F1 | Il film del 2020 | Parte 9

F1Gran Premi
Tempo di lettura: 11 minuti
di Andrea Gardenal
9 Gennaio 2021 - 10:00
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Hamilton e la Mercedes si aggiudicano i due mondiali di F1

Dopo aver battuto il record di vittorie detenuto da Michael Schumacher, per Hamilton e la Mercedes è tempo di chiudere i conti. Il ritorno della F1 ad Imola viene suggellato dal settimo trionfo consecutivo della Mercedes nel Mondiale Costruttori.

Due settimane dopo sarà Hamilton a mettere il sigillo sul mondiale: in Turchia, al termine di un GP condizionato dalla pioggia, il pilota inglese vince il suo settimo titolo mondiale; la strada per diventare il più vincente di sempre nella storia della F1 è ormai spianata.


Nella settimana che intercorre tra i GP di Portogallo e dell’Emilia Romagna le notizie non mancano: martedì 27 ottobre viene diffusa la prima bozza (non ufficiale) del calendario della F1 2021: all’interno troviamo tutte le gare originariamente previste per il mondiale 2020, cui si aggiunge il GP dell’Arabia Saudita (non ancora confermato ufficialmente), che porta il totale delle gare a 23. Non è previsto il rientro di nessuno dei nuovi GP inseriti in extremis nel calendario 2020.

Dal punto di vista del mercato piloti, il 28 ottobre viene annunciato il rinnovo del contratto di Pierre Gasly con la Scuderia AlphaTauri. Nei due giorni successivi l’attenzione si sposta sulla Sauber: giovedì 29 viene comunicata l’estensione per un altro anno della partnership con Alfa Romeo e venerdì 30 sia Kimi Raikkonen che Antonio Giovinazzi vengono confermati per il campionato di F1 2021.

Nei giorni precedenti alla gara di Imola arriva anche la notizia che il GP dell’Emilia Romagna si sarebbe corso a porte chiuse: la decisione viene motivata col repentino peggioramento delle condizioni sanitarie nel nostro paese, non più compatibile coi programmi regionali originali sulla base dei quali a settembre era stata predisposta la vendita di 13mila biglietti.

Nell’unico turno di prove libere disputato prima delle qualifiche il miglior tempo è di Lewis Hamilton, che precede Verstappen di tre decimi e Bottas di cinque; molto staccati, ancora una volta, tutti gli altri a partire da Gasly e Leclerc, quarto e quinto ma a nove decimi dal miglior tempo.

Le qualifiche vedono la tredicesima pole position Mercedes in altrettante gare, ma stavolta è Bottas a farla da padrone: il finlandese precede di misura il compagno di squadra in tutti e tre i segmenti delle prove, aggiudicandosi la pole position per soli 97 millesimi; Verstappen, terzo, è staccato di oltre mezzo secondo dalla pole.

Ottimo Pierre Gasly, che col quarto tempo ottiene il miglior risultato stagionale in qualifica; per l’occasione, il pilota dell’AlphaTauri indossa un casco speciale dedicato ad Ayrton Senna. Leclerc, settimo, non riesce a ripetere gli exploit delle ultime qualifiche mentre Vettel viene ancora una volta escluso dalla Q3; il tedesco si qualifica 14° alle spalle della Williams di Russell.

Al via della gara Bottas parte bene e tiene la prima posizione, mentre per una volta è Hamilton a non fare una partenza esemplare, tanto da essere sfilato da Verstappen. I primi tre mantengono le rispettive posizioni per tutto il primo stint di gara, con Bottas che non riesce ad allungare nei confronti dei diretti inseguitori. Dopo una decina di giri si ritira Gasly, che vede sfumare la possibilità di un grande risultato.

La gara entra nel vivo al momento dei pit stop: fra i tre di testa il primo a fermarsi è Verstappen (Giro 19), seguito a ruota da Bottas (Giro 20); entrambi mettono le gomme dure. Hamilton decide invece di rimanere in pista e di provare l’overcut nei confronti degli altri due. Con gomme usate ma più morbide di uno step rispetto a quelle dei diretti rivali, l’inglese recupera qualche decimo ad ogni giro.

Tutto sembra pronto per un duello all’ultimo metro tra le due Mercedes dopo la sosta di Hamilton, quando al 31° giro Ocon ferma la sua Renault nella via di fuga per un problema tecnico; la direzione gara chiama la VSC e Hamilton ne approfitta per rientrare ai box e tornare comodamente in pista in prima posizione. È probabile (ma non certo) che Hamilton sarebbe comunque tornato in pista al comando, ma la neutralizzazione ha comunque rovinato il momento topico della gara.

Hamilton allunga con decisione mentre Bottas deve soffrire il ritorno di Verstappen, anche a causa di un detrito rimasto incastrato sotto alla sua Mercedes. Per due volte il finlandese arriva lungo alla Rivazza e alla seconda occasione l’olandese lo infila al Tamburello agguantando la seconda posizione. Gli ultimi giri sembrano una formalità, ma al 51° passaggio esplode la gomma posteriore destra della macchina di Verstappen, portando l’olandese ad insabbiarsi nella via di fuga della curva Villeneuve.

La Safety Car viene chiamata in pista e Bottas può approfittarne al volo per un cambio gomme; Hamilton deve invece accodarsi alla vettura di sicurezza e percorrere un intero giro alle sue spalle mentre il suo compagno di squadra può procedere ad un ritmo più sostenuto. L’inglese si ferma a sua volta ai box e al rientro in pista si trova subito davanti al compagno di squadra.

A causa dell’incidente di Russell, che va a sbattere mentre si trova alle spalle della Safety Car, la bandiera verde torna a sventolare quando mancano solo 6 giri alla fine: le due Mercedes vanno via indisturbate mentre alle loro spalle si mette in luce Kvyat, che grazie alle gomme morbide passa dal settimo al quarto posto in un solo giro; Albon va in testacoda mentre Perez rimane bloccato al sesto posto, dopo aver rinunciato ad un posto sul podio per fare l’ultima sosta.

Sotto la bandiera a scacchi transita per primo Hamilton, al successo numero 93 in F1, davanti a Bottas. La doppietta sul circuito intitolato ad Enzo e a Dino Ferrari permette alla Mercedes di conquistare il settimo campionato Costruttori consecutivo. Ricciardo completa il podio davanti a Kvyat, Leclerc e Perez. Chiudono la zona punti le due McLaren di Sainz e Norris e le due Alfa Romeo di Raikkonen e Giovinazzi. Nonostante una buona gara, Vettel è solo 12° dopo aver perso più di 10 secondi nel corso della sua sosta.

Sintesi del GP dell’Emilia Romagna (da Youtube/F1)


Le due settimane che precedono il ritorno della F1 in Turchia portano alla formulazione in via (quasi) definitiva del calendario della stagione 2021. Il 5 novembre viene annunciato l’approdo della F1 in Arabia Saudita sul circuito cittadino di Jeddah; quattro giorni dopo, la BBC anticipa la cancellazione del GP del Vietnam del 2021 a causa dell’arresto dell’organizzatore dell’evento, accusato di corruzione. Poche ore dopo viene pubblicato il calendario provvisorio per la F1 2021: la data del 25 aprile, inizialmente destinata al GP del Vietnam, viene lasciata in bianco nell’attesa di capire se questo “buco” potrà essere riempito da un altro Gran Premio.

Il GP di Turchia inizia male: nelle settimane precedenti al GP la pista di Istanbul era stata riasfaltata e venerdì mattina il tracciato viene bagnato per ripulirlo dal bitume superficiale. La decisione ha effetti terribili sull’agibilità del circuito: le macchine faticano a rimanere in pista e nessuna delle tre mescole da asciutto portate dalla Pirelli si rivela adeguata.

Al termine delle FP1 i tempi sono tra i 10 e i 15 secondi al giro più alti rispetto alle previsioni; durante le FP2 l’aderenza aumenta considerevolmente, ma le monoposto girano comunque oltre tre secondi più lente rispetto al record della pista stabilito nel 2011. Max Verstappen ottiene il miglior tempo in entrambi i turni del venerdì, ma in queste condizioni i riferimenti cronometrici valgono ben poco.

Se la giornata di venerdì si era messa fin da subito male, quella di sabato va peggio: per tutta la notte la pioggia cade incessantemente sull’Istanbul Park e al mattino la pista è ai limiti dell’impraticabilità. Verstappen è ancora il più veloce al termine di una FP3 costellata di errori e di testacoda, mentre Hamilton scende in pista solo per compiere un paio di giri di installazione.

Ad inizio qualifica i piloti trovano la pista nelle condizioni peggiori possibili e per ben due volte la Q1 viene interrotta. La pole sembra saldamente nelle mani di Verstappen, che nei primi due segmenti delle qualifiche aveva rifilato almeno un paio di secondi a tutti gli altri, ma in Q3 accade l’imprevisto: la pista è meno bagnata rispetto all’inizio e Perez, con le gomme intermedie, si porta in pole provvisoria.

Verstappen abortisce il suo secondo tentativo per entrare ai box e passare a sua volta alle intermedie, che però sulla sua Red Bull non funzionano a dovere; al contrario, le intermedie vanno alla grande sulle due Racing Point: Lance Stroll conquista la sua prima pole position in F1 precedendo Verstappen di tre decimi, mentre Perez deve accontentarsi del terzo posto dopo essere stato rallentato nel suo ultimo giro dalle bandiere gialle esposte per il testacoda di Giovinazzi.

Sotto l’acqua le Mercedes non brillano: Hamilton e Bottas sono solamente sesto e nono a cinque secondi dalla pole position. Anche sotto l’acqua la Ferrari delude, nonostante nelle prove libere entrambi i piloti si fossero piazzati costantemente nelle prime posizioni: Vettel e Leclerc sono 12° e 14° mentre le due Alfa Romeo, per l’unica volta in stagione, raggiungono la Q3.

Domenica il meteo riflette quello del giorno precedente e durante i giri di allineamento Russell e Giovinazzi escono di pista danneggiando l’ala anteriore delle rispettive monoposto. Allo spegnimento dei semafori scattano benissimo le due Racing Point che si portano al comando seguite da Hamilton, che però in Curva 9 va lungo lasciando via libera a Vettel, Verstappen (che aveva fatto pattinare troppo le ruote in griglia) e Albon. Disastroso il primo giro di Bottas, autore di due testacoda in poche curve.

Le due Racing Point allungano mentre Vettel fa da tappo a Verstappen, che pur dando l’impressione di essere più veloce non riesce a passarlo. Tra il 7° e il 12° giro vengono effettuati i cambi gomme per passare alle intermedie e in questa fase l’olandese ne approfitta per portarsi alle spalle delle due Racing Point. A situazione stabilizzata la classifica vede Stroll al comando davanti a Perez, Verstappen, Vettel, Hamilton e Albon; l’anglo-thailandese supera in pochi giri i due piloti davanti a lui portandosi dietro al compagno di squadra.

Verstappen recupera di gran carriera e si mette nella scia di Perez, ma al 18° giro perde il controllo della macchina nella velocissima Curva 11; nel testacoda la Red Bull non riporta danni, ma le gomme sono rovinate ed è necessario un secondo cambio gomme per sostituirle.

In testa alla gara Stroll vede ridursi il suo vantaggio su Perez e Albon; dopo alcune tornate di assestamento anche Vettel inizia ad ingranare, recuperando una decina di secondi nei confronti del canadese; un discorso analogo vale per l’altra Ferrari, in difficoltà ad inizio gara e in rimonta nella parte centrale.

Poco dopo la metà gara le due Ferrari si fermano per montare un secondo set di gomme intermedie mentre i primi tre rimangono in pista. Qualche giro dopo è Stroll a fermarsi, ma nel suo caso la sosta è deleteria: il canadese inizia a girare su tempi molto alti, è costantemente tra i più lenti in pista e sparisce dalla lotta per le prime posizioni. Taglierà il traguardo in nona posizione con oltre un minuto di ritardo dal vincitore.

Perez passa momentaneamente al comando, ma la sua leadership dura meno di una tornata: Hamilton rompe gli indugi, passa al comando al 37° Giro e inizia a guadagnare più di un secondo al giro nei confronti di tutti gli altri. Tra i piloti di testa, Hamilton e Perez sono gli unici a non essersi fermati una seconda volta.

Il ritmo delle Ferrari su gomme intermedie non è eccezionale, ma è comunque sufficiente per accorciare le distanze da Perez e all’inizio dell’ultimo giro entrambi i ferraristi sono alle spalle del messicano. Mentre Hamilton si appresta a tagliare il traguardo, Perez arriva lungo alla chicane 9-10 permettendo a Leclerc di affiancarlo; nel successivo rettilineo la Racing Point rimane a contatto con la Ferrari e il monegasco allunga troppo la frenata di Curva 12; Leclerc finisce largo e sia Perez che Vettel lo scavalcano.

Al termine dei 58 giri Lewis Hamilton vince il GP di Turchia ed è campione del mondo di F1 per la settima volta. Sergio Perez giunge alle sue spalle staccato di 31 secondi e precede di pochi decimi Sebastian Vettel, al suo primo podio stagionale; Leclerc è quarto davanti a Sainz e alle due Red Bull di Verstappen e Albon. Norris, Stroll e Ricciardo chiudono la zona punti.

Sintesi del GP della Turchia (da Youtube/F1)


Immagine di copertina da Twitter/Mercedes AMG F1

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