 18.
Si parte con un double header, con il Bahrain che ospiterà la gara inaugurale il 20 marzo e sarà seguito a sette giorni di distanza dall’Arabia Saudita, che si sposterà dalla fine all’inizio del calendario. Il ritorno di Melbourne, assente da due stagioni, è fissato per il 10 aprile. La conferma di Imola per il Gran Premio dell’Emilia Romagna è per il 24 aprile, data in linea con il 2022 e con la tradizione che conosciamo dai tempi del GP di San Marino.
La novità Miami, l’avevamo già annunciato, è fissata per l’8 maggio, slot solitamente affidato al GP di Spagna che viene spostato di due settimane in avanti e si correrà il 22. Si riduce la pausa con il GP di Monaco, che chiuderà il mese di maggio e si disputerà con il format classico venerdì-sabato-domenica il 29 per un nuovo double header, abbandonando la tradizione che vedeva le prime prove libere al giovedì.
Ancora double header stavolta tra due posti lontanissimi tra loro. Il GP dell’Azerbaijan di Baku del 12 giugno costringerà il Circus ad una traversata verso il Canada, dove si correrà appena sette giorni più tardi, il 19. Due settimane di sosta ed ennesima double con il GP di Gran Bretagna di Silverstone, il 3 luglio, al quale seguirà quello d’Austria il 10. La prima metà di stagione si chiuderà con un’altra doppietta: il Gran Premio di Francia (24 luglio) e quello d’Ungheria (31 luglio) manderanno in ferie team e piloti.
Il ritorno alle ostilità sarà faticosissimo con due triple header consecutivi. La prima tripletta, così come abbiamo visto nel 2020, sarà composta dai Gran Premi del Belgio (28 agosto), Olanda (4 settembre) e Italia (11 settembre). Una settimana di stacco e poi altro triplo appuntamento che porterà il Circus in zona asiatica con i GP di Russia (25 settembre), Singapore (al ritorno in calendario il 2 ottobre) e Giappone (ritorno anche per Suzuka, il 9 ottobre).
Dall’Asia alle Americhe la Formula 1 si troverà di fronte ad un altro double header, con il GP degli Stati Uniti di Austin il 23 ottobre al quale seguirà quello del Messico (con ritorno a questa denominazione) il 30 ottobre.
In chiusura di mondiale l’ultima doppietta: il GP del Brasile, con ritorno anche qui alla denominazione storica, si correrà il 13 novembre, sette giorni prima del consueto gran finale di Abu Dhabi.
Se tutti gli appuntamenti saranno confermati si tratterà di una stagione letteralmente estenuante, con la fine del mondiale anticipata di tre settimane ma l’aggiunta di una gara in più. Un vero e proprio tour de force per tutti gli addetti ai lavori coinvolti che potrebbe far storcere il naso a qualcuno, come ha suggerito Sebastian Vettel nell’intervista che vi abbiamo proposto nei giorni scorsi.
La Formula 1 prosegue comunque su questa strada, che potrebbe portare in futuro a quel limite di 25 appuntamenti del quale si vocifera da tempo.
Immagine: ANSA
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