F1 | Il Coronavirus rischia di costare oltre 80 milioni di dollari al Circus

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
27 Febbraio 2020 - 01:03
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L’allarme arriva da Forbes, che ha fatto i conti in tasca alla Formula 1 in un periodo decisamente teso per le sorti del mondiale 2020. Nel caso in cui questa stagione dovesse vedere la definitiva cancellazione del Gran Premio di Cina, già rinviato a data da destinarsi, così come l’aggravarsi della situazione in Vietnam con una decisione che potrebbe diventare simile, il rischio che corre lo Sport è di vedere persi introiti per oltre 80 milioni di dollari.

Iniziamo col dire che le news che provengono da Barcellona pongono un punto di domanda anche per l’inizio della stagione. Dopo l’aumentare dei casi di contagio in Italia (anche per i maggiori controlli che sono in corso nella nostra penisola) il nostro paese è visto all’estero come un focolaio unico del Virus partito dalla Cina. Diverse fonti riportano che l’Australia starebbe valutando di porre un blocco agli arrivi dall’Italia; questo sarebbe un problema enorme per chi, proprio dal nostro paese, dovrà partire tra una decina di giorni in direzione Melbourne. Sicuramente sono coinvolte Ferrari ed AlphaTauri – che resta con la sua sede a Faenza – ma anche Haas ed Alfa Romeo potrebbero avere materiale in arrivo rispettivamente dalla factory Dallara e da Maranello.

In caso positivo, non si ha idea di come si potrebbe svolgere il primo appuntamento del 15 marzo, se con delle squadre in meno – poco plausibile – o rinviando a sua volta il Gran Premio stagionale, corso in una città, Melbourne, che impiega settimane ad organizzare il tracciato e le strutture per l’arrivo del Circus. Sarebbe, nel caso, un vero e proprio disastro proprio ora che l’emergenza incendi sembra passata. Si tratta, comunque, ancora di ipotesi.

Quello che è certo è che il Gran Premio di Cina del 19 aprile è stato rinviato da FIA, F1 ed autorità locali di Shanghai. Al momento l’evento è semplicemente rinviato a data da destinarsi: si parla di una collocazione a fine anno ma dipende tutto da come l’emergenza Coronavirus si evolverà. Solo in Cina il Virus ha causato un numero che si avvicina ai 3.000 morti, con 80.000 contagi registrati in 42 paesi, numero destinato probabilmente a salire. È ovvio che più avanti si andrà e più il rischio di cancellazione definitiva dell’evento sarà alto. La scomparsa dell’evento dal calendario della gara di Shanghai potrebbe quindi registrare, in base agli accordi commerciali, la perdita degli introiti derivanti dal Gran Premio, calcolati in circa 33,1 milioni di dollari di “tassa” di iscrizione più altri 5,1 milioni derivanti dalla vendita di biglietti, per un totale di 38,2 milioni.

Non sono finite però le cattive notizie. Il 5 aprile è previsto il primo Gran Premio del Vietnam della storia della Formula 1, sul nuovissimo tracciato di Hanoi. Agli ultimi dati nel paese sono stati registrati 16 contagi da Coronavirus e, pertanto, anche in questo caso la situazione è monitorata vista anche la vicinanza con la Cina. Proprio Hanoi dista, infatti, poco più di 200 chilometri dal confine meridionale. Una delle prime reazioni è stata quella di Manfred Loppe, il direttore dell’area sport presso la TV tedesca RTL, che ha deciso di non inviare personale in Vietnam per garantirne la sicurezza e non esporlo a rischi definiti troppo alti.

Nella peggiore delle ipotesi, ovvero quella che anche il GP del Vietnam dovesse saltare per un peggiorare della situazione legata al Virus, la perdita a livello di introiti sarebbe anche maggiore rispetto alla Cina. Tra tassa d’iscrizione (35 milioni), biglietti (5,1) e sponsorizzazioni (6 milioni) si rischia di perdere una somma di 46,1 milioni che, aggiunti ai 38,2 della Cina, porterebbero il totale a 84,3 milioni di dollari.

In Bahrain, dove si devono svolgere i test di Formula 2, è notizia della giornata la sospensione di tutti i voli in arrivo da Dubai e Sharjah per 48 ore dopo che sono stati registrati 21 casi di contagio. Bahrain che, ricordiamo, è il secondo appuntamento in calendario dopo quello di Melbourne ed è previsto per il 22 marzo, ovvero una settimana dopo la gara d’apertura. C’è quindi una moderata preoccupazione che tra blocchi vari e rinvii possano essere a rischio addirittura le prime quattro gare stagionali, con la prima al momento immune da pensieri prevista in Olanda ad inizio maggio.

Curioso, inoltre, come Forbes citi esplicitamente il caso dell’Italia. L’emergenza nel nostro paese è tenuta decisamente in considerazione – anche a causa, probabilmente, di un eccessivo allarmismo a livello mediatico – con riferimenti alla chiusura dei musei Ferrari in ottemperanza alle indicazioni ministeriali.

La FIA, tramite il presidente della commissione medica, il Prof. Gérard Saillant, sta monitorando la situazione, sottolineando che in caso di necessità saranno prese tutte le decisioni necessarie a tutela della comunità sportiva e del pubblico.

Sicuramente si tratta di una situazione nuova e totalmente sconosciuta al mondo della Formula 1, che proprio quest’anno dovrebbe festeggiare i 70 anni dal suo primo Gran Premio ufficiale.

Sarà curioso capire se e quali decisioni verranno prese: dipenderà molto, se non tutto, dai prossimi giorni.

Immagine: Alessandro Secchi

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