F1 | Il film del 2020 | Parte 10

F1Gran Premi
Tempo di lettura: 19 minuti
di Andrea Gardenal
11 Gennaio 2021 - 10:00
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I campionati sono già decisi, ma le ultime gare della F1 2020 regalano forti emozioni

Il mondiale 2020 di F1 si conclude con un triple-header sulla Penisola Arabica con due gare a Sakhir e una ad Abu Dhabi. I due titoli sono già stati assegnati e i principali motivi di interesse sono legati alle lotte per il secondo posto nel mondiale Piloti e per il terzo nel mondiale Costruttori.

Hamilton e Verstappen vincono un GP a testa, ma i protagonisti di quest’ultima fase di stagione non sono loro, bensì tre piloti che normalmente sono dei comprimari. Le emozioni più forti le regalano Romain Grosjean, George Russell e Sergio Perez: il primo con la resurrezione dalle fiamme di Sakhir, il secondo con una prestazione stellare nel weekend in cui ha sostituito Lewis Hamilton sulla Mercedes, il terzo per aver vinto il primo GP proprio mentre la sua carriera in F1 sembrava ad un passo dalla conclusione.


Con entrambi i titoli già assegnati, la F1 si appresta a chiudere il mondiale 2020 con la trasferta nella Penisola Arabica. Si inizia dal Gran Premio del Bahrain, rinviato di oltre otto mesi rispetto alla data inizialmente prevista.

Durante le prove del venerdì non ci sono sorprese: Hamilton-Bottas fanno doppietta nelle FP1 staccando di un secondo il resto del gruppo, mentre nelle FP2 Verstappen si porta in seconda posizione infilandosi tra l’inglese e il finlandese. Nell’ultimo turno di prove è proprio l’olandese della Red Bull ad ottenere il miglior tempo con due decimi di vantaggio su Hamilton e tre su Bottas. Su una pista di motore come quella di Sakhir, le Ferrari sono costantemente relegate al di fuori della Top-10.

Le qualifiche non riservano particolari sorprese: Lewis Hamilton ottiene il miglior tempo in tutte e tre le sessioni e conquista la sua pole numero 98 in F1 con tre decimi scarsi di vantaggio su Bottas e quattro su Verstappen. Buona la prestazione della Scuderia AlphaTauri, che porta in Q3 entrambe le monoposto; i risultati delle Ferrari sono invece in linea con quelli delle libere, con Vettel e Leclerc che si qualificano in P11 e P12.

Al via della gara Hamilton scatta benissimo e tiene la prima posizione mentre Bottas è autore della sua terza brutta partenza stagionale e scivola rapidamente al sesto posto; Verstappen sale in seconda posizione davanti a Perez.

Dopo poche curve, la F1 vive il momento più drammatico del suo 2020: all’uscita di Curva 3 Grosjean, che si trovava in coda al gruppo, si sposta verso destra senza accorgersi che l’AlphaTauri di Kvyat si trova all’altezza della sua ruota posteriore. Le due macchine si toccano e la Haas scarta bruscamente verso destra, dirigendosi contro il guard-rail.

L’impatto è terrificante, la monoposto si spezza in due e prende fuoco: la parte posteriore rimane nella via di fuga, quella anteriore attraversa il guard-rail protettivo. Solo la presenza di Halo, che apre tra le lamiere un buco nel quale la macchina può infilarsi, evita il devastante impatto del casco contro le barriere metalliche.

Dopo 28 interminabili secondi Grosjean si fa largo tra le fiamme ed esce dal rottame della sua monoposto correndo verso la Medical Car, che nel frattempo era giunta sul posto. Il pilota francese esce da questo terribile incidente solo con qualche bruciatura, in particolare nella zona delle mani, ma senza riportare altre lesioni.

Ci vuole più di un’ora per rendere nuovamente la pista agibile: si riparte con Hamilton e Verstappen in prima fila e con Perez e Bottas in seconda. Allo spegnimento dei semafori le prime posizioni non cambiano, ma dopo pochi secondi si rischia un nuovo dramma: in Curva 8 Kvyat attacca Stroll, le due monoposto si toccano e la Racing Point finisce la propria corsa con le quattro ruote per aria; fortunatamente il canadese è illeso.

Sempre nelle prime curve Bottas è vittima di una foratura lenta ed è costretto a fermarsi per sostituire gli pneumatici, tornando in pista in coda al gruppo che si trova dietro alla Safety Car. Si riparte solamente al termine del nono giro ma le posizioni non cambiano: Hamilton, Verstappen, Perez e Albon occupano i primi quattro posti mentre Bottas è solo 16°.

Dopo l’overdose di adrenalina dei primi giri, la gara nelle prime posizioni si calma: i primi quattro seguono delle strategie in fotocopia e nemmeno l’alto consumo degli pneumatici porta a dei cambiamenti significativi in testa. Nelle posizioni di rincalzo la lotta, come sempre, è più serrata: tra tutti emerge Pierre Gasly, unico pilota ad essersi fermato una sola volta ai box, che grazie alla strategia riesce a portarsi davanti sia alle McLaren che alle Renault, prima di dover cedere il passo alle monoposto di Woking.

La gara sembra essersi cristallizzata quando a tre giri dalla fine esplode il motore BWT Mercedes della Racing Point di Perez, che deve pertanto rinunciare ad una meritata terza posizione. Il suo posto sul podio viene preso da Albon, che ottiene il secondo podio stagionale dopo quello del Mugello.

La fermata di Perez obbliga la Safety Car a tornare in pista, ma non ci sono abbastanza giri per ripartire: Hamilton vince il GP del Bahrain davanti alle Red Bull di Verstappen ed Albon; seguono le McLaren di Norris e Sainz davanti a Gasly. Dopo essere finito in fondo, Bottas non riesce ad andare oltre l’ottava posizione, stretto nella morsa delle Renault di Ricciardo e Ocon. Charles Leclerc conquista l’ultimo punto mondiale mentre Vettel non va oltre il 13° posto.

Sintesi del GP del Bahrain (da Youtube/F1)


Solamente cinque giorni separano il GP del Bahrain da quello di Sakhir, ma in questo breve lasso di tempo succede davvero di tutto. Già lunedì la Haas nomina Pietro Fittipaldi, terzo pilota della squadra, come sostituto di Romain Grosjean per la seconda gara sul circuito di Sakhir e successivamente anche per quella di Abu Dhabi. Tra martedì e mercoledì il team americano comunica anche la propria line-up per il 2021, che sarà composta da Nikita Mazepin e da Mick Schumacher.

La notizia più sconvolgente è però un’altra: dopo aver sperimentato l’insorgenza di alcuni sintomi, martedì mattina Lewis Hamilton risulta positivo al tampone per il Sars-CoV-2 ed è pertanto costretto a rimanere in panchina per il GP di Sakhir. I suoi papabili sostituti sono Stoffel Vandoorne, pilota Mercedes in Formula E, e George Russell, junior driver del team di Brackley. La scelta ricade su quest’ultimo, che a sua volta viene sostituito da Jack Aitken al volante della Williams.

Il GP di Sakhir vede quindi due esordienti assoluti in F1 e un terzo pilota che per una volta passa dalla monoposto meno competitiva del mondiale al missile che ha dominato gli ultimi sette campionati.

Fin da subito Russell va oltre le più rosee previsioni aggiudicandosi il miglior tempo nelle FP1 con un decimo di vantaggio su Verstappen; i primi due si ripetono anche nel turno serale, quando però a Bottas viene tolto il miglior tempo (più rapido di quello del compagno di squadra) per aver oltrepassato i limiti del tracciato. Al termine delle FP3 il più veloce è Verstappen, che precede Bottas di un paio di decimi; Russell chiude le ultime prove libere in settima posizione.

Le due Ferrari si difendono solo nelle FP1, dove si classificano in ottava posizione con Vettel e in decima con Leclerc. Negli altri due turni le Rosse sono abbondantemente fuori dai primi 10, con Leclerc che durante le FP2 si ferma dopo due giri per la rottura di un semiasse.

Come prevedibile in una pista da meno di un minuto, le qualifiche sono frenetiche: Bottas ottiene il miglior tempo in Q1, mentre nel secondo turno è Verstappen il più veloce con un decimo e mezzo su Perez; alle spalle del messicano ci sono altri sette piloti racchiusi in meno di un decimo. Ad inizio Q3 sorprende Leclerc, temporaneamente secondo alle spalle di Verstappen, ma alla fine sono ancora le Mercedes ad emergere: Bottas va in pole con soli 26 millesimi di vantaggio su Russell, 56 su Verstappen ed oltre due decimi su Leclerc, quarto su una delle piste più difficili per la SF1000.

Il via del Gran Premio di Sakhir è decisamente meno spaventoso di quello della gara precedente, anche se non meno caotico: lo scatto di Bottas non è dei migliori e Russell ne approfitta per portarsi subito al comando.

In Curva 4 Leclerc tira la staccata per attaccare Verstappen e Perez, andando a colpire la Racing Point del messicano; Verstappen prova ad evitare l’incidente ma va a sbattere contro le protezioni esterne. La Ferrari e la Red Bull sono ferme mentre la Racing Point, nonostante il colpo subito, riesce a ripartire in coda al gruppo. Leclerc sarà ritenuto responsabile dell’incidente e penalizzato di tre posizioni in griglia nel GP di Abu Dhabi.

La ripartenza dopo la Safety Car non riserva sorprese: Russell scatta bene, Bottas deve difendere la seconda posizione dall’attacco di Sainz ma poi riesce ad allungare. Alle spalle dei primi due ci sono nove piloti uno in scia all’altro, a testimonianza di quanto la gara sia aperta ad ogni risultato.

Verso un terzo di gara le McLaren, le AlphaTauri e Ricciardo entrano ai box passando sulla strategia a due soste mentre Ocon, Albon e le Racing Point restano in pista e si fermano solo a metà gara: sarà la scelta vincente.

Le due Mercedes si fermano poco dopo metà gara: Russell anticipa di quattro giri la sosta rispetto a Bottas e al rientro in pista il suo margine è rassicurante; nemmeno la Virtual Safety Car introdotta per rimuovere la macchina di Latifi rappresenta un serio problema. I piloti sulle due soste approfittano di questo frangente di neutralizzazione parziale per effettuare il secondo pit stop.

Giro 61: l’esordiente Aitken esce male dall’ultima curva, perde il controllo della monoposto e tocca le barriere di protezione. La sua Williams riporta pochi danni, ma la pista è cosparsa di detriti ed è necessario introdurre prima la Virtual Safety Car e poi la Safety Car fisica. È l’avvenimento che decide la gara.

Le due Mercedes rientrano ai box per passare dalle gomme dure alle medie, ma per una volta la confusione regna sovrana all’interno del box: sulla monoposto di Russell vengono montati alcuni degli pneumatici riservati a Bottas e l’errore viene scoperto solo quando il finlandese è fermo sulla piazzola dopo la ripartenza del compagno di squadra; la sosta è lunghissima e Bottas viene rimandato in pista con gli stessi pneumatici con cui era rientrato; Russell è invece costretto a fermarsi ai box al termine del giro successivo per mettere le gomme a lui assegnate e non incorrere in penalità.

Il caos al box Mercedes proietta al comando Sergio Perez, autore di una fantastica rimonta dalla coda del gruppo grazie anche (ma non solo) alla corretta strategia implementata dal suo muretto. Alle spalle del messicano troviamo Ocon e Stroll mentre le Mercedes sono quarta con Bottas (su gomme dure) e quinta con Russell (sulle medie). Alla bandiera verde i primi mantengono le posizioni, ma già al secondo giro dopo la ripartenza Russell attacca il proprio compagno di squadra e lo supera con una manovra fantastica nella parte “nuova” della pista.

L’inglese della Mercedes è il più veloce in pista e in un paio di tornate si libera di Stroll e Ocon. Bottas, viceversa, crolla: al 77° giro viene attaccato da Sainz e poi, in rapida successione, da Ricciardo, Albon e Kvyat.

Proprio mentre davanti si sta profilando la lotta per la vittoria, la Mercedes chiama ai box Russell per la quarta volta: uno dei suoi pneumatici sta perdendo pressione ed è necessario cambiare le gomme. È la fine della sua gara: l’inglese rientra ai box, riparte in coda al gruppo con gomme soft e negli ultimi giri infila cinque sorpassi che lo portano alla conquista dei primi punti mondiali, ma il sogno della prima vittoria è rimandato a data da destinarsi.

Dopo la sosta di Russell, Perez non ha più rivali. Al termine dell’87° giro il pilota della Racing Point taglia il traguardo con 10 secondi di vantaggio su Ocon: per la prima volta dai tempi di Pedro Rodriguez (1970, GP del Belgio) il Messico torna sul gradino più alto del podio in F1.

Immediatamente alle spalle del francese della Renault (al primo podio in carriera) troviamo una fila indiana composta da Stroll, Sainz, Ricciardo, Albon, Kvyat e Bottas, solo ottavo sotto la bandiera a scacchi. Russell chiude in nona posizione a tre secondi dal compagno di squadra e davanti a Norris. L’inglese della Mercedes mastica amaro, ma con questa prestazione si è messo definitivamente in luce agli occhi della sua futura squadra.

Nonostante i tanti colpi di scena, nessuna macchina motorizzata Ferrari chiude il GP tra i primi 10: il migliore al traguardo è Sebastian Vettel, 12°, che nei 19 giri dopo l’ultima ripartenza accumula 22 secondi di ritardo su una pista da 57 secondi.

Sintesi del GP di Sakhir (da Youtube/F1)


La vigilia del GP di Abu Dhabi, l’ultimo di questa stagione eterna, è dominata dalle polemiche per i comportamenti fuori dalla pista di Nikita Mazepin, pilota Haas per il 2021: dopo il weekend di Sakhir il russo pubblica delle stories su Instagram in cui si atteggia in modo “non propriamente consono” con una ragazza. La questione tiene banco per parecchi giorni, ma questo non è che l’ultimo degli episodi “discutibili” (per usare un eufemismo) di cui Mazepin è stato protagonista negli ultimi anni.

Il team Haas prende immediatamente le distanze dalle azioni compiute dal suo futuro pilota, ma al tempo stesso si affretta a chiudere la questione affermando che i comportamenti di Mazepin saranno discussi esclusivamente all’interno della squadra.

Le conferenze stampa del GP di Abu Dhabi si svolgono con Russell ancora in divisa Mercedes, ma giovedì sera arriva la conferma della guarigione di Lewis Hamilton dal Covid-19: il sette volte campione del mondo sarà regolarmente al via dell’ultima gara stagionale e Russell torna ad occupare il suo sedile in Williams.

In tarda serata arriva inoltre la notizia delle dimissioni di Louis Camilleri dalla carica di Amministratore Delegato della Ferrari; il suo posto verrà momentaneamente ricoperto da John Elkann, presidente della Casa di Maranello.

Il weekend del GP di Abu Dhabi si apre col miglior di tempo di Max Verstappen, che precede di misura Bottas al termine delle FP1; Hamilton è quinto alle spalle di Ocon e Albon, tutti con più di un secondo di ritardo dalla vetta. Durante queste prove, Mick Schumacher compie i suoi primi giri di pista con la Haas durante un weekend di F1 dopo la “falsa partenza” del Nürburgring. Il tedesco, pilota titolare per il team americano nel 2021, aveva vinto il campionato di Formula 2 la domenica precedente.

L’ordine viene ristabilito nelle FP2, con Bottas e Hamilton che si prendono le prime due posizioni davanti a Verstappen. L’olandese si riprende il primo posto nelle FP3, dove precede di mezzo secondo il suo compagno di squadra Albon; più indietro le Mercedes con Hamilton sesto e Bottas nono.

Escludendo il diluvio di Istanbul, le qualifiche dell’ultimo GP sono le uniche ad avere un esito a sorpesa: sia la Q1 che la Q2 si chiudono con Hamilton e Bottas in prima e seconda posizione. La lotta per la pole sembra un affare privato tra le due Mercedes, ma al termine dell’ultimo giro della Q3 è Max Verstappen ad ottenere il miglior tempo con 25 millesimi di vantaggio su Bottas e 86 su Hamilton. Per lui è la prima pole position stagionale, la terza in carriera in F1.

Alle spalle dei primi si mettono in luce le McLaren, quarta e sesta con Norris e Sainz, mentre le Ferrari faticano: Leclerc è nono (anche se partirà tre posizioni più indietro per via della penalità), Vettel è tredicesimo.

Il giorno della gara arriva un’altra novità dal punto di vista finanziario: il fondo di investimenti MSP Sports Capital entra nel capitale societario di McLaren Racing, nell’ambito di un accordo che lo porterà a possedere un terzo della proprietà della squadra entro la fine del 2022.

Come spesso accade ad Abu Dhabi, in pista non succede molto: I primi sei partono regolarmente mantenendo le rispettive posizioni, con il solo Albon che ha la meglio su Norris dopo pochi giri di gara.

Al decimo giro la lotta per il terzo posto nel mondiale Costruttori tra Racing Point e McLaren prende una decisa piega in favore del team di Woking: Perez, partito ultimo dopo la sostituzione della Power Unit, è costretto al ritiro da un problema al motore. Vengono chiamate in pista prima la Safety Car virtuale, poi quella fisica e i primi nove rientrano ai box per l’unica sosta in programma.

La restante parte di gara non regala particolari emozioni: Verstappen riparte bene e allunga sulle due Mercedes mentre Albon a fine gara si avvicina a Hamilton senza mai riuscire ad impensierirlo veramente. Nelle posizioni di rincalzo Sainz si libera rapidamente delle due Ferrari, che non si erano fermate ai box con la Safety Car, mentre Stroll rimane alle loro spalle perdendo parecchi secondi e subendo il sorpasso prima da Gasly e poi, nel corso dell’ultimo giro, da Ocon.

Il campionato del mondo 2020 si conclude con il successo di Max Verstappen nel GP di Abu Dhabi con 16 secondi di vantaggio su Bottas, 18 su Hamilton e 20 su Albon. Il quinto e il sesto posto di Norris e Sainz sono sufficienti a regalare alla McLaren il terzo posto nel mondiale Costruttori, eguagliando un risultato ottenuto per l’ultima volta nel 2012. Ricciardo, Gasly, Ocon e Stroll completano la zona punti.

Per la quinta volta in campionato la Ferrari non marca nemmeno un punto: Leclerc e Vettel sono 13° e 14° alle spalle di Kimi Raikkonen, ancora una volta il migliore al traguardo tra i motorizzati Ferrari.

Così le due classifiche al termine dell’ultima gara: Hamilton vince il suo settimo titolo in F1 con 347 punti contro i 223 di Bottas e i 214 di Verstappen. Perez suggella una stagione ottima con 125 punti e con il quarto posto in classifica generale, nonostante le due gare perse per via del coronavirus.

Ricciardo segue a 119 davanti a Sainz e ad Albon, entrambi a 105 punti ma con lo spagnolo davanti in virtù dei suoi migliori piazzamenti. Leclerc chiude ottavo con 98 punti, uno in più di Norris; chiude la top-10 Gasly a quota 75 punti, gli stessi ottenuti da Stroll. L’altro ferrarista, Sebastian Vettel, è 13° con 33 punti, dietro ad Ocon e davanti a Kvyat.

Tra i Costruttori la Mercedes vince il settimo campionato consecutivo con 573 punti contro i 319 della Red Bull. La McLaren si aggiudica la volata per il terzo posto con 202 punti, 7 in più della Racing Point e 21 in più della Renault. Ferrari è sesta a quota 131 davanti ad AlphaTauri (107), che chiude il gruppo delle squadre arrivate regolarmente a punti. In coda al gruppo troviamo l’Alfa Romeo con 8 punti, la Haas con 3 e la Williams a quota 0.

Sintesi del GP di Abu Dhabi (da Youtube/F1)


Il 2020 della F1 non si esaurisce con il GP di Abu Dhabi. Il martedì dopo il Gran Premio, la pista di Abu Dhabi ospita la sessione di test riservata ai giovani piloti e, in generale, a tutti quei piloti che non hanno corso da titolari durante l’ultimo campionato.

Il miglior tempo va alla Renault di Fernando Alonso, prossimo al ritorno in F1, che già durante il weekend di gara aveva percorso alcuni giri al volante della vecchia R25 con cui nel 2005 aveva vinto il suo primo titolo mondiale. In pista ci sono anche Yuki Tsunoda e Callum Ilott, che nelle ore successive definiscono il loro futuro: il primo viene ingaggiato dalla Scuderia AlphaTauri per sostituire Daniil Kvyat, il secondo andrà a ricoprire il ruolo di tester per la Ferrari.

Sempre martedì 15 Frank Williams viene ricoverato in ospedale: le sue condizioni sono definite stabili, ma non vengono fornite ulteriori informazioni. Il fondatore della scuderia di Grove tornerà a casa nove giorni dopo, alla vigilia di Natale.

Nei giorni immediatamente successivi arrivano le ultime notizie importanti per il futuro della Formula 1: il 16 dicembre l’autodromo di Interlagos trova l’accordo con la dirigenza della F1 per rimanere in calendario, sia pur sotto la nuova denominazione di “GP di San Paolo”. Il giorno dopo la Williams comunica il suo nuovo assetto dirigenziale: Jost Capito viene nominato amministratore delegato mentre Simon Roberts viene confermato come Team Principal dopo la sua nomina ad interim in sostituzione di Frank e Claire Williams.

Dopo Williams e McLaren, il 18 dicembre si rinnova anche la proprietà del team Mercedes: la Casa Madre Daimler vende una parte delle sue quote ad Ineos (già sponsor del team a partire dal 2020) e a Toto Wolff, che già possedeva una parte della squadra, di modo che ora ciascuno dei tre soci possiede un terzo della proprietà della squadra. Wolff viene inoltre confermato come Team Principal per altri tre anni.

La penultima pedina di mercato va a posto lo stesso giorno con la conclusione della telenovela Red Bull: il team diretto da Chris Horner ingaggia Sergio Perez per il mondiale di F1 2021 preferendolo ad Alexander Albon, protagonista di una stagione con poche luci e molte ombre; l’anglo-thailandese sarà terzo pilota della squadra di Milton Keynes.

Al 31 dicembre rimane un solo posto da assegnare: quello sulla seconda Mercedes al fianco di Valtteri Bottas. Il rinnovo di Lewis Hamilton sembra scontato, ma il 2020 termina senza che il pilota inglese abbia apposto la propria firma sul nuovo contratto. Lo stesso Hamilton il 30 dicembre viene nominato “baronetto” per meriti sportivi dalla Regina Elisabetta: è il quarto pilota a ricevere questo titolo dopo Jack Brabham, Stirling Moss e Jackie Stewart, il primo ad ottenerlo mentre è ancora in attività.

Si chiude così il racconto di questa lunghissima stagione: un sincero ringraziamento va a tutti coloro che hanno portato a termine la lettura di questa storia, per molti versi unica sia dentro che fuori dai circuiti. I motori torneranno a ruggire in occasione dei test di Barcellona, che tra meno di due mesi daranno il via al mondiale di F1 2021.


Immagine di copertina da Twitter/F1

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