F1 | Il film del 2020 | Parte 1

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Tempo di lettura: 6 minuti
di Andrea Gardenal
20 Dicembre 2020 - 10:00
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Prima tappa di un viaggio con cui ripercorreremo il mondiale 2020 di F1

Il mondiale 2020 di Formula 1 si è appena concluso, eppure sembra passata un’eternità da quando questa incredibile stagione è iniziata: un campionato anomalo, unico nel suo genere e a modo suo lunghissimo, che merita di essere ripercorso dall’inizio alla fine per tutto quel che è successo dentro e fuori dalla pista.

Questo non è che il primo di una serie di articoli con i quali canteremo le armi e l’uomo (o meglio, le macchine e i piloti), le imprese in pista e le polemiche in tribunale, i momenti di gloria e i grandi spaventi che hanno segnato la F1 nell’anno dei festeggiamenti per il 70° anniversario dalla nascita del Mondiale.

Iniziamo, com’è giusto che sia, dal principio: dalla presentazione di questo campionato in termini di calendario e di movimenti di mercato, fino ad arrivare alle sessioni di test invernali che da subito fanno capire che la Mercedes sarà, ancora una volta, la squadra da battere.


Il campionato F1 2020 prende vita il 5 ottobre 2019, quando la FIA ratifica il calendario definitivo per la stagione successiva. Gli appuntamenti previsti sono 22, distribuiti tra il 15 marzo e il 29 novembre; il GP del Vietnam fa il suo esordio assoluto nel mondiale, il GP d’Olanda torna dopo 35 anni di assenza mentre esce di scena, almeno momentaneamente, il GP di Germania.

Rispetto all’anno precedente, la composizione delle squadre risulta pressoché immutata. Gli avvicendamenti sono soltanto due: Esteban Ocon sostituisce Nico Hülkenberg alla Renault e Nicholas Latifi prende il posto di Robert Kubica alla Williams al fianco di George Russell; il pilota polacco assumerà poi il ruolo di pilota di riserva per l’Alfa Romeo.

Le presentazioni delle monoposto di F1, come da consuetudine negli ultimi anni, sono in programma a metà febbraio: martedì 11 la Ferrari sarà la prima a svelare la sua monoposto, la SF1000, mentre Haas e Alfa Romeo toglieranno i veli direttamente a Barcellona il 19 febbraio, poco prima dell’inizio del primo giorno di prove. La Mercedes campione del mondo svela la nuova W11 il 14 febbraio.

Proprio durante il periodo di presentazioni, anche all’interno del mondo della F1 comincia a balzare agli onori delle cronache la questione Coronavirus: per il momento il problema sembra essere circoscritto quasi esclusivamente alla Cina e per questo motivo il 12 febbraio la FIA rinvia a data da destinarsi il GP nella Terra del Dragone.


Il 19 febbraio inizia la prima sessione di test pre-stagionali, composta da tre giorni di prove sul circuito di Barcellona. Durante il Day 2, un’inquadratura dall’onboard camera di Hamilton sconvolge l’intero mondo della F1: il volante della Mercedes non si muove solamente attorno al proprio asse di rotazione, come ogni buon volante che si rispetti, ma anche in direzione longitudinale; i piloti riescono così a cambiare in corsa l’angolo di convergenza delle ruote anteriori, con la possibilità di accelerare il riscaldamento delle gomme o di contenerne l’usura a seconda delle esigenze.

Il sistema prende il nome di “Dual Axis Steering”, da cui l’acronimo “DAS”, e, come spiega il direttore tecnico James Allison, non è che “la punta di un iceberg fatto di soluzioni simili che si trovano lungo tutta la macchina“.

La FIA non ci mette molto a vietare il dispositivo in ottica 2021, ma con la “reinvenzione” dello sterzo la Mercedes procura una batosta psicologica non da poco a tutti i propri avversari. A Brackley c’è talmente tanta fiducia sulla nuova macchina che viene girato un breve video in cui lo stesso Allison spiega le principali caratteristiche della W11.

Durante la prima sessione di test esplode anche il caso Racing Point: la nuova RP20 è, per usare un eufemismo, “largamente ispirata” alla Mercedes W10 del 2019 e i team rivali cercano fin da subito di capire a quali appigli aggrapparsi per contestare la regolarità della monoposto del team di Silverstone. I reclami arriveranno, ma molto più tardi rispetto a quanto si possa prevedere in questa fase.

Può sembrare paradossale, ma al termine della prima sessione di test la squadra che può sorridere più di tutte è la Williams: dopo un 2019 orribile, per giunta iniziato in ritardo perché la macchina non era pronta per i primi test, la squadra di Grove termina la prima sessione di test con 1500 km all’attivo e con delle prestazioni accettabili, decisamente più vicine a quelle degli altri team di fondo classifica.

La prima sessione di test si chiude il 21 febbraio: dopo i primi tre giorni, i due piloti della Mercedes comandano le classifiche con Bottas davanti a Hamilton grazie al tempo ottenuto nella mattinata del Day 3; la Casa della stella a tre punte è prima anche dal punto di vista della distanza percorsa con 2300 km davanti a Red Bull e Alfa Romeo; delude Ferrari, indietro sia nella lista dei tempi che in quella dei giri effettuati.

Nello stesso giorno, il paese di Codogno balza agli onori della cronaca italiana: è lì che viene registrato il primo caso ufficiale di contagio da Sars-CoV-2 nel nostro paese ed è da questo momento che vengono create le prime “zone rosse”, nel (vano) tentativo di contenere l’epidemia.


La F1, per il momento, sembra impermeabile a tali questioni: tra il 26 e il 28 febbraio si disputa la seconda e ultima sessione di test, durante la quale Mercedes continua a macinare giri su giri. In sei giorni di test il team di Brackley mette assieme 4203 km, più di chiunque altro, mantenendo inoltre il miglior tempo assoluto nei test grazie all’1:15.732 messo a segno da Bottas nel Day 3. Durante gli ultimi tre giorni di prove la ricerca della prestazione pura non è all’ordine del giorno in casa Mercedes, che infatti otterrà il miglior tempo solamente nel pomeriggio del Day 6.

Durante la seconda sessione di test la Ferrari mostra qualche timido segnale di risveglio, sia dal punto di vista del chilometraggio che da quello delle prestazioni, tanto che Vettel è il più veloce al termine del Day 5. Proprio mentre stanno per chiudersi i test invernali, la mannaia della FIA si abbatte sul propulsore del Cavallino. L’investigazione, iniziata ad ottobre 2019, si era concentrata sul possibile utilizzo di olio lubrificante come additivo della benzina in camera di combustione.

Il comunicato FIA è asciutto, quasi criptico: si parla in modo esplicito di un accordo raggiunto con la Casa di Maranello, i cui dettagli rimarranno tuttavia segreti. Non viene detto in modo chiaro che il motore usato dalla Ferrari a fine 2019 viola il regolamento, ma leggendo tra le righe è evidente che siano emerse delle irregolarità durante le analisi. I 7 team non motorizzati Ferrari non ci stanno e chiedono ulteriori chiarimenti alla FIA, ma il Consiglio Mondiale mette bruscamente fine alle polemiche esprimendo il proprio sostegno al Dipartimento Tecnico della Federazione. Ferrari è costretta a correre ai ripari, ma l’entità della perdita in termini prestazionali non si potrà scoprire se non in Australia.

Per il mondo della F1 è tempo di fare i bagagli, direzione Melbourne, dove tra due settimane prenderà finalmente il via il mondiale 2020.

Immagine di copertina: Alessandro Secchi

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