Il GP dell’Emilia Romagna ci regala una gara d’altri tempi che riconcilia con la F1
Il ritorno in Europa con il Gran Premio dell’Emilia Romagna ha regalato alla F1 un weekend sensazionale, il più combattuto dell’anno. Dopo un inizio di stagione che aveva preoccupato per le prestazioni della Red Bull, nonostante una monoposto largamente rivista, le ultime uscite tra Cina, Miami e appunto Imola hanno mostrato che, forse, il cammino di questo campionato del mondo può essere diverso da quello completamente dominato del 2023. Un’eventualità ovviamente sperata e anche possibile, dato che sarebbe stato difficile rivedere lo stesso scenario dominante per due anni di fila.
Il merito è soprattutto degli inseguitori del team campione in carica, che hanno ricucito in parte il gap con gli ultimi aggiornamenti portati in pista. Ferrari, ad Imola, ha portato una versione rivisitata della SF-24, ma è soprattutto McLaren a catturare l’attenzione. Il team di Woking, capitanato da un ottimo Andrea Stella, nel silenzio mediatico generale è quello che ha recuperato più di tutti e quello che, tra Miami e Imola, ora spaventa davvero.
Dopo la vittoria negli Stati Uniti, propiziata dalla Safety Car ma ampiamente meritata da Lando Norris per il passo mostrato, l’inglese si è ripetuto e senza favori in Italia, con un ritmo indiavolato nella seconda parte di gara che, solo per un paio di giri mancanti, gli ha negato la possibilità di attaccare Verstappen per la vittoria.
McLaren aveva già stupito nel corso del 2023. Dopo aver iniziato dichiaratamente con una monoposto in fase di lavorazione, a metà stagione la MCL60 era tornata al top con diversi podi e secondi posti, diventando nella seconda parte dell’anno la seconda forza in pista alle spalle dell’imbattibile Red Bull. Un balzo a dir poco inconsueto in un regime regolamentare come quello degli ultimi anni, ma che aveva premiato gli sforzi del team guidato dal Team Principal italiano.
Nel 2024 il tutto si sta ripetendo, con la differenza che ora McLaren sembra pronta a lottare per la vittoria. L’inizio stagione aveva mostrato una Ferrari indiscutibilmente seconda forza. Ma, nelle ultime due uscite, non solo McLaren si è portata davanti alla Rossa, ma ha mostrato in diversi frangenti un passo anche superiore alla Red Bull, che non solo non ha potuto più gestire ma ha faticato anche a ripetere gli stessi tempi di Norris con il campione in carica.
Ad Imola, su una pista vera, difficile, sì stretta ma sfidante e che castiga il minimo errore, Norris ha fatto vedere qualcosa che mancava da tempo nella seconda parte di gara. Nessuno, negli ultimi tre anni, era stato capace di un recupero come quello dell’inglese ai danni del campione in carica, con quasi sette secondi recuperati di semplice passo in un solo stint. Imola non è Miami e il fatto che la MCL60 si sia comportata benissimo su entrambe le piste può essere l’indicazione che la monoposto di Woking abbia trovato la quadra a livello prestazionale, anche grazie all’ultimo aggiornamento introdotto negli USA, che si è dimostrato valido e da subito.
Il mondiale, a questo punto, diventa interessante. Verstappen e Red Bull hanno un discreto vantaggio in classifica ma, se le gare dovessero diventare così combattute – anche con l’inserimento di Ferrari – si potrebbe tornare a respirare dal punto di vista dello spettacolo.
Una nota a conclusione: la rincorsa di Norris, con decimi su decimi al giro recuperati su Verstappen, è stata nettamente più interessante di giri caratterizzati da molteplici sorpassi con il DRS. Segno che la qualità resta – e resterà sempre – infinitamente migliore della quantità. Anche se viene spesso raccontato il contrario.
Immagine di copertina: Media McLaren
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