F1 | Il film del 2020 | Parte 5

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Tempo di lettura: 9 minuti
di Andrea Gardenal
30 Dicembre 2020 - 12:00
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I motori si riaccendono, ma la superiorità Mercedes è eclatante e il destino del mondiale F1 pare già scritto

Il mondiale di F1 2020 inizia con i tre GP di Austria, Stiria ed Ungheria. In tutti e tre la Mercedes domina dal punto di vista prestazionale, anche se una Safety Car alla fine della prima gara di Zeltweg mette in pericolo il successo della W11.

L’unico avversario credibile per Hamilton e Bottas è Max Verstappen, che però fin dalla prima gara deve fare i conti con l’affidabilità della sua Red Bull. Si intuiscono tutti i limiti della Ferrari, che però si paleseranno a pieno solo nelle gare successive.


Il 3 luglio è il grande giorno: sette mesi dopo il GP di Abu Dhabi del 2019, i motori possono finalmente riaccendersi per un evento ufficiale del Campionato del Mondo di F1.

Le sessioni di prove libere del GP d’Austria sono un buon antipasto dell’intera stagione 2020: le nere Mercedes di Hamilton e Bottas sono davanti nelle FP1, nelle FP2 e nelle FP3, il resto del gruppo insegue a fatica. Il campionato inizia subito con un reclamo: venerdì sera, dopo le FP2, la Red Bull inoltra presso i commissari una protesta contro il DAS usato della Mercedes, ma in piena notte l’appello viene respinto.

Le qualifiche regalano un (piccolo) colpo di scena: è Valtteri Bottas il primo poleman stagionale con soli 12 millesimi di vantaggio su Lewis Hamilton. Imbarazzante il confronto con gli avversari: su una pista da 63 secondi Max Verstappen, il primo inseguitore, paga 538 millesimi al finlandese della Mercedes. La Ferrari affonda: Charles Leclerc limita i danni col settimo tempo, Sebastian Vettel è undicesimo e non si qualifica per la Q3.

Ad un’ora e mezza dal via della gara la Red Bull presenta un nuovo appello ai commissari, stavolta contro il solo Lewis Hamilton, reo di non aver rallentato a sufficienza durante la Q3 mentre erano esposte le bandiere gialle per un’uscita di pista di Valtteri Bottas; la protesta viene accolta e a meno di un’ora dal via il campione del mondo è retrocesso dalla seconda alla quinta posizione sulla griglia.

Le Mercedes fanno il bello e il cattivo tempo: in una decina di giri Hamilton è di nuovo secondo mentre Verstappen, unico avversario credibile del team di Brackley, è costretto al ritiro dopo pochi giri; nemmeno una prima Safety Car, giunta al giro 26, riesce a dare una scossa alla classifica.

La situazione cambia drasticamente in occasione della seconda neutralizzazione: le Mercedes rimangono in pista con le gomme dure mentre numerosi inseguitori si fermano per mettere gomme a mescola media o, come nel caso di Albon, addirittura morbida.

Gli ultimi 10 giri rasentano la follia: Albon attacca subito Hamilton in Curva 4, forte del suo vantaggio in termini di pneumatici, ma i due si toccano e la Red Bull finisce nella ghiaia; in poche tornate Charles Leclerc si porta dalla quinta alla terza posizione superando Norris e Perez. Un paio di giri dopo l’inglese della McLaren si libera del messicano, mentre a Hamilton vengono comminati cinque secondi di penalità per la collisione con Albon.

Sotto la bandiera a scacchi transitano nell’ordine Bottas, Hamilton, Leclerc, Norris e Sainz, ma per via della penalità il campione del mondo scivola al quarto posto; decisiva è l’ultima tornata di Lando Norris, con la quale l’inglese mette a segno il giro più veloce della gara guadagnando la terza posizione per meno di due decimi sul connazionale della Mercedes. Per Norris è il primo podio in F1.

Un sontuoso Charles Leclerc salva la giornata della Ferrari con il secondo posto mentre Sebastian Vettel, protagonista di un testacoda alla curva Remus, non va oltre il 10°. La prestazione del monegasco maschera tutti i problemi della Ferrari, ma l’appuntamento con la dura realtà è solamente rinviato.


La settimana che conduce al secondo GP stagionale, quello della Stiria, porta con sé la notizia del ritorno in F1 di Fernando Alonso: l’8 luglio il pilota spagnolo comunica di aver raggiunto un accordo per le stagioni 2021 e 2022 con la Renault, dove sostituirà Daniel Ricciardo. Due giorni dopo, poco prima dell’inizio delle FP1, viene annunciata la prima “espansione” del calendario 2020: con l’inserimento dei GP della Toscana al Mugello (alla sua prima assoluta in F1) e di Russia a Sochi.

Le prove libere del GP di Stiria non vedono una Mercedes particolarmente brillante: Sergio Perez è il più veloce al venerdì mattina mentre nelle FP2 è Max Verstappen ad ottenere il miglior tempo.

Sabato il tempo è da tregenda: le FP3 vengono annullate e le qualifiche iniziano con tre quarti d’ora di ritardo rispetto al programma con la pista allagata. Nonostante le pessime condizioni, tutti i piloti si dimostrano eccezionali: solo un errore, commesso da Antonio Giovinazzi tra le curve Rindt e Red Bull (le ultime due del circuito), porta all’esposizione della bandiera rossa.

La pole va a Lewis Hamilton, che rifila oltre un secondo a tutti i suoi avversari a cominciare da Max Verstappen; Bottas è quarto, alle spalle anche di Sainz. Le due Ferrari si piazzano esattamente a metà classifica, con Vettel 10° e Leclerc 11°; il monegasco viene inoltre retrocesso di tre posizioni in griglia per aver ostacolato Daniil Kvyat.

Il copione della gara non è molto diverso da quello del precedente GP d’Austria, ma stavolta negli ultimi giri non arrivano neutralizzazioni in grado di cambiare la classifica: Hamilton domina dall’inizio alla fine e sul traguardo precede di 13 secondi Bottas, che solo nel finale riesce ad avere la meglio su Verstappen; dietro ad Albon, quarto, va in scena un’esaltante lotta per la quinta posizione tra Renault, McLaren e Racing Point; alla fine è Norris a prevalere, grazie ancora una volta a dei giri conclusivi eccezionali, davanti a Perez, Stroll e Ricciardo.

Il GP della Stiria è invece un incubo per le Ferrari: nel corso del primo giro Leclerc attacca Vettel all’interno della curva Remus; la monoposto del monegasco si scompone e va ad urtare proprio quella del compagno di squadra. L’impatto, a velocità ridotta, è sufficiente a divellere l’ala posteriore della macchina di Vettel e a distruggere il fondo piatto di quella di Leclerc.

Il GP della Stiria non finisce qui: alle 18:56 il team Renault presenta reclamo in merito alla regolarità delle due Racing Point, che fin dai test di Barcellona avevano destato scalpore per la notevole somiglianza con la Mercedes W10 del 2019. L’oggetto della discordia sono le prese d’aria dei freni che, al contrario di quanto previsto dal regolamento della F1, non sembrano essere state progettate dal team di Silverstone. La FIA avvia un’indagine, i risultati sono sub-judice ma per dirimere la questione ci vorrà del tempo.


La settimana che porta al GP d’Ungheria, ultima gara del primo triple-header stagionale, scorre senza troppi colpi di scena al netto delle discussioni in merito alla regolarità delle due Racing Point. A livello di mercato piloti, la Williams conferma entrambi i suoi piloti anche per la stagione 2021.

Mercedes fa doppietta in entrambe le sessioni di prove libere disputate sull’asciutto, con Hamilton al comando dopo le FP1 e con Bottas che chiude in prima posizione le FP3; Sebastian Vettel è invece il più veloce venerdì pomeriggio, al termine di un turno di prove condizionato dal maltempo.

In qualifica la tanto temuta pioggia non arriva e la Mercedes può mettere in mostra tutta la superiorità della sua W11 su una pista che, più che la potenza del motore, premia le qualità del telaio, delle sospensioni e dell’aerodinamica. Hamilton si prende la pole numero 90 in carriera in F1 e Bottas lo segue ad un decimo; l’unico inseguitore con un distacco inferiore al secondo è Lance Stroll, che paga 930 millesimi.

Alle spalle dell’altra Racing Point, quella di Perez, ci sono le due Ferrari con Vettel davanti a Leclerc; per la Casa di Maranello si tratta della miglior qualifica stagionale a livello di squadra, anche se nelle gare successive il monegasco riuscirà a spingersi più volte fino alla seconda fila. Delude Max Verstappen, settimo con una Red Bull che sembra palesare mancanze non solo a livello motoristico, ma anche aerodinamico.

La gara di domenica inizia con il cielo nuvoloso e la pista umida a causa di uno scroscio di pioggia caduto poco prima del via; durante i giri di allineamento Verstappen va a sbattere contro le barriere in Curva 12, ma i danni alla sua Red Bull sono marginali e i meccanici li riparano in tempo per la partenza.

In gara non c’è storia: Hamilton scatta perfettamente dalla pole position, Bottas arranca e alla prima curva è solamente sesto mentre Verstappen rimonta dalla settima alla terza posizione. La pista si asciuga rapidamente e nel volgere di poche tornate tutti si fermano per passare dalle gomme intermedie alle slick; in questo frangente Verstappen scavalca Stroll portandosi al secondo posto.

Più complicata è la rincorsa di Bottas, che passa il canadese solo in occasione della seconda sosta dopo averlo tallonato per oltre 15 giri. Il pilota della Mercedes va all’inseguimento di Verstappen, prova una strategia alternativa ma stavolta l’olandese resiste e mantiene la piazza d’onore. Dal canto suo Hamilton non solo domina la gara, ma si prende anche il lusso di rientrare ai box ad una manciata di giri dalla conclusione per montare gomme morbide e aggiudicarsi il punto del giro più veloce della gara.

Tra gli altri vanno segnalate le prestazioni di Lance Stroll, ottimo quarto sotto la bandiera a scacchi, e di Kevin Magnussen, che taglia il traguardo in nona posizione; il danese della Haas, assieme al compagno di squadra Grosjean, sarà poi penalizzato di 10 secondi per aver ricevuto istruzioni via radio durante il giro di ricognizione. Magnussen scivola quindi al decimo posto e conquista quello che sarà il suo unico punto dell’anno.

Per la Ferrari il GP d’Ungheria è un bagno di realtà. Se nel GP d’Austria le Safety Car avevano abbattuto i distacchi e in quello di Stiria le due rosse si erano auto-eliminate, a Budapest sono emersi tutti i limiti della SF1000: Vettel limita i danni col sesto posto, mentre una strategia sbagliata non permette a Leclerc di andare oltre l’undicesimo. Entrambe le Rosse vengono doppiate.

Dopo tre gare di fila, la F1 si prende una settimana di pausa prima della doppia gara a Silverstone e del successivo appuntamento a Barcellona.


Immagine di copertina da Twitter/Mercedes AMG F1

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