F1 | I promoters all’attacco di Liberty Media: ‘Presa una direzione sbagliata’

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Gianluca Zippo @GianlucaZippo
29 Gennaio 2019 - 14:30
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Ad una quindicina di giorni circa dalla presentazione delle prime monoposto della stagione 2019, con i test invernali di Barcellona ormai dietro l’angolo (18-21 febbraio la prima sessione, 26 febbraio-1° marzo la seconda), il clima in Formula 1 si fa incandescente. In particolare attorno a Liberty Media, che appare sempre più isolata.

Non è un mistero, infatti, che i successori di Bernie Ecclestone nella proprietà del Circus si trovino in guai seri dato che, a febbraio 2019 praticamente, del nuovo regolamento tecnico (render inutili a parte) e soprattutto del nuovo Patto della Concordia, entrambi attesi in vigore per l’annata 2021, non ce ne sia nemmeno l’ombra.

Elementi marginali a parte, l’opera della proprietà made in USA ha finora sostanzialmente fallito in quelli che erano gli obiettivi più importanti, come ad esempio l’aggiunta di nuove gare al calendario (Vietnam a parte, forse), l’attrarre un pubblico più giovanile (nel 2018 appena il 14% degli spettatori era U25) e l’incrementare gli introiti derivanti dal comparto digitale (web e social media).

Ora si aggiunge un nuovo fronte, che potrebbe creare seri problemi a Carey e compagnia cantante. Nella serata di ieri, infatti, la FOPA (associazione che riunisce i promoters dei Gran Premi che compongono il calendario iridato) ha diffuso un comunicato dai toni molto duri contro l’operato di Liberty Media, esprimendo tutta la loro preoccupazione per il futuro della Formula 1. Questo il contenuto:

In seguito ad un incontro della Formula One Promoters’ Association, tenutosi oggi (ieri ndr) a Londra, i rappresentanti di 16 GP hanno espresso le seguenti preoccupazioni. La FOPA crede che:

  • Non è nell’interesse a lungo termine di questo sport che i fan perdano l’accesso gratuito ai contenuti e alle trasmissioni degli eventi;
  • Ci sia poca chiarezza sulle nuove iniziative da intraprendere in Formula 1 e una mancanza di impegno con i promotori sulla loro attuazione;
  • Le nuove gare non dovrebbero essere introdotte a scapito degli eventi già esistenti, sebbene l’associazione sia incoraggiata dai modelli di business alternativi offerti alle sedi potenziali.

Entrando in una nuova stagione dello sport che abbiamo promosso per decenni, i promoters cercano un approccio più collaborativo allo sviluppo del campionato, con l’opportunità di offrire la loro esperienza e competenza in uno spirito di partnership con la Formula 1 e la FIA“.

Autosport.com riporta come parte integrante di questa ‘rivolta’ siano stati i promotori dei cinque eventi i cui contratti scadranno al termine di questa stagione, ovvero Silverstone, Monza, Barcellona, Hockenheim e Città del Messico, mentre non hanno partecipato all’incontro quelli di Sochi, Suzuka, Sakhir, Shanghai ed Abu Dhabi.

Per quanto riguarda il terzo punto, ovvero i ‘Modelli di business alternativi‘, ci si riferisce al tentativo di Liberty Media di organizzare una seconda gara negli States, per inciso a Miami, proponendo un modello diverso, ovvero la partecipazione agli utili dell’evento, piuttosto che il classico schema a pagamento portato avanti per decenni da Bernie Ecclestone. Una novità che, se portata avanti e resa effettiva, potrebbe diventare la chiave di volta per i rinnovi delle gare in bilico.

Sempre Autosport.com ha riportato le dichiarazioni di Stuart Pringle, boss del circuito di Silverstone: “Se continua così, la Formula 1 correrà solo su circuiti di seconda categoria. Tutti sono scontenti, e le idee di Liberty Media sono sconnesse e frammentarie” – ha attaccato Pringle – “Fino ad ora siamo stati tutti silenziosi e rispettosi. Ora basta. Siamo tutti preoccupati circa la salute futura di questo sport, sotto la guida delle persone che gestiscono il tutto in questo momento“.

Per ora, da quel che si apprende, Liberty Media non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione riguardo questo comunicato della FOPA. Sembra però che a breve (se non oggi stesso) Carey, Bratches e via dicendo incontreranno i promotori ‘ribelli’ per discutere delle loro doglianze. Staremo a vedere…

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