Con il mondiale di F1 che si sta avvicinando al termine e con i titolo piloti e quello costruttori già assegnati, tra appassionati è “normale” chiedersi chi è stato il migliore in griglia durante la stagione oppure chi nonostante i risultati è il più forte di tutti.
Passione a 300 all’ora ha avuto il piacere di intervistare Giancarlo Minardi, storico manager dell’omonima scuderia faentina che ha fatto la storia della F1 tra gli anni 80-90 ed inizio 2000. Con Minardi abbiamo parlato di Fernando Alonso e del perché il pilota spagnolo della Mclaren è il migliore di tutti.
“Ci racconta il primo test di Fernando con la sua monoposto a Jerez 1999?”
“Andammo a Jerez per una sessione di test con cinque piloti diversi che arrivavano da cinque esperienze diverse e tutti debuttanti. Di solito a Jerez non piove quasi mai ma quel test venne condizionato dalla pioggia, quindi tutte le prove vennero svolte con gomme da bagnato. Fernando venne sorteggiato come quinto per scendere in pista, e al terzo giro dei 25 che doveva effettuare lo richiamammo ai box perchè i suoi tempi erano già al livello degli altri. Gli venne detto «calma ragazzo vacci piano perchè hai ancora altri giri da fare» ma lui ci rispose che era tutto sotto controllo e che stava prendendo confidenza con la macchina. Lo rimandammo in pista e a fine sessione girò 4/5 secondi più veloce rispetto a quello che era stato migliore sino a quel momento”.
“Che emozioni si provano quando si intuisce di aver scoperto un talento del genere?”
“Sono emozioni difficili da spiegare come è altrettanto difficile capire le sensazioni che si provano verso un pilota o verso un altro che ti fanno dire «Questo potrebbe fare una grande carriera». Siccome una rondine non fa primavera con Fernando avemmo la certezza di essere davanti ad un pilota eccezionale durante una sessione di test privati nel 2000 a Fiorano, in condizioni di asciutto. In quel momento Alonso era sotto contratto con noi come terzo pilota e capimmo di che pasta era fatto grazie ad ottimi tempi e prestazioni”.
” Che carattere aveva in quel periodo Fernando?”
“Lo stesso di adesso credo, anche se ora ha 35 anni ed è passato diverso tempo. Ricordo che voleva sempre migliorasi ed era contento solo se riusciva a farlo. Non era mai soddisfatto delle prestazioni che otteneva e per confermare questo io porto sempre un esempio di quel periodo. Nel 2000 correva in F3000 e a Spa dopo una vittoria incredibile dando un distacco di oltre 15″ sul secondo classificato, sul podio non sorrideva. Mio figlio gli disse di sorridere e lui gli rispose che lo avrebbe fatto solo quando sarebbe salito su un podio in F1, cosa che poi ha fatto qualche tempo dopo. Era un ragazzo molto chiuso che però credeva molto in se stesso”.
“Il difetto e il pregio di Fernando Alonso?”
“Sicuramente il suo più grande pregio è quello di non accontentarsi mai e di volersi migliorare sempre. Il difetto probabilmente è quello di aver fatto delle scelte sbagliate che non gli hanno permesso di portare a casa i risultati che un campione come lui avrebbe meritato di ottenere”.
“Le scelte sbagliate, quali sono state per lei e quanto hanno condizionato la carriera di Alonso?”
“Da parte anche del management c’è stato qualche errore. Nel 2007 arrivando da Campione del mondo in Mclaren personalmente avrei fatto un contratto prioritario per lui che era il campione. Quel titolo vinto poi da Raikkonen sarebbe andato a Fernando in maniera netta con determinate condizioni. Nel 2010 un mondiale già praticamente vinto venne invece perso perché il team fece la gara su Webber ad Abu Dhabi, mentre era evidente che la Red Bull volesse far vincere il titolo a Vettel come poi è stato. Anche Fernando in quel caso doveva essere probabilmente più lucido e freddo e pensare che gli sarebbe servito un 4° posto per vincere il mondiale. Aggiungo anche una componente sfortuna, nel 2012, con le partenze di Spa e Suzuka che ne hanno condizionato il risultato finale ma non per colpa sua. Indubbiamente ci sono state scelte anche sbagliate ma certe situazioni che fanno comunque parte anche del motorsport non gli hanno permesso, come in questo caso di vincere il titolo con la Ferrari”.
“Nelle difficoltà della Mclaren Honda, l’attuale Alonso è il migliore della sua carriera?”
“Questo è difficile da dire ma guardando i tempi delle qualifiche oppure delle gare e con una PU non all’altezza Fernando ha fatto vedere che la classe non è acqua, dimostrando al mondo di essere il migliore”.
“Vedendo il duello in Messico con Hamilton, e in previsione 2018 con la Mclaren che avrà il Renault, per lei Alonso tornerà ad essere un protagonista?”
“Ribadisco quelle che ho detto prima, dicendo che per me è ancora il migliore. Certo se la Mclaren riuscirà a metterlo in condizione di avere un telaio a livello della Red Bull unito alla PU Renault credo che con la sua classe e la voglia che ha molto probabilmente ci farà divertire ancora”.
“Alonso è spesso stato accusato di non essere un uomo squadra, è d’accordo?
“Onestamente non lo sono. Questa cosa è nata nel periodo della Ferrari, quando per cinque anni gli venne promessa una vettura vincente. Questa cosa, vuoi per qualche errore tecnico o per altri errori non è successa impedendo di fatto di riuscire ad ottenere quello che era l’obiettivo, cioè il titolo mondiale. Lui, essendo molto esigente da se stesso pretende anche molto da parte del team, e quindi è facile arrivare ad avere qualche contrasto. Ma le cose si fanno in due per portare avanti le problematiche e tutto quello che succede in funzione della stessa causa”.
“Indipendentemente da come è andata la stagione, Alonso al posto di Vettel si sarebbe giocato il titolo con Hamilton sino all’ultima gara?”
“Con i se e con i ma non si fa la storia, quindi è difficile rispondere a questa domanda. Io ho sempre sostenuto che questo mondiale che era partito benissimo per la Ferrari anche grazie a qualche errore della Mercedes si sarebbe deciso nella seconda parte della stagione a favore della squadra, team e piloti, che avrebbero commesso meno errori. In questo caso la Mercedes ha vinto 3-0 e ci sono stati degli errori da parte dei piloti e del team. È difficile quindi soprattutto nello sport rispondere a certe domande. Fernando pur essendo il numero 1 per cinque anni non è riuscito a vincere il mondiale con la Ferrari. Ci sono tanti fattori per vincere una gara, detto questo bisogna fare i complimenti alla Mercedes. Speriamo che in questi due Gran Premi Vettel riesca a mantenere il secondo posto nel mondiale”.
“Condivide la scelta di Fernando di andare a gareggiare anche in altre categorie, e perchè la Mclaren rispetto all’era Dennis ha concesso questa libertà ad Alonso?”
“Io mi auguro che la Mclaren possa dare a Fernando una vettura competitiva in modo da evitare di andare a cercare altre avventure e rischi per dimostrare che ancora lui è il migliore. Poi ovviamente i piloti hanno l’adrenalina dentro e vogliono confrontarsi prima di tutto con se stessi. Io non permettevo ai miei piloti di andare a fare gare come Indy, oppure la 24h di Le Mans e nel contratto era scritto. La Mclaren aveva bisogno di rilanciarsi in chiave sponsor per salvaguardare quelli che aveva e puntare su qualche nuova trattativa. Honda doveva ricostruire una propria immagine dopo le tante rotture in F1. L’operazione Indy è stata comunque sorprendente da parte di Fernando, che è rimasto in testa per 29 giri e senza la rottura del motore si sarebbe giocato il podio e molto probabilmente la vittoria. Io personalmente non ero d’accordo su questa avventura per la pericolosità della gara e soprattutto perché Alonso non aveva esperienza in gare di questo tipo. Ho però saputo che la professionalità e il lavoro che Fernando al simulatore e non solo ha fatto valutando ogni cosa addirittura con le varie tipologie di vento laterale e di fronte sono state incredibili, sorprendendo gli addetti ai lavori. Ripeto: mi auguro che la Mclaren sia all’altezza della situazione il prossimo anno per vedere, chissà, un duello tra Max Verstappen che fa parte della nuova generazione e lo stesso Fernando che fa parte della vecchia generazione”.
“Che consiglio darebbe a Fernando Alonso”
“È difficile dare un consiglio, anche perchè io sono fuori da tempo dal mondo della F1. Ovviamente lo seguo, lo critico e ne parlo ma non mi sento di dargli dei consigli. L’unica cosa che posso permettermi di dirgli è quella di restare concentrato perchè è il numero 1 e se assistito dal mezzo può giocarsela alla grande”.
“Button nella sua autobiografia ha scritto che Hamilton è il più veloce, ma Alonso il più completo. Per lei perchè allora il pilota spagnolo è il migliore di tutti?
“Ovviamente non va tolto nulla a chi ha vinto mondiali e gare. Fernando in macchina riesce sempre a capire prima la gara, è come se avesse un televisore davanti a lui per leggere prima degli altri la corsa. Io ho assistito da spettatore e questo lo dico perchè è fenomenale alla famosa diatriba del pit stop in Ungheria del 2007. Un episodio che a mio parere gli è ingiustamente costato il mondiale in quella stagione. Durante le qualifiche doveva essere lui il primo a cambiare le gomme per il nuovo run, ma il team chiamò prima Hamilton al box e lui fece in modo senza nessun aiuto esterno, quindi dal box oppure tramite il cronometro, che l’inglese non potesse effettuare l’ultimo tentativo in qualifica. Fernando fece la pole ma per questa cosa venne ingiustamente retrocesso in griglia. Alonso è quel pilota che tante volte, senza nessun tipo di aiuto esterno, riesce a gestire le varie situazioni. Per me è il migliore”.
Ringraziamo infinitamente Giancarlo Minardi per questa intervista!
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