Dieci gare ancora da disputare e un mondiale che potrebbe prendere una piega inaspettata. Ecco come ripartono i team di F1 dopo la sosta estiva
Il mondiale 2024 di F1 riparte dall’Olanda, casa di Max Verstappen. Proprio la Red Bull rappresenta il punto di domanda più grande di questa seconda parte di stagione. Team per team, analizziamo come le squadre ripartono per le ultime 10 gare del campionato.
Red Bull

Ad inizio stagione nessuno ci avrebbe scommesso un euro. Il team campione in carica si presenta a Zandvoort come quello che più deve dare risposte dopo una prima metà d’anno dai due volti, divisa equamente tra un primo blocco di sette gare con cinque vittorie e un secondo blocco identico con due soli successi. Dopo aver spaventato tutti nei primi appuntamenti, la RB20 ha progressivamente dilapidato il vantaggio prestando il fianco al ritorno di McLaren prima e Mercedes poi.
Zandvoort rappresenta un punto cruciale della stagione: da qui si capirà se la crisi in cui è entrato il team di Milton Keynes, già affaticato dalle vicende extra pista e dalle uscite future di Adrian Newey e Jonathan Wheatley può essere risolta per non rischiare un finale di stagione da vero thriller. Max Verstappen, da qualche gara, sta facendo il possibile per tenere a galla il team, mentre Sergio Pérez è disperso. Con una monoposto non più imbattibile – anzi – il divario prestazionale tra i due ha messo ancora più in luce le difficoltà del messicano. Che, per ora, resta al suo posto ma sentirà il sedile scottare per il resto dell’anno.
McLaren

La rivelazione. Non può essere definita altrimenti la McLaren che, dopo gli aggiornamenti di Miami, è diventata di fatto la miglior monoposto in pista almeno dal punto di vista tecnico. Se, per quanto riguarda la gestione di gara, il team di Woking deve ancora farsi le ossa (e gli ultimi 15 giri di Budapest l’hanno dimostrato), la MCL38 ha avuto una crescita incredibile da maggio in poi, seguita a stretto giro da Mercedes.
Sia Norris che Piastri hanno spuntato la casella della prima vittoria in carriera nella prima parte di stagione. L’inglese è secondo in classifica con 78 punti di distanza da Verstappen e, in più di un’occasione, ha mancato la possibilità di portare via punti preziosi ed avvicinarsi all’olandese. Se Lando vuole avere la possibilità di rientrare per la lotta al titolo, oltre a sperare in una Red Bull definitivamente in difficoltà non deve più sbagliare nulla, confidando che il team faccia lo stesso. Se invece, anche in giornate no per Verstappen, l’olandese riuscirà comunque a guadagnare punti o perderne pochi, ci sarà invece poco da fare. Una menzione speciale per Piastri, che ha corso le ultime gare (Budapest compresa per la prima vittoria) con un infortunio ad una costola.
Mercedes

Seconda rivelazione dell’anno. Con tre successi Mercedes è il team che ha vinto di più dopo Red Bull, con due successi per Lewis Hamilton e uno per George Russell. Senza la squalifica di Spa il ruolino sarebbe invertito, ma poco cambia. Dopo McLaren, Mercedes è il team che ha rivoltato meglio la sua stagione, iniziata con la notizia dell’uscita di Lewis Hamilton in direzione Ferrari e una W15 che non ne voleva sapere di andare.
Il rientro a pieno regime di James Allison al timone di comando tecnico ha dato presto i suoi frutti. Da brutto anatroccolo, la W15 si è progressivamente trasformata in principe, consentendo al duo inglese al volante di tornare a lottare per la vittoria. In classifica costruttori Mercedes si trova al quarto posto alle spalle di Red Bull, McLaren e Ferrari. Se i 100 punti dal team di Woking sembrano difficili da recuperare, i 79 dal Cavallino sembrano molto più alla portata. E, con questa forma, potrebbe non volerci moltissimo a tornare sotto.
George Russell recriminerà per molto tempo la iella per la squalifica in Belgio, dopo una gara semplicemente magistrale. Lewis Hamilton, dopo oltre due anni e mezzo di buio, è tornato alla vittoria ed ora la domanda che tutti si pongono è una e soltanto una. Ha fatto bene a decidere di andare via? Lo scopriremo tra un annetto circa.
Ferrari

Tra i top team, la Ferrari è quella che ha deluso di più dopo Aston Martin. Il team di Maranello ha iniziato la stagione da seconda forza e, progressivamente, è calato cedendo il passo a McLaren prima e Mercedes poi, diventando a tutti gli effetti quarto team dal punto di vista delle prestazioni. La grande attesa per i pacchetti di aggiornamenti non è stata sufficientemente ripagata, con la vittoria di Montecarlo (l’ultima pista su cui valutare un update) che ha illuso della possibilità di poter tornare a lottare per la vittoria. Da lì in poi il buio, con McLaren che ha preso possesso del secondo posto e Mercedes che sta iniziando ad avvicinarsi, un po’ come un diesel.
Inoltre, il clima interno non sempre è stato dei migliori. Charles Leclerc, dopo sei stagioni, inizia a sentire la fatica di dover portare avanti il team e non di rado si è lasciato andare a dichiarazioni di sconforto che non aiutano. Carlos Sainz, dopo aver subito la decisione della Ferrari di sostituirlo con Lewis Hamilton, non si è dato per vinto ed è stato protagonista di una buona prima parte di stagione, non senza screzi con il compagno di squadra soprattutto via radio e nelle dichiarazioni post gara. Una prospettiva ampiamente prevista ad inizio anno e che, probabilmente, proseguirà fino a fine stagione tra chi resta (e l’anno prossimo sarà affiancato da un sette volte iridato) e chi andrà via, accasandosi in Williams.
Per Maranello sarà fondamentale, in queste ultime 10 gare, invertire la rotta, con un 2025 da preparare e un Hamilton da accogliere nel migliore dei modi. Obiettivo minimo è mantenere il terzo posto nel mondiale e, se possibile, rimettersi in scia almeno a Mercedes.
Aston Martin

Aston Martin è la delusione totale di inizio stagione. Quinta in classifica con 73 punti, lontana di quasi 200 dal quarto posto di Mercedes, l’Aston 2024 è lontana parente del team che, dopo 14 gare un anno fa, di punti ne aveva 217 e si trovava ampiamente davanti a McLaren e vicina a Ferrari. L’involuzione progressiva dall’inizio del 2023, quando la AMR23 si era presentata come seconda monoposto più forte alle spalle di Red Bull, è stata palese. Il divario tra Alonso e Stroll in termini di punti è leggermente calato, con l’asturiano che ha ottenuto il doppio del canadese (49 a 24), mentre nel 2023 Stroll aveva vissuto un anno prestazionalmente tremendo.
Di certo, ci si aspettava qualcosa di più. Aston viaggia da sola in una sorta di terra di mezzo: lontana da chi le sta davanti e con un buon vantaggio rispetto a chi le sta dietro. E, per la seconda parte di stagione, è difficile immaginare uno scenario diverso. Più probabile che il destino di Fernando e Lance sia quello di galleggiare a ridosso della zona punti, cercando di cogliere le possibilità che si presenteranno per portare a casa buoni punti. In ogni caso, il team guidato da Lawrence Stroll è uno di quelli che ha deluso di più nelle prime 14 gare del campionato.
VISA Cash App RB

Con 34 punti contro i 3 del 2023, la ex AlphaTauri ora VISA Cash App RB (tranquilli, il nome probabilmente cambierà nuovamente) è una delle compagini che ha migliorato di più tra un anno con l’altro. Dopo un 2023 burrascoso soprattutto da un lato del box, con Nyck De Vries appiedato per lasciare posto a Ricciardo, a sua volta subito infortunato e costretto a dare spazio a Liam Lawson, nel 2024 c’è stata almeno costanza nel mantenere ferma la girandola del sedile al fianco di Yuki Tsunoda. Anche se le voci sul 2025 già impazzano, al momento VISA è il team migliorato di più rispetto a se stesso.
Il punto di domanda è un altro. Daniel Ricciardo ha soddisfatto le aspettative di Red Bull e resterà sul suo sedile? Se dovessimo guardare il confronto con Tsunoda (22 punti a 12 per il giapponese) la risposta sarebbe probabilmente negativa. Con il giapponese che resterà al suo posto nel 2025, si è aperto quindi il toto nome sul suo futuro compagno. Ne sapremo di più tra qualche settimana.
Lato aspettative, il sesto posto sembra alla portata: Aston è lontana (73 punti contro 34) mentre e l’unica minaccia sembra rappresentata da Haas, che segue a sette lunghezze ma non va a punti da Silverstone. Vedremo.
Haas

La nuova era della Haas, con Ayao Komatsu al comando dopo l’uscita burrascosa di Guenther Steiner, parla di 27 punti conquistati dalla coppia Magnussen – Hulkenberg contro gli 11 della passata stagione, che valgono al momento il settimo posto in classifica costruttori. Con la coppia di piloti pronta a lasciare per fare posto ad Esteban Ocon e Oliver Bearman, il team americano potrebbe anche puntare al sesto posto, con VISA lontana solo sette punti per il momento.
Dal punto di vista della competizione interna, non c’è storia tra il danese e il tedesco. Hulkenberg ha portato in cascina 22 dei 27 punti del team, con due sesti posti consecutivi a Spielberg e Silverstone come momento top (fino ad ora) della stagione. Incredibile pensare come la carriera del tedesco abbia vissuto una sliding door, con Audi che lo aspetta per il suo ingresso in F1.
Di certo, il team americano non ha risentito dell’uscita di Steiner, con Komatsu che sembra aver dato stabilità alla squadra.
Alpine

Di Alpine, in questo 2024, si è parlato più per quanto successo a livello gestionale che non in pista. L’inizio di stagione disastroso ha portato a riorganizzazioni interne ancor più frequenti di quelle già iniziate nella passata stagione, con tre team principal diversi in un anno, l’arrivo di Flavio Briatore e una girandola di tecnici entrati e usciti da Enstone.
In pista, la A524 ha raccolto il primo punto a Miami, per poi non andare mai comunque oltre il nono posto. Gli 11 punti raccolti fin qui, rispetto ai 73 di un anno fa, sono il risultato di tutto quanto successo nell’ultimo periodo a livello di gestione interna. Esteban Ocon (che si sposterà verso Haas) e Pierre Gasly si dividono i punti conquistati e le prospettive per la seconda parte di stagione non lasciano spazio a cambiamenti netti dal punto di vista delle performance. Alpine è attualmente ottava in campionato, davanti alle sole Williams e Sauber. Difficile chiedere di più, almeno per ora.
Williams

I soli 4 punti in classifica, tutti conquistati da Alex Albon, non rendono comunque l’idea del lavoro che WIlliams sta operando dietro le quinte per risalire la china. L’ingaggio di Carlos Sainz è un segnale molto forte della volontà del team di Grove di tornare ad avere un ruolo importante in griglia, ma ci vuole pazienza come più volte il Team Principal James Vowles ha spiegato. Il team si sta ristrutturando pesantemente, con decine di persone assunte negli ultimi mesi.
L’obiettivo è puntare al 2026: 2024 e 2025 saranno anni di transizione. Sul fronte delle prestazioni, Albon ha fatto ancora la voce grossa con un Logan Sargeant arrivato alla fine della sua carriera in F1. L’americano non è mai stato in grado, in due stagioni, di pareggiare il livello con il compagno di squadra. La chance c’è stata ma, purtroppo, i risultati non sono arrivati.
Per il secondo giro di gare difficile pensare a miglioramenti in classifica costruttori. Solo con qualche gara pazza potrebbero esserci punti grossi da portare a casa.
Sauber

Zero punti dopo quattordici gare. Sauber ha chiuso la prima parte di stagione senza mai arrivare in top ten. Dopo l’11° posto di Zhou in Bahrain, il pilota cinese e Valtteri Bottas non hanno mai chiuso più su del 13° posto in gara, un chiaro segnale della poca competitività della monoposto di Hinwil.
L’attenzione sembra ormai rivolta completamente all’ingresso di Audi e i movimenti di mercato – l’arrivo di Mattia Binotto e Jonathan Wheatley – ne sono una prova tangibile. Sul fronte delle prestazioni è davvero difficile immaginare un cambio di rotta per un team che non ha mai portato in pista, nel 2024, una monoposto degna di buone prestazioni.
Per quanto possa valere, il confronto interno vede Bottas praticamente sempre davanti in qualifica e con un 9-5 in gara su Zhou. Per entrambi il futuro non è ancora certo. I posti da distribuire sono ancora pochi e le ultime gare saranno cruciali per le loro sorti. Sauber, invece, deve avere pazienza: il 2026 non è poi così lontano.
Immagine di copertina: Media Red Bull
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